[05/03/2010] News toscana

Delfini spiaggiati in Toscana: Greenpeace attacca Santuario Pelagos e rigassificatore

LIVORNO. Dopo il ritrovamento delle carcasse di giovani stenelle (Stenella coeruleoalba) lungo le coste toscane, interviene Giorgia Monti, responsabile della campagna mare di Greenpeace: «Purtroppo l'ennesima moria di cetacei lungo il litorale toscano non ci sorprende. Sono Italia, Francia e Monaco i veri responsabili dello svuotamento del Santuario dei Cetacei. Non è stato fatto niente di concreto per tutelare delfini e balene e l'inquinamento del Santuario non è diminuito, anzi!» .

Greenpeace se la prende anche per il modo in cui è stata diffusa la notizia: «Contrariamente a quanto riferito alla stampa l'inquinamento dell'Alto Tirreno e del Mar Ligure è notevole. In una relazione tecnica elaborata dall'Ispra si afferma infatti che "La presenza di sostanze tra cui Ddt, di Ipa, Pcb è stata dimostrata essere massiccia in esemplari di stenelle free-ranging dell'area del santuario se paragonata ad altre zone del Mediterraneo"».

Greenpeace si riferisce alla relazione finale del "Censimento cetacei nel Santuario Pelagos Greenpeace italia e Ispra (ex Icram)" dell'agosto 2008 curato da Giancarlo Lauriano. Nel rapporto si legge che «Gli avvistamenti di stenella sono, nel complesso, molto inferiori rispetto a quelli realizzati nel censimento del 1992 (37 contro 70); tuttavia il numero degli avvistamenti ha permesso di produrre delle analisi e di ottenere quindi una stima che indica, però, una diminuzione della popolazione».

Poi gli ambientalisti passano all'attacco di un progetto energetico offshore toscano: «L'Italia ha appena avviato proprio nel Santuario dei cetacei, area marina "protetta", la costruzione della prima area marina industriale: il rigassificatore offshore di Livorno/Pisa». E la Monti si chiede: «La morte dei cetacei, con esemplari spiaggiati a Livorno, è solo una coincidenza?».

La regione Toscana ha istituito da tempo nell'area un Centro per l'osservazione dei cetacei basato a Capoliveri, all'isola d'Elba. Ma è soprattutto la situazione di "Pelagos", un'area protetta solo da un triangolo disegnato nel Mediterraneo tra la Sardegna, La Francia e la Toscana, a indignare particolarmente Greenpeace : «L'ignoranza e l'indifferenza rispetto alle sorti del Santuario continuano: al momento non c'è alcuna traccia del Segretariato del Santuario. Non è un caso se i cetacei muoiono o abbandonano il Santuario: una spedizione di Greenpeace nel 2008 ha stimato un dimezzamento del popolamento di stenelle (rispetto al 1989-90) ed ha trovato solo un quarto delle balenottere attese. Nel 2009 il Prof. Wurtz dell'Università di Genova ha sostenuto una diminuzione dell'ordine del 90% delle balenottere».

Lauriano nel rapporto del 2008 sottolinea che «Nel confrontare le due stime di popolazione ('92 e '08) vi è da considerare, inoltre che il censimento del 1992 è avvenuto successivamente alla moria di massa che ha colpito pesantemente le popolazioni di stenella per l'infezione da morbilli virus. Infatti, la mortalità di massa che ha colpito la stenella nel '90 ha avuto origine sulle coste spagnole e successivamente si è estesa al resto del mediterraneo occidentale colpendo gli esemplari dell'area del santuario; successivamente l'epizoozia ha avuto altri due momenti di recrudescenza; il primo nel '91 e il secondo l'anno successivo. Sebbene siano state individuate almeno 1,000 carcasse di stenella sulle coste del mediterraneo occidentale, il reale impatto dell'infezione morbillivirale sulla specie non è mai stato quantificato; ciò dipende da una serie di fattori che rendono impossibile un conteggio. Un numero imprecisato di animali può essere affondato dopo la morte e quindi essersi sottratto al conteggio, inoltre la natura pelagica della specie rende impossibile, per una rete di osservatori costiera, individuare le carcasse in alto mare».

Già nel 1992 si indicava una tendenza alla riduzione della popolazione di stenella colpita dalla moria, con una contrazione delle dimensioni medie dei gruppi di questi piccoli cetacei che erano allora di 22,5 esemplari. Il censimento 2008 indica una media di esemplari di stenella per gruppo di appena 7,51.

«La moria di massa - spiega il rapporto - è stata posta in relazione a un forte stato di immunodepressione degli esemplari, causato forse dalla presenza di inquinanti di origine antropica (...) La pressione antropica esercitata sul bacino del Mar Mediterraneo, dovuta alla massiva immissione di contaminanti persistenti, può generare una grave perturbazione ecotossicologica sia sui biotopi che sulle biocenosi, interessando fortemente la stabilità delle popolazioni di cetacei mediterranee. Le problematiche di contaminazione del Mediterraneo sono molte e non legate solamente alla presenza ed agli effetti di composti xenobiotici, di vecchia e di nuova (come i ritardanti di fiamma) generazione. Un'attenzione particolare deve essere rivolta infatti ad alcuni derivati del petrolio, gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA); livelli significativi di queste sostanze sono stati ritrovati in biopsie di stenella striata e di balenottera comune campionate nell'area del Santuario. In particolare sono stati riscontrati dei picchi di incremento di concentrazione nell'adipe delle due specie nell'anno 1993; dato correlabile con il grave sversamento della petroliera Haven avvenuto nel 1991. Queste sostanze inquinanti oltre ad avere effetti cancerogeni, teratogeni, mutageni e immunodepressivi, sono anche Distruttori Endocrini (Endocrine Disrupters Chemicals - EDCs) e provocano effetti negativi in organismi intatti, o nelle generazioni successive, o (composti estrogenici) possono interferire con i sistemi degli ormoni sessuali, provocando effetti negativi sulle funzioni riproduttive.

Dati recenti di Fossi & Marsili (2003) hanno dimostrato che i livelli degli organoclorurati, con potenzialità da "Endocrine Disruptors", nei Cetacei del Mediterraneo sono fra i più alti mai riscontrati in mammiferi marini, sottolineando quindi l'elevato rischio tossicologico delle specie mediterranee. Questa problematica sembra particolarmente interessare la zona del Santuario dei Cetacei, in cui studi recenti hanno evidenziato livelli di contaminanti organoclorurati in adipe sottocutaneo di stenella striata significativamente più elevati che in esemplari campionati nello Ionio e nel Tirreno meridionale».

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