[25/03/2010] News

Alla Cites non piace il mare: no anche alla maggiore protezione di 5 specie di squali

LIVORNO. Dopo il niet all'inclusione di tonno rosso e coralli rossi e rosa negli Annex I e II, la Cop 15 della Convention on International Trade and Endangered Species of Wild Fauna and Flora (Cites) che si è conclusa oggi a Doha ha anche votato contro maggiori controlli sul commercio internazionale per cinque specie di squali  che sono in grave declino a causa della pesca eccessiva a scopo alimentare.

I governi Cites hanno votato contro le proposte di Palau ed Usa, appoggiati da altri Stati, di inserire lo Squalo martello smerlato (Sphyrna lewini), lo squalo martello maggiore (Sphyrna mokarran) e lo squalo martello comune (Sphyrna zygaena - nella foto), lo squalo longimano (Carcharhinus longimanus) e lo spinarolo (Squalus acanthias ) nell'Annex II, il che avrebbe permesso di applicare una migliore gestione delle attività di pesca riguardanti il commercio internazionale e di recuperare gli stock in calo di questi pesci. Si tratta infatti di specie di squali particolarmente vulnerabili alla pesca eccessiva perché hanno tutti una crescita lenta prima di raggiungere la maturità sessuale ed una lunga fase giovanile. Le pinne degli squali martello sono molto ricercate per fare la "zuppa di pinna di squalo", ma la loro carne non è considerata molto buona e gli squali martello sono spesso vittime della tecnica del "finning", cioè l'asportazione delle pinne con la carcassa dell'animale che viene rigettata in mare. La forte richiesta di pinne è una delle cause principali anche della scomparsa dagli oceani dagli squali longimani.

E' andata meglio alla proposta di Svezia e Palau per lo squalo smeriglio (Lamna nasus), molto pescato per la sua cane e le sue pinne, che invece è stato incluso nell'Appendice II. Le proposte di porotezione includevano anche squalo bruno (Carcharhinus obscurus) e squalo grigio (Carcharhinus plumbeus).

Partite dalla Germania, le proposte di inserire nell'elenco gli smerigli e gli spinaroli sono state ufficialmente presentate dalla Svezia, supportata da altri Paesi dell'Ue, e co-sponsorizzate da Palau, un piccolo Stato insulare dell'Oceania. Shark Allianche spiega che smerigli e spinaroli, classificati dalla Iucn come in pericolo di estinzione nell'Atlantico nord-occidentale e come vulnerabili a livello globale, «Sono a rischio soprattutto per la domanda di loro carne che imperversa sul mercato internazionale. In Europa, la carne di smeriglio è tra le carni di squalo più preziose, soprattutto in Francia; la carne di spinarolo è più diffusa, riscontrata regolarmente nelle botteghe britanniche di "fish & chips"».

Secondo il network di associazioni che difendono gli squali nel mondo ogni anno vengono uccisi tra i 26 e 73 milioni di questi pesci. «Gli squali sono animali particolarmente vulnerabili e le specie proposte per l'elenco Cites sono state colpite in maniera particolarmente grave dal commercio internazionale - ha detto Heike Zidowitz, presidente dell'associazione scientifica tedesca per la salvaguardia degli squali, che ha guidato la delegazione di Shark Alliance alla Cop 15 di Doha - È giunto il momento di vedere gli squali non solo come merce commerciabile, ma come animali liberi e di usare il trattato sulla fauna selvatica per esercitare un maggiore controllo sul loro redditizio commercio».

Glenn Sant, coordinatore del Global marine programme  di Traffic, non è per niente contento: «Ancora una volta la Cites ha evitato di ascoltare gli scienziati. La decisione di non inserire tutti questi squali è una catastrofe per la conservazione di queste specie. Le popolazioni di questi squali sono diminuite di oltre il 90% in alcune aree, molti di loro vengono catturati illegalmente e sono destinati a finire nel commercio delle pinne di q squali. Sono presi di mira per il loro elevato valore. L'attuale livello del commercio di queste specie non è semplicemente sostenibile».

Le associazioni ambientaliste sono particolarmente preoccupate perché il rifiuto di inserire nell'Annex II tre delle quattro specie  di squali proposte, viene dopo il clamoroso fallimento di altre proposte marine alla Cop 15 della Cites di Doha, nonostante le schiaccianti prove scientifiche sul depauperamento delle popolazioni di tonno rosso mediterraneo e di quelle dei coralli "commerciali".

«Queste specie marine hanno un disperato bisogno di protezione e di una forte e sana gestione commerciale - sottolinea Carlos Drews, direttore dello Species programme del Wwf International - Noi continueremo a batterci per questo. La vitalità dei nostri oceani, dai quali dipendono milioni di persone, si  basa su popolazioni sane di specie come gli squali e i coralli».

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