[11/03/2010] News toscana

Non fermare le macchine ma accendere i fari

PISA. Potremmo riassumere così il senso degli interventi di Salvatore Sanna, Nino Martino e soprattutto di Luigi Bertone sulla vicenda delle aree protette marine; non fermare le macchine perché una legge può aiutare a risolvere i problemi sul tappeto ma cercare di correggere ciò che non va bene e quindi accendere meglio i fari su quel che bolle in pentola.

Per questo bisogna aspettare anche chi ora pensa ad altro come le regioni? Più che aspettare direi stimolare anche perché vi sono regioni che si sono fatte sentire a suo tempo sulla proposta bislacca di Calderoli e che comunque stanno gestendo anche con nuove leggi e progetti le loro aree protette ( incluse quelle marine!) sicuramente meglio del ministero e destinandogli maggiori risorse.

E' vero che i percorsi e non solo quelli parlamentari sono tortuosi ma quelli politici legati al ministero non lo sono da meno. E noi bisogna riuscire a incidere sul complesso di queste scelte. E da questo punto di vista l'aspetto principale e irrisolto resta quello che non c'è rilancio possibile delle aree protette marine fuori dal contesto generale dei parchi.

Se le cose sono andate a finire ‘malamente' è proprio perché le aree marine sono state gestite e continuano ad essere gestite ‘separatamente' con tanti saluti alle gestioni integrate. La legge attualmente in discussione invece accentua questa separazione anziché ridurla al punto di estromettere totalmente le regioni creando nuovi problemi anziché risolvere al meglio quelli vecchi e annosi. Non penso inoltre che possiamo ignorare anche riguardo le aree marine che l'avere scisso nella pianificazione ambiente e paesaggio crea nuovi problemi. Non è forse una buona  occasione per recuperare anche questo profilo che non può non interessare anche le aree protette marine che non possono certo essere impiccate alle boe o alla pesca sportiva per essere anch'esse finalmente coinvolte in una politica di pianificazione vera? Insomma la nuova legge non può procedere su un binario diverso e distinto da quello dei parchi nel suo complesso altrimenti più che superare gli inconvenienti derivanti dalla legge sul mare o dalla stessa 394 di quest'ultima si finirà per  mortificarne - come è già avvenuto con il paesaggio - i profili più avanzati.

Torna all'archivio