[30/03/2010] News toscana

Urbanistica, mobilitą, partecipazione: Renzi presenta alla cittą la sua idea di Piano Strutturale

FIRENZE. «Una riflessione politica su dove va la città, che cosa vuole cambiare e come immagina sé stessa nel futuro: questo è il Piano strutturale. E invece la discussione su di esso verte quasi esclusivamente intorno ai volumi, intorno cioè non al "come" ma al "quanto": e a questo riguardo devo dire che, secondo me, in questa città si è già costruito abbastanza, forse troppo. E' sulla qualità che va fatto un ragionamento, oltre che sulle priorità politiche da dare alla Firenze di oggi e di domani. Il Piano strutturale, insomma, deve definire in che città i fiorentini vogliono vivere, non può star dietro alle pressioni di chi alla politica dice solo "io devo costruire": se vuoi solo costruire, comprati un Lego».

Sono parole forti, quelle pronunciate oggi dal sindaco di Firenze Renzi in un incontro tenutosi al Rettorato dell'ateneo fiorentino nell'ambito del corso di Diritto amministrativo. Parole che, anche nel momento del primo vero confronto politico riguardo alla futura approvazione del Piano strutturale (Ps), confermano la robusta impostazione che (finora, almeno a livello di annunci) l'amministrazione in carica intende praticare in direzione del contenimento delle volumetrie e del consumo di suolo.

La logica del nuovo Ps, secondo Renzi, verterà da un lato sull'obiettivo («o meglio sulla linea di indirizzo, visto che l'iter di alcune opere è già in fase avanzata e non possiamo fermarle») degli "zero volumi", dall'altra sull'obiettivo dei "dieci minuti a piedi", cioè su una sistemazione urbanistica/logistica che permetta alla popolazione di raggiungere in 10 minuti una piazza, un giardino, o «comunque un luogo di relazione, visto che oltre al degrado delle buche e dei muri sporchi c'è il degrado delle relazioni, della solitudine, ed è anche da questo che deve partire il Ps nel suo voler essere di sostegno alla politica, e non all'edilizia, della città».

Una città che, secondo dati Aci citati dallo stesso Renzi, vede le sue auto «crescere in modo esponenziale: nel solo primo semestre del 2009 sono state 11.600 (+19% rispetto allo stesso periodo del 2008) le nuove auto, di fronte a circa la metà (6050) rottamate». E, per contrastare questo elemento, occorre secondo Renzi un ulteriore aumento delle corsie preferenziali («almeno altri 3 km, dopo che con la chiusura di via Valfonda abbiamo realizzato la più lunga preferenziale mai vista in città»), il rinnovamento - ulteriore - del parco mezzi Ataf (nella misura di un «rinnovo di tre quarti della flotta entro un biennio»), e in generale una politica della mobilità che, così come nel più generale ambito dell'urbanistica, faccia di Firenze «la città leader della sostenibilità ambientale», concetto che Renzi ha oggi rilanciato dopo lungo tempo.

Ed è, questa parte dell'intervento del sindaco, quella più controversa: nella "capitale della sostenibilità" per come la immagina Renzi trovano posto contemporaneamente «investimenti su un trasporto pubblico funzionale e sull'elettrico, che adesso è davvero pronto per il mercato», la messa in funzione - in prospettiva - dell'Ecopass (e questa è - almeno in parte - una novità rispetto al recente passato), «purché sia collegato all'innovazione tecnologica e al trasporto pubblico, visto che trovo giusto che chi viene a Firenze debba pagare qualcosa in termini di risorse economiche e/o logistiche», il «superamento della farsa dei blocchi stradali, poiché non si fa la sostenibilità con la sola centralina di via ponte alle Mosse, e comunque il problema vero, secondo me, è il pm1 più che il pm10, per contrastare il quale (visto che viene al 24% dalle auto) dovrei paradossalmente chiedere la chiusura dell'A1». Tutti elementi che hanno più o meno coerenza (al di là delle critiche sull'eccesso di noncuranza con cui il comune di Firenze ha affrontato finora la questione dei - pur poco influenti - blocchi al traffico) con gli auspici di una forte impostazione in direzione della sostenibilità.

