[30/07/2009] News

Terminata la campagna Goletta dei laghi di Legambiente: è allarme alla foce dei fiumi

ROMA. La Goletta dei laghi ha terminato il suo percorso di monitoraggio, analisi ed informazione sui bacini lacustri italiani confermando le previsioni ed i timori della vigilia. Le acque lentiche del Belpaese non sono in buone condizioni qualitative. Sui quattordici laghi italiani monitorati da Legambiente, in 6 regioni (Lazio, Umbria, Piemonte, Lombardia, Veneto e Trentino), alla fine sono stati 65 i campioni risultati inquinati. Tra i bacini più grandi la "maglia nera" va al lago di Como, in cui sono stati rilevati 15 punti critici, in media uno ogni 11 km di costa, poi al lago d'Iseo, con 9 campioni fuori dai limiti, mediamente uno ogni 7 km. In sofferenza anche il più grande bacino lacustre italiano, il lago di Garda, dove in ben 14 punti  le analisi hanno rilevato una concentrazione di batteri fecali al di sopra dei limiti di legge: sei sono sulla sponda lombarda, 2 su quella trentina e infine gli altri 6 sulla costa veneta. 

«Anche sul Garda c'è bisogno di urgenti interventi infrastrutturali, a partire dal basso lago - ha sottolineato Barbara Meggetto, direttrice di Legambiente Lombardia - Occorre adeguare il sistema di depurazione, anche alla luce dei nuovi sciagurati piani di sviluppo urbanistico, basati molto spesso sulla costruzione di seconde case. Bisogna risolvere il problema dei 130 sfioratori che scaricano a lago reflui non depurati durante le piogge, separando laddove possibile la rete delle acque bianche da quelle nere. E' solo con questi interventi che si migliora la salute dei laghi e non cambiando ‘frettolosamente' la normativa, così come ha fatto la Regione Lombardia». Infatti anticipando l'entrata in vigore della nuova normativa sulla balneazione, il d.lgs. 116/2008 (ancora sprovvisto di decreto attuativo), nonostante il decreto mille proroghe e una successiva circolare del ministero della Salute prevedessero anche per l'estate 2009 il monitoraggio delle acque secondo la vecchia legge del 1982 (utilizzata da tutte le altre regioni italiane e dai tecnici della Goletta dei Laghi), la Regione ha utilizzato la normativa più permissiva grazie alla quale sono stati resi "puliti" ben 4 punti su 6 riscontrati inquinati dall'associazione: Moniga, Salò, Toscolano Maderno e Limone del Garda.

Dal bilancio complessivo della campagna di Legambiente emerge un dato significativo che conferma però un situazione ben nota: è allarme foce dei fiumi sui laghi italiani. Infatti oltre la metà dei campioni risultati fuori dai limiti (35) è stata prelevata allo sbocco di torrenti e fiumi che scaricano a lago anche i reflui non depurati dei centri abitati delle aree interne. Dieci le foci trovate inquinate sul Garda, 6 sull'Iseo e sul Maggiore, 5 sul lago di Como, tre sul lago di Fondi nel Lazio e 2 sul Trasimeno in Umbria. Questi dati confermano  quanto emerso recentemente a proposito della mancata depurazione dei reflui fognari (a breve probabilmente sarà avviata la procedura d'infrazione europea per la mancata applicazione della direttiva sul trattamento delle acque reflue in ben 525 comuni con oltre 15mila abitanti) e sono in sintonia con i dati del Rapporto Blue Book 2009 di Utilitatis e Anea secondo il quale l'85% degli italiani è servito dalla rete di fognatura e solo il 70% da un impianto di depurazione.

«I numeri sulla mancata depurazione delle acque reflue sono da vera e propria emergenza nazionale - sottolinea Stefano Ciafani, responsabile scientifico nazionale di Legambiente -. Siamo stanchi di sentir parlare di grandi e inutili infrastrutture, come il ponte sullo Stretto di Messina o le nuove autostrade del Nord Italia, quando si potrebbero utilizzare quelle risorse per opere pubbliche meno visibili ma più utili, come ad esempio i sistemi di fognatura e trattamento dei reflui fognari, evitando di pagare le sanzioni europee. Per garantire la salute dei bagnanti e la tutela dell'ambiente è necessario che entro la fine dell'anno il Ministero della Salute approvi il decreto attuativo, completando la normativa di recepimento della direttiva sulla balneazione. Solo così manterremo quel primato europeo che il nostro paese detiene dal 1982» ha concluso Ciafani.

Si ricorda che i tecnici di Legambiente durante la campagna di goletta laghi hanno effettuato il monitoraggio dello stato di qualità delle acque analizzando i parametri microbiologici (coliformi fecali, streptococchi fecali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura, pH, ossigeno disciolto, conducibilità/salinità).

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