[02/03/2010] News toscana

Domande al futuro presidente della Regione

LIVORNO. La rete dei comitati per la difesa del territorio, coordinata da Asor Rosa, ha diffuso un documento in occasione delle prossime elezioni regionali in toscana. Se vogliamo sono giudizi su di una esperienza di governo, ma soprattutto sono domande per il futuro. Domande che sostanzialmente si sono aggirate per la Toscana in questi anni spesso senza ricevere risposta, come dimostrano, per esempio, i tanti interventi di Renzo Moschini su questo stesso giornale. Aspetto questo che peraltro meriterebbe qualche riflessione perché oggettivamente si sente la necessità di ridare fiato alla dialettica, liberarla da forme che si sono sempre più caratterizzate a senso unico, in sostanza come comunicazione e non già come confronto.

Tornando al documento dei comitati si possono derivare tante domande, si prova ad estrarne alcune ritenute più significative:

  1. superamento della natura narrativa degli strumenti di pianificazione e programmazione del territorio quali il PIT ed i PTC provinciali, ovvero richiesta di una reale prescrittività di questi per specifiche materie o se vogliamo "oggetti";
  2. ridefinizione degli strumenti per consentire una reale verifica di compatibilità dei Piani strutturali a PTC e PIT che si può dare però solo se si dà risposta positiva alla prima domanda;
  3. riorganizzazione dei contenuti e delle relazioni tra piano strutturale e regolamento urbanistico per evitare che quest'ultimo, tutto di competenza comunale, contraddica il piano strutturale, non lo rispetti, quindi se necessario riorganizzazione di strutture tecniche di controllo in luogo del vuoto attuale colmato con eventuali, se valutato necessario, relazioni prevalentemente se non esclusivamente politiche;
  4. definizione di una reale pianificazione di reti e attrezzature di servizio (infrastrutture stradali e ferroviarie, porti e aeroporti, infrastrutture per lo smaltimento dei rifiuti, per l'acqua, per l'energia, etc.) a scala regionale;
  5. la ridefinizione del piano strutturale, delle invarianti ed in particolare di quelle paesaggistiche ora affidate ad una norma di salvaguardia che non risolve né le necessità di tutela e riqualificazione, né quelle di semplificazione degli interventi edilizi banali quali aprire o chiudere una finestra, pone le Soprintendenze, stremate di risorse finanziarie ed umane, nella necessità di emettere una quantità di pareri obbligatori e vincolanti che potranno anche dare origine a incomprensioni e polemiche con le amministrazioni comunali che debbono disporre del collegio per il paesaggio, emettere un parere, aspettare il parere della Soprintendenza ed accoglierlo in quanto vincolante anche se contrario al proprio, emettere l'autorizzazione paesaggistica o il diniego (magari solo della Soprintendenza), quindi sopportare un ricorso al TAR per conto di terzi cioè della Soprintendenza;
  6. sciogliere il parallelismo e la duplicazione prodotta con l'introduzione della VAS (valutazione ambientale strategica) con legge  di recente approvazione pubblicata il 17 febbraio e l'articolo 11 della legge 1/2005 che conserva la valutazione integrata per i piani urbanistici;
  7. rilanciare la pianificazione di area vasta provinciale perché, nell'epoca della globalità, il piccolo è bello non regge più da solo, ma può reggere in un sistema integrato;
  8. ridefinire modelli partecipativi che non possono essere solo quelli dei town meeting, ovvero che debbono essere anche finestre aperte su i procedimenti concertativi tutti interni alle istituzioni;
  9. riorganizzare le politiche di settore e di spesa superando linee generaliste, ovvero scegliendo obiettivi e allocando chiaramente, secondo  necessità, anche geograficamente, gli investimenti;

 

 

Insomma, se fosse ancora poco evidente, sembra che attorno alla tornata elettorale di marzo si vadano cumulando molte aspettative, ed è fatto che risulta segnale di una attesa uscita da una fase che, tra stagnazione e crisi economica globale, ha riverberato effetti negativi in tutti i settori dell'attività politica ed amministrativa; forse ha tagliato le ali ad un dispiegarsi più ampio del confronto sulle idee e sulle proposte, tanto che non deve essere un caso se sono nati in serie comitati e contenziosi.

Ma se è lecito porre domande alla politica in merito a tutto questo, chiedere risposte, soprattutto al candidato del centrosinistra che pare avere le maggiori possibilità di vittoria, altrettanto è necessario che la società, i saperi, le competenze, le università, escano da un rapporto che definirei di subalternità o di estraneità per esercitare quel ruolo proprio di animazione culturale che peraltro è funzionale anche alla crescita delle classi dirigenti del futuro. Come dire, se si può dire, che le prossime elezioni non sono solo un gioco per scegliere un presidente ed una giunta, 55 consiglieri, ma un passaggio utile e necessario per costruire la toscana futura.

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