[24/03/2010] News

Scarsa tutela degli uccelli selvatici e caccia: la Lipu-BirdLife spiega le motivazioni per cui l'Italia sarà condannata dall corte di Giustizia Ue

FIRENZE. La Lipu-BirdLife Italia anticipa i tempi e in un documento tecnico spiega i motivi per cui l'Italia sarà condannata dalla Corte di Giustizia europea per scarsa tutela degli uccelli selvatici. La procedura di infrazione 2006/2131, è pendente da quattro anni sull'Italia per il cattivo recepimento e disapplicazione della direttiva Uccelli. Nello specifico il parere negativo espresso, motivato e argomentato, riguarda vari aspetti della tutela degli uccelli selvatici: il mantenimento di uno stato di conservazione soddisfacente, il non deterioramento della situazione in atto, il rispetto dei criteri ornitologici o la tutela degli habitat esterni alla Rete Natura 2000. Inoltre c'è la parte della  procedura di infrazione che riguarda il tema della caccia: assenza, nella legislazione italiana, del divieto esplicito di cacciare nei periodi di riproduzione e migrazione prenuziale degli uccelli e le deroghe di caccia. Su queste ultime l'Europa muove all'Italia due contestazioni: l'abuso regionale dello strumento, utilizzato come "espediente" per la caccia ordinaria, e la carenza di controllo e interevento sulle deroghe da parte dello Stato.

«E' stato un grave errore speculare sulla procedura di infrazione 2131- ha dichiarato Danilo Selvaggi, responsabile Rapporti istituzionali della Lipu-BirdLife Italia - e addirittura utilizzarla a rovescio, come espediente per modificare in senso filo-venatorio la legge sulla caccia. Intanto, le vere risposte all'Europa non sono arrivate, il tempo è trascorso e la procedura è giunta al suo ultimo stadio. La condanna per violazione dell'articolo 226 del Trattato dell'Unione pare a questo punto inevitabile - ha continuato l'esponente della Lipu - anche perché la situazione è fotografata al dicembre 2008, momento del ricorso della Commissione alla Corte, e dunque è molto difficile che un intervento possa cambiare le sorti del giudizio. Di certo, un passo imperdonabile sarebbe quello di aggiungere adesso errore ad errore, approvando un articolo, il 43 della legge Comunitaria 2009, che non solo ignora le più critiche richieste comunitarie, ma finisce col peggiorare la situazione e comprometterla anche in vista della probabile procedura successiva, quella per esecuzione della sentenza».

Nel documento della Lipu-BirdLife Italia viene spiegata la situazione in atto e incrociata con l'articolo 43 della legge Comunitaria 2009, approvato al Senato ed ora in discussione alla Camera. L'articolo dovrebbe servire a risolvere la procedura ma, secondo l'associazione, manca la risposta a tutti i punti più critici contestati, ed anzi rischia di aggravarne la portata. E' il caso, ad esempio, dell'incongrua cancellazione dei limiti massimi del calendario nazionale che andrebbe ad aprire una nuova e forse persino più grave stagione di deroghe. «A questo punto le strade sono due: o si emenda l'articolo 43 con le corrette risposte all'Europa, tra l'altro espungendolo dall'improponibile cancellazione dei limiti temporali alla stagione venatoria, o lo si sopprime per lavorare ad un nuovo testo, finalmente al riparo da scappatoie» ha concluso Selvaggi.

Il documento della Lipu-BidLife Italia è disponibile alla pagina http://www.lipu.it/pdf/CommentoTecnicoArt43AC2449BComunitaria2009.pdf

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