[30/07/2009] News

Amazzonia, Greenpeace strappa un buon accordo (speriamo) con Timberland

LIVORNO. Come sempre saranno i fatti a dimostrare quanto gli impegni presi siano reali e quanto invece sia solo un tentativo di greenwashing, ma è certamente meritoria l'azione di Greenpeace a favore dell'Amazzonia che è riuscita a far cambiare rotta a molte aziende che producono pelle. L'ultima on ordine cronologico è Timberland che, dice l'associazione ambientalista, «si impegna annunciando una nuova politica di acquisti della pelle bovina concordata con Greenpeace».

L'azienda, infatti, sarà in grado di garantire - vedremo appunto in futuro quanto - che la pelle utilizzata per la produzione delle proprie scarpe vendute in tutto il mondo non avrà causato alcun fenomeno di deforestazione recente dell'ultimo grande polmone del pianeta. Secondo quanto stabilito dal documento in questione Timberland richiederà a tutti i propri fornitori di pelle - tra cui il gigante della carne e della pelle brasiliana Bertin - di impegnarsi immediatamente ad una moratoria sui fenomeni di nuova deforestazione in Amazzonia.

Questo annuncio arriva appena due mesi dopo il lancio dell'inchiesta di Greenpeace  "Amazzonia che Macello", nella quale si ricostruiva la filiera dei prodotti a base di carne e di pelle da allevamenti coinvolti in fenomeni di deforestazione, lavoro schiavile e occupazione di territori indigeni in Amazzonia. Meno di una settimana fa anche Nike e Geox si sono impegnate a non acquistare pelle dall'interno del Bioma Amazzonico fino a quando non si fermerà la deforestazione a causa dell'allevamento bovino.

Le buone notizie non sono finite, nel frattempo i commercianti brasiliani di soia rinnovano il proprio impegno per proteggere l'Amazzonia ed evitare una catastrofe climatica rinnovando per un anno ancora la moratoria sull'acquisto di soia da aree recentemente deforestate.

«La coltivazione della soia finalmente non è più un pericoloso motore della deforestazione in Amazzonia mentre non possiamo dire lo stesso dell'allevamento bovino. - spiega Chiara Campione, responsabile della campagna Foreste di Greenpeace Italia -  La moratoria sull'acquisto di soia proveniente da aree recentemente deforestate è un modello replicabile e, per questo motivo, è necessario che dopo Timberland, Nike e Geox l'intero settore della carne e della pelle si adegui agli stessi standard».

«Il nostro Paese ha una grossa responsabilità nella deforestazione. - continua Campione- Siamo, infatti i primi importatori, in termini di valore, di pelle brasiliana al mondo. Per questo motivo è molto importante che oltre ai produttori di scarpe o divani l'impegno per un'immediata moratoria arrivi anche dal settore conciario e da aziende leader come il Gruppo Mastrotto, che ora ha avviato un dialogo con noi, e Rino Mastrotto Group, che invece fa orecchie da mercante alle nostre richieste».

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