[19/03/2010] News

In Burkina Faso i telefonini li riciclano Emmaüs e gli Ateliers du Bocage

LIVORNO. Emmaüs International e l'Ong del Burkina Faso Ateliers du Bocage-Burkina hanno deciso di mettere in piedi un progetto di raccolta e riciclaggio dei telefoni cellulari e dei loro componenti. Secondo le due organizzazioni nel Burkina Faso la maggior parte degli utilizzatori e riparatori dei telefonini non si rendono conto che i telefonini contengono sostanze nocive ed inquinanti come cadmio, piombo e mercurio. Il progetto ha preso il via lo scorso 11 marzo nella capitale Ouagadougou con la benedizione del ministero dell'ambiente.

«Che diventeranno i nostri telefoni cellulari una volta che non saranno più riparabili? - si chiede il giornale  Sidawaia Quotidien - La risposta alla domanda sembra evidente per molti dei burkinabè: abbandonarli nella natura o dai riparatori che, le più volte, non sanno che farne ed allora se ne sbarazzano, non importa come». In Burkina Faso, come in tutti i Paesi africani, il numero di utilizzatori di telefonini e dei loro accessori è in costante aumento, nel 2009 erano ormai 3 milioni, e secondo Ateliers du Bocage «la diffusione dei rifiuti merita un'attenzione particolare nel quadro della salvaguardia dell'ambiente. Da qui l'idea messa in opera di un progetto di raccolta e riciclaggio di rifiuti della telefonia mobile» che dovrebbe essere il primo passo per affrontare l'intera problematica della gestione sostenibile dei rifiuti elettronici ed elettrici nel Paese.

Il progetto africano prende spunto dall'esperienza svolta con successo in Francia, dove il problema è ancora più grosso, visto che i francesi cambiano ogni anno 19 milioni di telefonini, da Emmaüs, il movimento dell'abbé Pierre dai suoi Ateliers du Bocage che danno lavoro a 170 persone svantaggiate  in 6 punti di recupero-riciclo.  

Si calcola che in Burkina Faso negli ultimi anni siano stati smaltiti all'aria aperta tonnellate di rifiuti elettronici. Hubert Fodop Djojo, a capo di Ateliers du Bocage-Burkina, spiega che «Questo nuovo progetto viene ad aggiungersi all'attività tradizionale che conducono gli Ateliers du Bocage in Burkina in materia di disinquinamento dei materiali informatici fuori uso». Le nuove attività prevedono una raccolta  porta a porta dei telefonini ormai da buttare, sia nei laboratori dei riparatori che nei punti di vendita dei telefonini.

Fodop Djojo ha spiegato anche il meccanismo per incentivare la collaborazione: «Per ogni chilogrammo di rifiuti raccolti, ad esempio presso un riparatore, gli sarà data come contropartita un accessorio in buono stato. Si tratterà di caricatori, kit a mani libere e cavi Usb». I rifiuti che non potranno essere trattati localmente in maniera appropriate verranno inviati agli Ateliers du Bocage in Francia, mentre gli elementi metallici verranno tutti riutilizzati in Burkina Faso, fornendoli alle imprese in grado di farlo in maniera appropriata.

I raccoglitori inizialmente avranno il compito di recuperare i telefonini inutilizzabili nelle città di Ouagadougou e di Bobo-Dioulasso e saranno riconoscibili per le loro mobylettes (una specie dei nostri vecchi motorini Ciao) dotati di una cassa verde sul retro con ben in evidenza la scritta "Collecte et recyclage de déchets de téléphones mobiles".

La seconda fase del progetto consisterà nel mettere in piedi dei punti di raccolta dove poter conferire direttamente i vecchi telefonini. Poi, se l'iniziativa avrà successo, verrà estesa al resto del Pese. Secondo Samuel Yéyé, un funzionario del ministero dell'ambiente, «Da qualche anno il ministero ha elaborato una politica ed un piano di azione per dare delle risposte appropriate alla gestione dei rifiuti solidi nei centri urbani e rurali. Oggi si pone un'altra sfida legata alla gestione dei rifiuti elettronici e il ministero loda l'iniziativa dell'Ong Ateliers du Bocage-Burkina per la messa in opera del progetto di raccolta e riciclaggio di questi oggetti elettronici. Il progetto partecipa al rafforzamento della volontà del governo burkinabé di lottare contro tutte le forme di inquinamento dell'ambiente e della qualità della vita. Il coinvolgimento del ministero dell'Environnement et du Cadre de vie nel comitato di controllo del progetto è un'eccellente iniziativa. Spero che questa scelta partecipativa dell'Ong Ateliers du Bocage-Burkina sia un modello adatto ad ispirare altri protagonisti sia sul piano nazionale che internazionale».

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