[11/03/2010] News

Crisi energetica in Africa Occidentale, l'Uemoa punta alle rinnovabili

LIVORNO. Il comité de pilotage dell'iniziativa regionale per l'energia sostenibile dell'Unione economica e monetaria dell'Africa occidentale (Uemoa) ha avviato ieri ad Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso, la discussione per mettere in piedi una strategia per risolvere in modo durevole la crisi energetica che riguarda tutti i suoi Paesi membri (Benin, Bukina Faso, Costa d'Avorio, Giunea Bissau, Mali, Niger, Senegal e Togo). La prima riunione del comité de pilotage riunisce per tre giorni anche diversi esperti in campo energetico che verranno chiamati a partecipare all'iniziativa.

Secondo i dati Uemoa, la situazione negli 8 Stati membri è veramente preoccupante, con una copertura energetica media del 17% ed una crescita del 42% delle importazioni di idrocarburi.

L'iniziativa per l'energia sostenibile punta ad arrivare al 2030 con una forte riduzione del deficit energetico ed a produrre energia competitiva e sostenibile, rimpiazzando le energie fossili con quelle rinnovabili.

Secondo Guy Amédé Adjonokoun, commissario all'energia dell'Uemoa, «Questo incontro permetterà di scambiarsi le esperienze e di fare nuove proposte in grado di stare nell'ambito dell'Initiative régionale pour l'énergie durable».

Non a caso la riunione si svolge in Burkina Faso, uno dei Paesi dell'Africa occidentale che ha subito maggiormente la crisi energetica, nonostante le speranze che aveva suscitato il progetto di interconnessione con la Costa d'Avorio. Le città di Ouagadougou e di Bobo-Dioulasso (la capitale economica del Paese) continuano a regolare la loro vita sulle interruzioni di corrente che si alternano praticamente in tutti i quartieri.

Un altro Paese dell'Uemoa, il Senegal, ha chiesto l'aiuto della Cina che è accorsa accordando ieri un prestito preferenziale di circa 35 miliardi di franchi Cfa per migliorare il sistema di distribuzione dell'elettricità a Dakar e nelle sue periferie. Un accordo quadro è stato firmato nella capitale senegalese dall'ambasciatore cinese Gong Yuanxing e dal ministro per la cooperazione internazionale e la gestione del territorio e le infrastrutture  del Senegal, Karim Wade.

Secondo quanto scrive oggi l'agenzia Xinhua «L'ambasciatore cinese ha ricordato in questa occasione che il governo cinese aveva firmato nel giugno 2007 col Senegal un accordo di prestito preferenziale di 370 milioni di  yuan (circa 25 miliardi e 874 milioni di Fcfa), per l'0esecuzione del progetto chiamato "Boucle de Dakar" mirante a dotare la capitale senegalese di un sistema di trasmissione di elettricità ad alta tensione 90 kV su una distanza di 27 km.»

I lavori di quel progetto sono giunti a metà del percorso ed ora la cinese Cmec e la Senelec hanno pronta un'altra convenzione per il ripristino e l'estensione della rete di distribuzione elettrica di Dakar.

«Vista l'ampiezza e l'impatto sociale positivo di questo nuovo progetto - ha detto l'ambasciatore Gong - il governo cinese ha preso la decisione di appoggiare il Senegal fornendogli un altro prestito preferenziale dell'ordine di 35 miliardi dio Fcfa: La Cina resta disponibile ad accompagnare attivamente il Senegal nel suo sviluppo economico e sociale. I due Paesi hanno condotto una cooperazione fruttuosa in diversi settori dopo la ripresa delle loro relazioni nell'ottobre 2005».

Karim Wade è convinto che «Alla fine dei lavori di questi progetti, 150.000 abitanti della  banlieue di Dakar avranno l'elettricità, che gli allievi impareranno a scuola nelle migliori condizioni e che la popolazione potranno conservare le derrate alimentari senza problemi nei loro frigoriferi».

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