[30/07/2009] News toscana

Gpp, assessore Crescioli: «Carta riciclata all'80% per la provincia di Firenze, ma problemi col patto di stabilità»

FIRENZE. Lo status quo riguardo alla questione degli acquisti verdi nelle pubbliche amministrazioni sembra un po' una di quelle tipiche, colorite storie del cinema italiano del secondo Dopoguerra, dove guardie grasse e bonarie inseguono senza molta convinzione borsaioli sostanzialmente innocui, che rubano non per cattiveria ma perchè "tengono famiglia".

La citazione, riferita ad una nota scena che vede protagonisti Totò e Aldo Fabrizi, può tranquillamente essere riportata alla questione del green public procurement: esiste una normativa (sia nazionale, sia regionale) che impone a una guardia (la regione, la provincia) di inseguire un ladro (il comune o la società a prevalente capitale pubblico) cercando di "arrestarlo", cioè fuor di metafora di imporre il naturale rispetto della normativa vigente. Ma la normativa è vischiosa, la guardia è grassa, bolsa e poco motivata, e il ladro alla fine non fa altro che uniformarsi alla generale inosservanza delle leggi da parte dell'intera popolazione, cioè dalla quasi totalità dei comuni e degli uffici pubblici.

Cambia un fattore: il "ladro" è umanamente comprensibile, poiché nuota in un mare fatto di illegalità, ma certo la sua azione (cioè la non-osservanza della normativa sugli acquisti verdi) non può definirsi "innocua": se le P.a. non svolgono il loro contributo nel fornire uno sbocco finale al mercato dei prodotti derivanti da processi di riciclo, infatti, è da attendersi che questo mercato continui a languire, e al pari è quindi destinata a languire l'efficienza dell'intera filiera che nasce dalla gestione integrata dei rifiuti.

Con un ruolo attivo e significativo da parte delle amministrazioni pubbliche, invece, è possibile l'attivazione di un sistema virtuoso di mercato che, tra abbattimenti dei costi, creazione di una rete di rapporti commerciali duraturi, sviluppi tecnologici e meccanismi di concorrenza porti poi alla prospettiva di un mercato "libero", senza più bisogno di obblighi di legge per gli acquisti verdi nelle pubbliche amministrazioni. Ma per ora appare imprescindibile una normativa di indirizzo che preveda vincoli per l'azione degli uffici pubblici, una norma che esiste (e non da ieri) e che quindi va necessariamente applicata. Ma così, nella stragrande maggioranza dei casi, non avviene.

Il recente rinnovamento di molte amministrazioni pubbliche alle elezioni di giugno ha da una parte riportato la situazione al punto di partenza, poiché in un contesto di normative non applicate è da attendersi anche l'assenza di un percorso continuativo nell'azione dell'amministrazione al di là delle persone o dei partiti che la guidano.

Dall'altra parte, e davanti alla fase di indubitabile evoluzione che le tematiche inerenti alla sostenibilità (e quindi anche alla gestione corretta del ciclo integrato dei rifiuti) stanno vivendo in questi anni e specificatamente in questo periodo di crisi economica, sussiste indubbiamente un'occasione per i nuovi amministratori di assumere impegni cogenti per il periodo del loro mandato. Il terreno è fertile, quindi, il momento è propizio sia politicamente sia culturalmente: occorre ora agire in direzione dell'applicazione di normative regionali (lr 25/98 e successive modifiche e integrazioni fino alla vigente 61/07) e nazionali (dal decreto Ronchi del 1997 fino all'attuale normativa contenuta nel dm 203/03) già presenti, e che attendono solo di essere applicate.

In questo senso il ruolo delle province è duplice: da una parte esse devono adempiere agli obblighi di legge regionali e nazionali in termini di acquisti verdi così come le altre pubbliche amministrazioni. Ma si aggiunge, per le province, anche un ruolo di controllo dell'osservanza della normativa da parte dei comuni e delle società a prevalente carattere pubblico presenti nel proprio territorio, compreso (almeno in teoria) il compito di esigere, dai comuni/uffici inadempienti, le sanzioni (per migliaia di euro) previste dalla lr 61.

Per sapere la situazione attuale per il gpp nella provincia di Firenze, e come intenda muoversi la nuova amministrazione, abbiamo chiesto un primo commento all'assessore all'ambiente, Renzo Crescioli (Nella foto), che nei prossimi giorni ricontatteremo per un'intervista più approfondita in cui, speriamo, verranno espressi da parte dell'assessore veri e propri impegni cogenti per i prossimi cinque anni. Ad ora, comunque, secondo Crescioli, «la provincia di Firenze acquista carta riciclata per l'80% del fabbisogno totale: è stata fatta l'anno scorso la gara d'appalto per le forniture, e in essa sono stati previsti anche gli acquisti verdi. In generale, comunque, per ora non c'è una quantificazione esatta degli acquisti verdi, poiché i prezzi un po' più alti (la carta riciclata costa un euro di più a risma di quella "normale", anche se le attrezzature in plastica per giardini pubblici costano meno di quelle in legno, ndA) portano alla tendenza a stare fermi per i vincoli imposti dal patto di stabilità».

«Sono state fatte delle sperimentazioni» - continua Crescioli: «una per l'edilizia scolastica, mentre l'altra riguarda la superstrada Fi-Pi-Li, dove durante i lavori di adeguamento è stato fatto il riuso dell'asfalto rimosso, che è stato appunto in gran parte riutilizzato per la nuova asfaltatura. Questi sono gli elementi che abbiamo: mi sono ripromesso di stabilire dei disciplinari area per area in modo da dare obiettivi agli enti locali per avviare il processo».

Ma per le sanzioni? Anche se la questione è complessa, come lei sa la legge regionale in vigore assegna alle province il compito di esigere dagli enti inadempienti le sanzioni previste.

«Ne sono cosciente, ed è per questo che voglio studiare la cosa, e risentirci nei prossimi giorni per fare un punto ancora più adeguato sulle azioni da fare. Poi sappiamo che c'è una legge, e che essa va applicata anche tramite l'azione delle province: ripeto che il problema principale è quanto si può spendere per il patto di stabilità. Ma comunque la questione è tra le peggiori in campo, e anche avendo i fondi necessari l'anno prossimo sussiste il rischio di una situazione, in materia, davvero a livelli critici».

 

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