[26/03/2010] News toscana

Ricorso al Tar contro la centrale a biomasse nel porto di Livorno

LIVORNO. Una serie di vizi formali legati nelle procedure che hanno portato alla concessione e il mancato rispetto della Convenzione di Aarhus. Sono gli elementi su cui si basa il ricorso al Tar presentato da Medicina democratica e dal comitato Difesa ambiente contro la centrale a biomasse della Porto Energia, società controllata dalla Compagnia portuale. Un impianto da 52 megawatt che, dopo le conferenze dei servizi, ha ottenuto il via libera dalla Provincia di Livorno.

Oggi a spiegare le ragioni del ricorso, c'era l'avvocato del foro pisano Giancarlo Altavilla, che ha già assistito il Comitato contro il rigassificatore Olt. Ora una nuova battaglia. «Vi sono delle precise norme sulla partecipazione che non sono state rispettate e alcune lacune dal punto di vista procedurale» ha spiegato Altavilla.

In particolare, secondo il legale, «sono stati superati precisi vincoli utilizzando procedimenti dialettici. E' il caso della Valutazione di impatto ambientale che non è stata eseguita, oppure delle indicazioni dell'Arpat sui filtri che verranno installati solo in caso di superamento dei limiti delle polveri sottili previsti dalla legge».

Vi è poi l'aspetto della partecipazione, e del rispetto della Convenzione di Aarhus. A differenza dell'opposizione al progetto Olt, dove il Consiglio di stato non ha ritenuto valido il ricorso perché i cittadini non avrebbero avuto diritto di opporsi all'impianto, per la centrale a biomasse, l'interesse e il coinvolgimento dei cittadini sarebbero diretto. Una condizione li "giustificherebbe", attraverso le associazioni, a fare ricorso. «Con un singolo decreto autorizzativo sono state decise le scelte energetiche con tutto ciò che ne consegue anche in termini inquinamento. Conseguenze che saranno sopportate da tutta la città e dai cittadini» ha detto Altavilla.

Per il responsabile di Medina Democratica Maurizio Marchi, le centrali, ultima delle quali quella della Enital, si tradurranno in un appesantimento delle emissioni in un'area già molto inquinata. «Il distretto dell'energia proposto dal candidato alla presidenza della Regione Enrico Rossi, per noi, è una provocazione - ha detto Marchi - E con la centrale della Ex Feder Petroli, vi sarà un peggioramento della situazione».

Sulla stessa linea Mario Martelli del Comitato difesa ambiente. «L'Arpat ha specificato la zona di Livorno è una zona critica dove ci sono eccessive emissioni» ha ricordato Martelli. Il parere di Arpat però, non è stato ritenuto vincolante, anche se, per Altavilla, lo è eccome. «L'Arpat è un membro della conferenza dei servizi è in quanto tale le sue prescrizioni devono essere rispettate» ha ricordato Altavilla.

Per la Provincia, però, l'impianto è stato autorizzato seguendo la normativa in vigore. «Abbiamo già verificato con i nostri uffici tutte le procedure e posso dire che l'iter che ha portato all'approvazione della centrale è corretto», ha spiegato il presidente della provincia Giorgio Kutufà
Restano invece i tanti dubbi sulla filiera corta, sulla quale non ci sono certezze, e il mancato rispetto del Pier.

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