[05/03/2010] News

La Spagna rallenta e barcolla, si scioglie il mito della crescita indefinita (2)

UNA CRISI ANNUNCIATA: JOSE MANUEL NAREDO ED ENRIC DURAN

BARCELLONA. Eppure per qualcuno questa era una crisi annunciata e previdibile, e lo ha dimostrato in tempi non sospetti. É il caso dell'economista spagnolo Jose Manuel Naredo, autore de 'La burbuja immobiliario-financiera en la coyuntura económica reciente', 1998, Madrid, Siglo XXI de España Editores s.a. Naredo sostiene che il grande errore politico del governo Zapatero è stato quello di non assumere piena consapevolezza sull'orizzonte di crisi trascinato dal boom immobiliare e, di conseguenza, iniziare una riconversione guidata del mercato quando vinse le sue prime elezioni, giá nel 20041.

Un'altra persona che si era resa conto che il credito facile aveva le gambe corte, è l'attivista catalano per la decrescita, Enric Duran, che giá nel 2006 aveva intrapeso un atto di disobbedienza civile contro il sistema finanziario. Il 17 Settembre del 2008, poco prima dell'esplosione della crisi internazionale, lo rendeva noto attraverso la pubblicazione 'Crisis' (www.17-s.info), distribuita gratuitamente in 350.000 copie in tutta la Catalogna:

"Scrivo in queste pagine per rendere pubblico che ho espropriato 492.000 euro a 39 entità bancarie attraverso 68 operazioni di credito. Se includiamo gli interessi di mora, la cifra attuale del debito è di oltre 500.000 euro che non pagherò."2 Come le banche creano denaro dal nulla (tramite il signoraggio, ovvero il reddito derivato dall'emissione di moneta), Enric li ha fatti sparire. Li ha dati ai movimenti sociali per la costruzione di alternative al capitalismo.

LA CRISI ECONOMICA E LE SUE CONSEGUENZE
Scoppiata la bolla immobiliare-finanziaria, il governo ha deciso di assolvere le banche, condannando gli ipotecati. I quali sono quindi rimasti senza casa, trovandosi in molto casi giá senza lavoro. La disoccupazione spagnola è al 20% (4 mil di persone), e non è assurdo correlare a questo dato l'ncremento della piccola criminalitá.

Nel frattempo, il governo Zapatero non ha saputo far altro che rafforzare lo stato sociale oltre a mettere in atto le tradizionali politiche keynesiane, finanziando opere pubbliche (piccole e grandi).

L'indennità di disoccupazione supporterà le famiglie fino a un massimo di due anni. Eccezionalmente Zparo ('paro' = disoccupazione) offre 400 euro mensili per altri 6 (o 12) mesi, a chi ha terminato l'indennità. Poi?

D'altra parte si è deciso di incrementare la spesa pubblica in modo da offrire occupazione nella speranza di far ripartire la crescita. Il 'Plan E' (Plan español para el estimulo de la economia y el empleo), portato a termine tra il 2008 e il 2009, include misure di appoggio alle famiglie e alle imprese tramite sgravi fiscali (rispettivamente 14 e 17 mld di euro), oltre a misure di promozione dell'occupazione (opere pubbliche per 11 mld di euro) contando nella creazione di 300.000 posti di lavoro. Per il 2010 l'Anteproyecto de Ley de Economia Sostenible prevede 5 mld di euro per il 'Fondo Estatal para el Empleo y la Sostenibilidad' e 20 mld di euro per il 'Fondo para la Economia Sostenible'. Una misura secondo lo stile New Green Deal, ovvero politiche keynesiane con cosmesi verde.

SPAGNA, PORTOGALLO E GRECIA: IL RISCHIO DEL FALLIMENTO
Se queste misure non sono riuscite a far fronte alla crisi, al di là di un provvisorio alleggerimento dei sintomi, hanno invece fatto crescere i dubbi che la Spagna possa fronteggiare il suo crescente debito pubblico (e privato)3. Il commissario europeo per gli affari economici, Joaquin Almunia, anche lui spagnolo, ha riconosciuto i problemi che la Spagna condivide con Portogallo e Grecia (Italia ed Irlanda), dove la crisi del bilancio ha moltiplicato le speculazioni sul rischio di un loro fallimento (vedi P.I.I.G.S.).

LA CRISI ECOLOGICA E SOCIALE
Come un cane che si morde la coda. Il governo prova a far ripartire la crescita, di fatto riproducendo schizofrenicamente lo stesso modello (aumenta il debito per pagare i debiti). Difficile immaginare che la causa della crisi possa esserne la soluzione. Inoltre, nel remoto caso in cui la crescita ripartisse, cosa ne sarebbe della crisi ecologica e sociale?

Una cosa è chiara, la crisi economica del 2008-09 ha portato in Spagna effetti positivi (e forse inattesi per qualcuno): una sostanziale diminuzione delle emissioni di anidride carbonica e dell'utilizzo di materiali (come il cemento), meno incidenti sul lavoro, meno potenziali immigrati annegati in mare ed un brusco rallentamento nel tasso di edificazione dei suoli4.

LA CRISI COME OPPORTUNITÁ: LA DECRESCITA
La gente vibra ed esperimenta, diventa propositiva per necessitá. Anche in questo senso, la crisi é un'opportunitá. La sapremo cogliere se saremo capaci di costruire un progetto politico alternativo, con proposte pratiche e concrete. Questo é l'obbiettivo principale della seconda conferenza internazionale sulla decrescita, che si terrà a Barcellona tra il 26 ed il 29 Marzo, 2010 (www.degrowth.eu). Davanti all'aumento della disoccupazione, degli squilibri economici e dell'esaurimento delle risorse, le societá sono alla ricerca, o dovrebbero esserlo, di modelli che permettano loro una trasformazione verso la sostenibilitá ecologica e l'equitá sociale.

(fine .2 - Versione in copyleft)  

 * R&D, Research & Degrowth (www.degrowth.eu) Universitat Autònoma de Barcelona (UAB), Institut de Ciència i Tecnologia Ambientals (ICTA), Ecological Economics and Integrated Assesment Unit

1José Manuel Naredo, 'Reino de España: la burbuja y sus cómplices', 02/11/08. http://www.sinpermiso.info/textos/index.php?id=2145

2Enric Duran, 'Ho rubato 492.000 euro a quelli che piú ci rubano per denunciarli e costruire alternative di societá', 17/09/08. http://www.17-s.info/it/node/1810

3Claudi Perez, La deuda externa atenaza a España, 28/02/2010 http://www.elpais.com/articulo/economia/deuda/externa/atenaza/Espana/elpepueco/20100228elpepieco_1/Tes

4Joan Martinez Alier, 'La crisis económica, vista desde la economía ecológica', 02/11/08. http://www.sinpermiso.info/textos/index.php?id=2146

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