[26/03/2010] News

Investimenti nelle energie rinnovabili: nel 2009 la Cina ha superato gli Usa. L'Italia nona del G20

LIVORNO. Oggi il Quotidiano del Popolo, il giornale del Partito comunista cinese, annuncia trionfante: «La Cina ha battuto gli Stati Uniti per la prima volta l'anno scorso in materia di investimenti nelle energie a basso tasso di carbonio, come l'energia eolica o l'energia solare».
Il quotidiano cinese riporta i dati del rapporto "Who's winning the clean energy race? Growth, competition and opportunity in the world's largest economies" appena pubblicato dal Pew charitable trusts: nel 2009 la Cina ha investito 34,6 miliardi di dollari nelle energie rinnovabili (o pulite come preferiscono chiamarle cinesi, francesi e americani per poterci infilare a volte anche il nucleare), quasi raddoppiando quelli degli Usa che hanno investito 18,6 miliardi di dollari, arrivando secondi.

Terza è la Gran Bretagna con 11,2 miliardi di dollari, seguita dal resto dei Paesi Ue che non fanno parte del G20 (Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Greecia, Ungheria, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia e Svezia) che tutti insieme arrivano a 10,8 miliardi, segue la Spagna con 10,4 miliardi di dollari, il Brasile con 7,4, la Germania neo-nucleare ad ormai solo 4,3, il Canada a 3,3, l'Italia è nona su 20 a 2,6 miliardi di dollari investiti, davanti all'India che ci tallona e chiude la top ten con 2,3 miliardi.

Secondo il Pew charitable trusts «Negli ultimi cinque anni gli Stati Uniti hanno trainato anche cinque membri del G-20 (Turchia, Brasile, Cina, Regno Unito e Italia) nel tasso di crescita degli investimenti dell'energia pulita». Ma la spinta propulsiva sembrerebbe affievolirsi.

Il rapporto Pew esamina trend principali di finanziamenti, gli investimenti e tecnologie dei Paesi del G20 a la loro clean energy economy, tracciando un quadro globale degli investimenti: venture capital, iniziative pubbliche ed espansione delle aziende, fusioni ed acquisizioni, progetti su vasta scala.

Secondo la Pew la clean energy economy nel mondo ha segnato una forte crescita: a livello globale, investimenti in energie pulite sono aumentati del 230% dal 2005 e gli investimenti da parte di quasi tutti i membri del G-20 sono cresciuti di oltre il 50% negli ultimi cinque anni.

Nonostante la crisi mondiale, nel 2009 gli investimenti globali nelle energie pulite hanno raggiunto i 162 miliardi dollari (meno 6% rispetto al 2008) e quelli dei Paesi del G20 hanno rappresentato più del 90% dei finanziamenti per le rinnovabili. Attualmente nel nostro pianeta sono installati più di 250 gigawatt di energia rinnovabile, cioè il 6% dell'energia a livello mondiale. Nel 2010 gli investimenti in energie rinnovabili dovrebbero raggiungere i 200 miliardi dollari.

Secondo Phyllis Cuttino, direttrice della Global warming campaign del pew environment group «Anche nel bel mezzo di una recessione globale, il clean energy market ha registrato una crescita impressionante. I Paesi stanno giocandosi la leadership. Sanno che investire nell'energia pulita vuol dire rinnovare la base produttiva e creare opportunità per l'export, il lavoro e il business.

Per Michael Liebreich, direttore esecutivo della Bloomberg New Energy Finance, «I fatti parlano da soli. Nel 2009 i clean energy investment in Cina hanno totalizzato 34,6 miliardi, mentre negli Stati Uniti ammontano a 18,6 miliardi. La Cina è ormai il leader mondiale nell'attrarre nuovi capitali e nel fare nuovi investimenti in questo settore».

Secondo il rapporto, «I Paesi con un forte quadro politico nazionale, comprese normative sull'energia rinnovabile, carbon market, prestiti prioritari per progetti di energie rinnovabili e obiettivi di governo e di mandato per l'energia pulita, come Cina, Brasile, Spagna, Gran Bretagna e Germania, hanno i più robusti settori di energia pulita in percentuale rispetto alle loro economie. Paesi senza un quadro politico, compresi Giappone Stati Uniti ed Australia, sono in ritardo».

La Cuttino è convinta che «La posizione concorrenziale degli Usa è a rischio nell'emergente economia pulita. La nostra nazione è davanti ad una scelta critica da fare: passare alle necessarie politiche federali per posizionarci come leader mondiale nel grande e crescente mercato mondiale dell'energia pulita o continuare a farci anticipare in questa gara dalla Cina e da altri Paesi».

Gli Usa sono ancora in testa al G-20 sia per investimenti in venture capital che private equity associati all'innovazione tecnologica, però nel 2009 hanno trainato gli asset financing con "solo" 11,2 miliardi di dollari, mentre la Cina ha investito 29,8 miliardi. E gli asset financing sono un vero e proprio barometro per la diffusione delle energie rinnovabili, per la creazione di posti di lavoro e per il business.

Lo sguardo è rivolto al Senato Usa dove la legge sul clima di Obama non riesce ad uscire dalle secche dell'ostruzionismo repubblicano e del lobbismo esercitato dalle compagnie petrolifere ed automobilistiche.

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