[16/03/2010] News

Legambiente ed Anci sottoscrivono il Patto per il territorio

FIRENZE. Legambiente ed Anci insieme per promuovere una nuova cultura del territorio e dei fiumi con l'applicazione di una seria politica di prevenzione. Questo il principale obiettivo del "Patto per il territorio" che è stato sottoscritto questa mattina tra le due associazioni. Il territorio italiano è fragile talvolta mal governato e nelle ultime settimane si è reso evidente il dissesto idrogeologico che caratterizza il Paese: farne e alluvioni tra l'altro sono causa di ingenti danni alle attività economiche e nella migliori delle ipotesi portano enormi disagi alle popolazioni colpite.

I dati del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare parlano di 5.581 comuni considerati a potenziale rischio idrogeologico elevato, ma nonostante questi numeri ancora oggi l'urbanizzazione nelle zone a rischio idrogeologico è frequente. Secondo il dossier di Legambiente "Ecosistema rischio 2009" infatti nel 79% dei comuni monitorati sono presenti abitazioni esposte a pericolo frane e alluvioni.

«La prevenzione del rischio non è solo un problema di risorse finanziarie, ma necessita anche di un vero cambiamento di mentalità - ha sottolineato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente - E' prioritario, quindi, uscire dalla logica emergenziale post-disastro per impostare una corretta politica di gestione ordinaria del suolo in tutti i suoi aspetti, urbanistici, ambientali, sociali e di manutenzione, che costituirebbe la vera grande opera pubblica su cui impegnare risorse pubbliche, locali e nazionali, e risorse private. E' per questo che Legambiente e Anci hanno sottoscritto un Patto per il territorio che riesca a coinvolgere tutti gli attori in gioco, lo Stato, le Regioni, le Autorità di bacino, ma anche le associazioni nell'intento di programmare per tempo gli interventi di prevenzione e difesa da frane e esondazioni impostando una gestione organica e sistemica del suolo in tutti i suoi aspetti, urbanistici, ambientali, sociali» ha concluso il presidente.

Il Patto prevede impegni concreti e proposte d'intervento per la mitigazione territoriale del rischio idrogeologico, ma ha anche l'obiettivo di ottenere risorse economiche necessarie e capillari per la prevenzione.

«In questo particolare momento assume rilevanza il tema del dissesto idrogeologico nella sua concezione più ampia -ha dichiarato Flavio Morini, delegato ambiente e territorio di Anci - Non si tratta di soli problemi naturali legati alla situazione geomorfologica del territorio italiano, ma deriva anche da una serie di fattori legati sia all'agricoltura che all'intervento dell'uomo. L'impegno dell'Anci è di sensibilizzare gli enti associati al fine di prevenire questo fenomeno. I comuni avanzeranno proposte per reperire i finanziamenti necessari per intervenire ulteriormente su queste tematiche».

Una prima applicazione del Patto per il territorio sarà effettuata nel bacino idrografico del Tevere, un territorio compreso in gran parte tra Umbria e Lazio dichiarato "critico" dal Piano di assetto idrogeologico (Pai). Per l'intero bacino, il Pai ha previsto interventi per un importo di circa 1,7 miliardi di euro. Ad oggi è stato stanziato poco meno del 4%, a dimostrazione che le risorse in questo settore sono sempre più difficilmente reperibili.

«Fino ad oggi anche in quest'area all'aumentare delle spese per una presunta messa in sicurezza è corrisposta una contemporanea crescita delle spese in interventi straordinari per alluvioni - ha ribadito Maurizio Gubbiotti, coordinatore della segreteria nazionale di Legambiente- Gli interventi il più delle volte hanno causato una dissipazione di risorse economiche, senza essere adeguati alla riduzione del rischio idrogeologico complessivo. Riqualificazione del territorio, diminuzione del consumo di suolo, delocalizzazione dei beni esposti al rischio devono invece essere e parole d'ordine nel piano di messa in sicurezza del territorio. Solo così sarà possibile invertire il processo di sfruttamento e consumo di territorio, prendendo atto che la sicurezza, fruibilità e bellezza di un bacino idrografico dipendono prima di tutto dagli usi cui si destina» ha concluso Gubbiotti.

I punti prioritari del "Patto per il territorio" sottoscritto da Legambiente ed Anci:
Adeguare lo sviluppo territoriale alle mappe del rischio. Intervento necessario per evitare la costruzione nelle aree a rischio di strutture residenziali o produttive e per garantire che le modalità di costruzione degli edifici tengano conto del livello e della tipologia di rischio presente sul territorio.

Ridare spazio alla natura. Restituire al territorio lo spazio necessario per i corsi d'acqua, le aree per permettere una esondazione diffusa ma controllata, creare e rispettare le "fasce di pertinenza fluviale", adottando come principale strumento di difesa il corretto uso del suolo.

Torrenti e fiumare, sorvegliati speciali. Sollecitare i diversi livelli istituzionali di governo affinchè sia dedicata una particolare attenzione all'immenso reticolo di corsi d'acqua minori, visti gli ultimi avvenimenti in cui proprio in prossimità di fiumare e torrenti si sono verificati gli eventi peggiori e sono stati compiuti gli scempi più gravi.

Favorire la diffusione di corrette pratiche di manutenzione ordinaria del territorio mediante interventi mirati e localizzati, rispettosi degli aspetti ambientali.

Convivere con il rischio. Applicare una politica attiva, integrata tra i diversi livelli istituzionali competenti, per la "convivenza con il rischio" con sistemi di allerta, previsione delle piene e piani di protezione civile aggiornati, testati e conosciuti dalla popolazione.

Lotta integrata agli incendi. In molti casi il disboscamento dei versanti causato dagli incendi può aggravare maggiormente il rischio di frana di un versante, oltre che avere un notevole impatto ambientale. Per questo è urgente attuare una serie d'interventi insieme a gli altri soggetti preposti per ridurre il fenomeno.

Gestire le piogge in città. Bastano oggi eventi piovosi non straordinari per causare allagamenti e provocare danni rilevanti. Allagamenti che purtroppo causano a volte anche delle vittime. Per questo la gestione delle acque di pioggia è uno dei grandi problemi ambientali anche in città da risolvere attraverso un adeguamento delle reti di raccolta coniugando sicurezza e recupero della risorsa idrica.

 

 

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