[10/03/2010] News

Legge sulle aree marine: perché fermarsi? Occorre andare avanti e migliorare

LIVORNO. Per una volta non sono d'accordo con Renzo Moschini. E non sulle singole affermazioni che fa circa la situazione delle aree marine e che, prese una per una, sono molto vicine al mio pensiero (e, credo, alla realtà delle cose). Non sono d'accordo sulla conclusione un po' alla Bartali - "è tutto sbagliato, è tutto da rifare" applicato all'avvenuto avvio di un iter parlamentare di riforma del comparto marino delle aree protette - e sulla strategia: "fermiamo tutte le macchine, anche quella della possibile riforma delle aree marine, facciamo la terza conferenza delle aree protette"

A parte che hai voglia di aspettare la conferenza - le aree protette e la loro associazione non hanno la forza di imporla, il ministero non ha la capacità e il desiderio nemmeno di immaginarla, le Regioni pensano ad altro (ora con le elezioni, poi...) - non si capisce perché si dovrebbe chiudere l'unico canale di comunicazione del mondo istituzionale nazionale che sembra essersi aperto per affrontare le esigenze dei parchi e delle riserve marine.

In quel canale ci sono dei limiti? Sì, ci sono, e sono anche più di quelli che sottolinea Moschini, e sono stati tutti ricordati ai senatori D'Alì e Della Seta in una conferenza organizzata dalla Federparchi a Bari, durante Mediterre. Ma ci sono anche linee di lavoro (cancellazione della separatezza istituzionale, uniformità e logica nell'affidamento della gestione, coinvolgimento degli enti locali, programmazione, finanziamenti, semplificazione) per le quali ci si sta battendo da anni e che finalmente vengono raccolte.

Non sono ancora sviluppate come si potrebbe e c'è, è vero, la grave e assolutamente da colmare lacuna dell'esclusione dei parchi regionali dai soggetti affidatari di gestione, ma c'è molto del resto. Lo sostiene Salvatore Sanna, che prima di essere vicepresidente della Federparchi e presidente dell'area marina protetta di Capo Carbonara è sindaco e autonomista di cui fidarsi.

Ma lo dicono altri amministratori e dirigenti e direttori di aree marine che hanno lavorato a lungo - nonostante le drammatiche difficoltà gestionali in cui si trovavano e si trovano - prima per alzare lo sguardo dai loro guai contingenti, poi per farsi ascoltare e infine per farsi capire e dialogare. Moschini è stato, tra le altre cose, un bravo parlamentare e sa benissimo che in certi casi l'importante è partire.

Questo, a mio avviso, è uno di quei casi e me lo fa credere proprio il totale disinteresse di altri settori istituzionali (che, sia detto di passaggio, già staranno pensando per loro conto a come fermare la legge, senza che gli si dia noi una mano). Moschini sa anche che i percorsi legislativi sono tortuosi e che nel fare una legge non si arriva mai come si è partiti. Anche per questo, per una volta, non sono d'accordo: perché c'è da lavorare a migliorare, non a fermare.

* già direttore di Federparchi

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