[03/03/2010] News toscana

Verso comunità sostenibili e responsabili: presentata la kermesse "Terrafutura 2010"

FIRENZE. Saranno le "Comunità sostenibili e responsabili" il punto focale della prossima edizione di Terrafutura, la kermesse sulle buone pratiche di sostenibilità sociale e ambientale che si svolge annualmente presso la fortezza da Basso del capoluogo toscano e che dal 28 al 30 maggio prossimi vivrà la sua settima edizione.

E' infatti alle comunità che occorre guardare, secondo gli organizzatori del festival (Fondazione Culturale Responsabilità Etica Onlus per il sistema Banca Etica, Regione Toscana e Adescoop-Agenzia dell'Economia Sociale più un variegato range di partners), per imprimere al sistema socio-economico quella «svolta nelle scelte di governo (locali, nazionali, internazionali), nel modo di pensare e di fare economia, di consumare, vivere sul pianeta e tessere relazioni sociali» che fin dalla prima edizione è auspicata, che è ripetuta come obiettivo centrale anche nel comunicato di presentazione dell'edizione 2010, e che può anche essere intesa in poche parole come il perseguimento della sostenibilità.

L'edizione di quest'anno verterà, quindi, particolarmente sul ruolo delle comunità e delle città, in quanto è opinione dei promotori che la svolta verso la società del futuro «può e deve, anche alla luce del fallimento politico della XV Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici di Copenhagen», partire «dai territori, dal locale». La comunità, infatti, «deve pensare e agire con la consapevolezza che si sono allargati i "confini" della propria responsabilità: quelli temporali (ossia verso le generazioni future), quelli spaziali (verso l'intero pianeta)».

E le città, pur essendo «luoghi di contraddizione e conflitti, simbolo e prodotto della globalizzazione» (ad esempio, «dal 2008 oltre la metà della popolazione mondiale vive nelle città, qui è prodotto l'80% delle emissioni di gas serra e la temperatura media è maggiore di un grado rispetto alla media nazionale, agli usi civili è imputabile il 40% dei consumi energetici, e ancora nelle aree urbane avviene circa il 60% degli spostamenti») rappresentano anche «la dimensione della pratica concreta di uno sviluppo diverso, spazi di incontro e di integrazione delle diversità, laboratori di sperimentazione di nuovi modelli di mobilità, di gestione del territorio, di risparmio energetico, di governo, di partecipazione dei cittadini, di convivenza civile».

Insomma, pure senza dimenticare il ruolo fondamentale della "buona politica", comunque l'edizione di quest'anno si focalizzerà sulle spinte che sorgono "dal basso" in direzione della sostenibilità ambientale, sociale e di uno sviluppo che coniughi benessere, equità e responsabilità nei suoi orizzonti fondamentali.

E il fulcro di questa leva sono le comunità urbane: nel "position paper" redatto dai promotori di Terrafutura e sottoscritto dai partner (vedi link in fondo all'articolo), oltre a definire quale significato potranno avere, nella svolta auspicata, i concetti di sviluppo economico, sviluppo umano, cooperazione (la cui prospettiva deve spostarsi «da quella degli "aiuti allo sviluppo" fondata su una relazione donatore-beneficiario, a quella di una responsabilità comune ma differenziata per forme sostenibili di produzione e consumo, di distribuzione e smaltimento»), democrazia, welfare, etica e responsabilità, si evidenziano quattro sfide cruciali. Esse concernono «l'edilizia (ripensare il modo di costruire e di gestire gli edifici), la mobilità (favorire quella ciclabile e il trasporto pubblico locale, in particolare su rotaia), il microclima urbano (gestire diversamente le aree verdi e l'acqua e rilanciare l'agricoltura urbana e periurbana) e le relazioni sociali (coniugare la sostenibilità dello sviluppo con la convivenza civile e l'accoglienza responsabile)».

E' soprattutto tra città e comunità quindi (o meglio nella città che diventa  - o ritorna ad essere - comunità) che può essere individuato «uno spazio nuovo, straordinario, che connette inestricabilmente il bisogno di una responsabilità più ampia e cogente della politica e dell'economia a livello globale, con gli stili di vita individuali, con la responsabilità delle persone, nella consapevolezza che ogni nostra singola azione ha un significato per la nostra comunità prossima, quella che allungando la nostra ombra riusciamo a coprire, e quella più ampia alla quale egualmente apparteniamo e i cui confini oltrepassano i limiti della biosfera». E i risultati delle azioni dell'oggi saranno giudicati dalle generazioni future: questo giudizio sarà condizionato - è la conclusione del "position paper" - «da cosa sapremo o non sapremo fare sui grandi temi dei cambiamenti climatici, dell'approvvigionamento energetico, sulla biodiversità, ma anche sulla giustizia, sull'equità, sulla qualità della vita che sapremo o meno costruire per le nostre comunità; sul bosco che avremo fatto crescere, ma anche su ogni singolo albero che avremo piantato».

Per informazioni: http://www.terrafutura.it/

Torna all'archivio