[15/03/2010] News

Firenze verso la nuova cittą, metropolitana e toscana

FIRENZE. I cittadini, in questi ultimi anni, hanno sempre percepito una " comunicazione" da parte delle autorità locali che ha esaltato i conflitti e le contrapposizioni, le visioni egoistiche e dissociative dalla necessaria unità di obiettivi e di visioni.
Questa "comunicazione" strillata e spesso demagogica ha alimentato visioni altrettanto effimere e ribellistiche di minoranze, raggruppate spesso intorno a comitati che hanno preteso di rappresentare gli interessi della maggioranza dei circa 700.000 abitanti della nuova città metropolitana.

Il risultato di tutto ciò ha impedito di ragionare sui contenuti dei progetti e dei programmi, sulle visioni e sugli scenari della nuova città, senza la quale Firenze sarà tagliata fuori dalla capacità di svolgere il suo ruolo naturale di città proiettata nel mondo e nel futuro (come avrebbe detto Lewis Mumford se fosse ancora vivo).

Che senso ha oggi impegnare tante energie e risorse umane in un retorico scontro sui temi delle "varie inclinazioni" della pista aeroportuale di Peretola, quando Firenze dista ormai 25 minuti in treno da Bologna e 35 minuti da Pisa ( nei prossimi 5 anni, dopo l'attuazione del raddoppio ferroviario)? Se si vuole discutere di " garanzie per la sicurezza" dei voli , c'è tutto lo spazio per trovare la corretta mediazione, ma se invece sotto queste menzognere premesse la ragione è quella di affermare un "primato di potenza" sulle altre città della Toscana, allora significa ancora una volta rifiutare di comprendere che Firenze se vorrà essere città globale dovrà diventare parte di una rete complessa di città, per mettere a sistema le proprie risorse cedendo una parte della sua sovranità.

Che senso ha impedire la nascita di un Piano metropolitano della mobilità e della conseguente Agenzia della mobilità, quando tutti i Comuni di quest'area vasta presentano il problema comune dell'accessibilità ai propri centri urbani e alla città capoluogo, con un enorme spreco di energia e un'intollerabile dissipazione di risorse che aumenta lo smog e deteriora la salute di tutti i 700.000 abitanti della nuova città?

Non sarebbe assai più produttivo discutere con tutti i Comuni dell'area metropolitana quali saranno le ricadute ed i benefici di un sistema integrato di tramvie e ferro-tramvie urbane integrato con un flessibile sistema di trasporto pubblico su gomma nelle aree periferiche e suburbane della città metropolitana, al quale si collega un efficiente servizio di metro' lungo l'asse Firenze-Prato-Pistoia e un altrettanto ben connesso sistema di trasporto pubblico veloce per i pendolari da parte del servizio nuovo di Ferrovie regionali?

Che senso ha riprodurre per oltre un lustro un primordiale conflitto sugli inceneritori, quando il vero problema strategico di quest'area vasta è determinato dalla incapacità di ridurre la produzione dei rifiuti urbani e industriali e di aumentare cospicuamente attraverso varie forme di raccolta differenziata, il recupero ed il riciclo delle materie prime secondarie, riducendo nel medio periodo anche le tariffe, oggi assai elevate, richieste ai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti?

Che senso ha affrontare una discussione sul nuovo stadio comunale nell'area di Castello, se nessuno ha mai nemmeno avviato una riflessione su ciò che vogliamo fare nell'enorme "vuoto urbano" che si verrebbe a determinare nell'area di Campo di Marte, dove gli abitanti di quel quartiere attendono da anni, non solo una liberazione dalla servitù sportiva , ma anche un progetto di rigenerazione urbana all'altezza dell'importanza che quell'area ha assunto negli ultimi 20 anni?

Che senso ha ipotizzare nuove bretelle e infrastrutture nella Piana, quando non si è ancora deciso attraverso un Piano strutturale di insieme dell'area vasta (proprio come lo schema direttore degli anni 90 intendeva fare) quali saranno i pesi urbanistici che assumeranno i vari nuclei urbani ( oggi Comuni sovrani) all'interno di un modello policentrico della nuova città metropolitana. E siamo proprio sicuri che i conflitti istituzionali oggi esistenti tra molti Comuni della Piana col capoluogo di Firenze, non convinceranno i soggetti economici privati a non investire in un'ipotesi così troppo moderna di città per le mentalità attualmente al governo in molti di questi Comuni?

Ciascuna di queste domande contiene una risposta costituita da un sistema integrato di proposte che, se ben gestite, offrono soluzioni precise a tutti questi quesiti.
Ma l'insieme di queste proposte comporta l'assunzione di una forte responsabilità politica nel decidere contemporaneamente una visione di sviluppo della nuova città, un nuovo assetto istituzionale nella gestione dei piani e dei progetti, un nuovo sistema di relazioni con le Province e con la Regione.

L'errore spesso commesso anche dalla cultura ambientalista più innovativa, negli ultimi anni, è stato quello di ritenere che il proprio compito si limitasse alla proposizione di " soluzioni tecniche", lasciando il manovratore libero di governare.
Senza nuove visioni di città, senza nuovi paradigmi nella progettazione dello sviluppo sostenibile locale, senza nuove utopie e linguaggi per l'acquisizione consapevole e creativa dei valori della contemporaneità nelle nostre città, non ci saranno soluzioni tecniche capaci di risolvere i giganteschi problemi che l'epoca moderna ci pone davanti.

Quando si critica la politica perché non riesce più ad emozionare o appassionare i cittadini, si deve avere il coraggio di andare fino in fondo per scoprire che alla politica, oggi, mancano proprio quelle visioni, quelle utopie, quelle idee creative capaci di immaginare la città in cui vogliamo vivere, di realizzare i sogni dei giovani offrendo loro la possibilità di realizzare attività ed esperienze di lavoro nuove, mai prima esistite nelle nostre città.
"Questo non è un paese per i giovani",avrebbero intitolato i fratelli Cohen se avessero prodotto un film oggi per l'Italia.


Il futuro non si costruisce con le visioni vecchie ed anche chi intende conservare i mirabili patrimoni di una città universale quale è Firenze, deve sapere che le trasformazioni dell'identità urbana e le innovazioni nelle strutture hanno costituito, nel passato glorioso di Firenze, la condizione necessaria per lasciare a noi posteri l'eredità che oggi possediamo.

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