Ma nella "città leader della sostenibilità" trova posto, nella visione del sindaco, anche la realizzazione del "tubetto", come scherzosamente ha definito il suo progetto per la tangenziale, che è sostanzialmente (vedi link in fondo alla pagina) una via di mezzo tra i percorsi previsti in passato per il "tubone" ipotizzato nel Ps attualmente in adozione («che aveva un impatto limitato sulla mobilità cittadina, visto che avrebbe abbassato solo dell'11% il traffico sui viali») e il "tubino" immaginato dall'urbanista Winkler negli anni '80. L'idea è quella di una tangenziale («che non sarà del tutto sotterranea: il progetto sarà definito entro l'anno» - ha poi precisato) che connetta i due «grandi assi sincopati di ingresso in città, cioè il viadotto di Varlungo e quello dell'Indiano, dove 4 corsie diventano improvvisamente due» percorrendo la direttrice Varlungo-campo di Marte-Cure-Careggi-il Sodo.

E qui, come detto sopra e come greenreport ha evidenziato ripetutamente, non si può non sottolineare una certa incoerenza tra la politica di sostegno alla mobilità sostenibile più volte indicata come centrale (e inserita in una robusta cornice di sostenibilità per quanto riguarda l'urbanistica in generale) e l'ipotesi di realizzazione di un'infrastruttura mastodontica, nemmeno del tutto sotterranea e finalizzata al solo trasporto su gomma come il "tubone", "tubetto" o "tangenziale" che dir si voglia. Visto che si parla di centinaia di milioni di euro da spendere, e di immani risorse politiche da investire, forse sarebbe il caso di utilizzare queste risorse per velocizzare (e, perché no, ingrandire ed evolvere) il processo di realizzazione delle altre linee di tramvia previste, o comunque di altre opere strutturali per la mobilità sostenibile, più che rilanciare un così grande e impattante progetto di sostegno alla mobilità privata. Ma sarà il dibattito dei prossimi mesi a dare una risposta definitiva a questo proposito.

Riguardo alla tramvia, infine, (con la quale «va di pari passo» il progetto-tangenziale) Renzi ha chiarito che l'ipotesi di evitare piazza della Libertà (lato nord del centro) non è vista di buon occhio dal Ministero, e questo creerebbe problemi per la recente idea che prevede di attraversare il centro in sotterranea sulla direttrice Smn-S.Ambrogio (lato est del centro): «su questo vedremo - ha sostenuto - ciò che importa è che la linea 2 sarà la linea che collega le università, e quindi dovrà arrivare anche al polo scientifico di Sesto». Inoltre, è allo studio l'ipotesi di interrare il percorso del tram tra la zona del viale Belfiore e la stazione, creando sostanzialmente una «linea dritta tra Sesto e Bagno a Ripoli, che a quel punto avrà senso anche in prospettiva-ecopass». Per la linea 3, invece, è confermata l'intenzione di svolgere il percorso designato (Careggi-Smn) evitando però il passaggio nell'area Statuto-piazza Leopoldo, a cui si preferirebbe un transito per la zona del Multiplex (rione di Novoli), dell'ex-panificio militare, della manifattura tabacchi adiacente al parco delle Cascine.

Tra gli altri argomenti citati nelle quasi due ore del suo intervento, va sottolineato che Renzi ha sostenuto di credere più in una «nuova stagione di partecipazione civica, che veda nuove forme di confronto come i bar-camp o le riunioni a tema, e che sia centrata sui "paesi nella città" come Castello, Settignano, il Romito, che sono ormai la vera rappresentanza con cui confrontarsi» piuttosto che nella concertazione tradizionale, che «è morta per la mancanza di veri interlocutori rappresentativi, partiti compresi». «Perplessità», però, è stata espressa sulla realizzazione di un Urban center creato ad hoc dall'amministrazione.

Riguardo alla zona di Castello, il comune ha «chiesto a Fondiaria la discussione su una nuova convenzione, che preveda meno volumetrie rispetto al progetto attuale e l'apertura all'ingresso di altri privati - cioè alla Fiorentina, se la dirigenza vorrà - per costruire la Cittadella viola».

Infine, su sollecitazione di Gianfranco Cartei, ordinario di Diritto amministrativo presso l'università di Firenze, che ha parlato di «possibile imminente revisione della legge 1/2005», cioè della normativa urbanistica toscana, Renzi ha detto di «sostenere l'ipotesi di modifica, perché nella 1/05 ci sono delle norme anti-comuni (non meglio precisate, nda) che vanno eliminate».

Riguardo ai tempi politici per l'approvazione del Ps, il crono-programma presentato dal sindaco prevede «la discussione in giunta il 13 aprile, e il 19 in consiglio, quando saranno dibattute anche le norme chiamate impropriamente "antiquadra": poi nel mese di maggio sarà discussa una piccola variante per includere nel Ps alcuni palazzi esclusi, per un errore, dalla pianificazione, e infine entro l'estate - o al limite a settembre - il Piano sarà definitivamente approvato».

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