[12/03/2010] News

La Cina conferma il pieno appoggio all’Accordo di Copenhagen, nonostante la “parolina” che non c’è

LIVORNO. Il portavoce del ministero degli esteri cinese, Qin Gang, ha confermato in una conferenza stampa convocata a Pechino «Il pieno sostegno all'Accordo di Copenhagen. La posizione della Cina su questo Accordo è chiara e costante». Qin ha assicurato che «La Cina affida una grande importanza alla Conferenza di Copenhagen sul cambiamento climatico ed ha fatto del suo meglio perché questa conferenza abbia ottenuto dei risultati positivi, tra i quali l'Accordo di Copenhagen».

Il 29 gennaio il primo ministro di Pechino, Wen Jiabao, aveva riaffermato, con una lettera, al premier danese Lars Loekke Rasmussen ed al segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, il sostegno della Cina all'accordo raggiunto nella capitale danese, frutto di un patto tra gli Usa e i Paesi del Basic (Brasile, Sudafrica, India e Cina), e tutti gli impegni (volontari) per la lotta al cambiamento climatico. Il governo cinese ha anche inviato il 28 gennaio e il 9 marzo delle lettere al segretariato della Convenzione quadro Onu sul cambiamento climatico (Unfccc) per informarlo degli obiettivi della Cina di riduzione dei gas serra e per confermare la sua iscrizione nella lista dei Paesi che sostengono l'Accordo di Copenhagen.

Il governo cinese ha promesso di ridurre dal 40 al 45% le emissioni di CO2 per unità di Pil entro il 2020 in rapporto ai livelli del 2005. Ma allora perché Qin Gang ha convocato una conferenza stampa, visto che tutto sembrava chiaro?  Cosa doveva ulteriormente spiegare? Il portavoce del ministero degli esteri ha smentito le voci secondo le quali la Cina avrebbe volontariamente evitato di utilizzare la parola "associate" (associata) nei documenti inviati a Rasmussen, Ban Ki-moon ed Yvo de Boer per prendere le distanze da un sostegno totale all'Accordo di Copenhagen.

«Tali commenti  sono privi di fondamento - ha detto un infastidito Qin - E' improprio considerare una leggera differenza di formulazione come l'espressione di una posizione differente. I Paesi che hanno firmato l'accordo sul clima hanno utilizzato parole differenti per esprimere il loro sostegno, quali "supporto", "stand by" ed "associate with". La Cina sostiene l'Accordo di Copenhagen  e fa del suo meglio per affrontare il cambiamento climatico e partecipare attivamente alla cooperazione internazionale. La nostra volontà e la nostra determinazione sono ferme e chiare».

L'impressione è che ci siano troppe parole e pochi fatti e che i giochi di parole non porteranno a risolvere il rebus del global warming e dei tagli delle emissioni nemmeno alla Cop 16 in Messico.

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