[30/03/2010] News

Per Greenpeace il "cloud computing" fa innalzare le emissioni di gas serra

FIRENZE. L'eccessivo utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione e i social network che facilitano una lunga permanenza davanti al video, specialmente dei giovani, non fa bene alla salute, ma ora in base alle ricerche di Greenpeace pare che non faccia bene neanche all'ambiente andando ad incrementare gli impatti già noti delle tecnologie informatiche. Apple, Facebook e più in generale il "cloud computing" (insieme di tecnologie informatiche che permettono l'utilizzo di risorse hardware o software distribuite in remoto), emettono gas serra in seguito all'accesso via Internet a servizi e contenuti. «Il lancio di dispositivi che sono la quintessenza del "cloud computing" come l'iPad di Apple, che consente l'accesso alla nuvola di servizi online quali social network e streaming video, può innalzare l'impatto ambientale dell'information technology più di quanto stimato in precedenza» hanno dichiarato da Greenpeace.

L'associazione ambientalista analizzando l'attuale tasso di crescita ha stimato che i data center e le reti di telecomunicazione consumeranno quasi duemila miliardi di kilowattora di elettricità nel 2020. «E' oltre il triplo del loro consumo attuale, e più del consumo elettrico di Francia, Germania, Canada e Brasile messi insieme». Greenpeace si sofferma poi sui piani di Apple e Facebook visto che stanno costruendo data center che saranno alimentati principalmente da centrali a carbone, con un paradosso evidente: nuove tecnologie alimentate con vecchie fonti energetiche particolarmente inquinanti. «L'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è la costruzione di ulteriori infrastrutture per il "cloud computing" in luoghi dove farebbero crescere la domanda di energia sporca, a carbone» ha concluso Greenpeace, che ha invitato le internet company e i governi ad adottare energia pulita.

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