[31/03/2010] News toscana

La nuova politica toscana tra programma elettorale e programma di governo

FIRENZE. «Il liberismo aggressivo, il mercato senza disciplina e senza altra preoccupazione se non quella di soddisfare l'ambizione individuale e l'arricchimento "pret-à-porter" hanno seminato pericolose convinzioni a cui sentiamo di replicare con una seria gestione dello sviluppo e della crescita». Se dovessimo sintetizzare in una frase gli aspetti più inerenti al perseguimento della sostenibilità contenuti all'interno del programma della coalizione che sostiene il nuovo presidente della giunta Enrico Rossi, quella citata sarebbe probabilmente la più adatta: il lavoro che ora attende il nuovo presidente dovrà (sia nei nostri auspici, sia da quello che si può leggere tra il programma pubblicato a febbraio - vedi link in fondo - e le "aggiunte" che Rossi ha pubblicato sul suo sito sotto forma di "idee per la Toscana") vertere principalmente proprio sul delicato equilibrio che sussiste tra le parallele necessità di un rilancio dell'economia regionale e dell'inserimento di questo rilancio all'interno di un contesto di forte sostenibilità sia ambientale, sia sociale, sia economica.

Quanto scritto vale, almeno a livello di intenti generali, per l'energia («l'approvvigionamento e la produzione di energia sono ormai imprescindibili da una vera sostenibilità della crescita economica»), per la mobilità immateriale («estendere a tutto il territorio regionale la copertura della rete a banda larga e dare una centralità alla Rete telematica sia come strumento di governance che di servizio al cittadino») e per la mobilità fisica: a questo ultimo proposito, nel programma di coalizione sono da segnalare l'ipotesi della creazione di una «cabina di regia regionale in grado di pianificare ed esercitare un'azione di governance nei confronti di province e comuni, per la realizzazione di grandi progetti urbanistici ed infrastrutturali» e la necessità di  «completare l'infrastrutturazione di collegamento interno stradale e ferroviario, rafforzando le dotazioni portuali e aeroportuali. In particolare, occorre investire sulle infrastrutture ferroviarie - es. binario unico, elettrificazione, ecc. - per incrementare il trasporto di persone e merci, così come sviluppare la mobilità ciclabile».

Tra i contenuti inerenti alle "idee per la Toscana" di Rossi, infine, segnaliamo che in aggiunta a quanto scritto nel programma di coalizione sono presenti cenni alla necessità di «completare alcune opere autostradali» - e qui andrà visto quali opere sono ritenute "già avviate", e quindi effettivamente "da completare", e quali invece sono ancora da "realizzare" in toto, e dove quindi il dibattito è da considerarsi ancora aperto - e sono ipotizzati due interventi specifici per infrastrutture ferroviarie (che, si immagina, potranno essere finanziate anche con «fondi di investimento internazionali o fondi sovrani esteri»), riguardanti «la metropolitana di superficie o sotterranea per l'intera area vasta fiorentina» e il «treno superveloce per il collegamento tra l'aeroporto di Pisa e quello di Firenze».

Di particolare interesse, nel programma, sono anche l'auspicio dell'instaurarsi di «una pianificazione integrata energia-ambiente-sviluppo economico che preveda anche strumenti di successiva implementazione mediante accordi di programma con gli enti pubblici, partnership con le imprese e forme di partecipazione pubblica», del passaggio «da un modello di finanziamento per bandi di gara generalisti ad uno per progetti regionali finalizzati o orientati all'open innovation territoriale», di un «rafforzamento delle iniziative di promozione della salute e delle politiche intersettoriali (es. salute & ambiente)», così come sono da segnalare le intenzioni di un rilancio dell'agricoltura (che in regione «non è finalizzata solo alla produzione ma svolge un ruolo plasmante del cosiddetto paesaggio toscano» e che si intende sostenere attraverso una più capillare ed evoluta gestione delle filiere corte nel loro rapporto con il commercio e la Gdo, con il no agli Ogm «come da legge regionale», con «l'innovazione organizzativa di filiera», col miglioramento della governance).

Riguardo all'agricoltura, tra le "idee di Rossi" (che per il settore ritiene «centrali le politiche per il lavoro con una particolare attenzione a quelle per la sicurezza»), va riportata l'intenzione di realizzare ulteriori «bacini per la garanzia di accumulo dell'acqua per periodi di siccità, sia per uso potabile sia per uso agricolo, e progetti per la regimazione delle acque piovane in funzione antincendio», elemento che sarà di grande importanza nei prossimi decenni a causa del - molto probabile - proseguire dell'innalzamento termico e della diminuizione degli apporti precipitativi associati agli effetti sulla Toscana del global warming.

Scendendo ad un livello di maggiore dettaglio, naturalmente, la politica che si intende attuare diventa però più controversa: come abbiamo già fatto nell'articolo visibile in fondo alla pagina, restano le obiezioni che si possono sollevare riguardo all'ipotesi di un «distretto energetico costiero» e in particolare sul secondo rigassificatore (riguardo al quale il programma non prende posizione e si limita a parlare della necessità di «valutare» la sua effettiva necessità, mentre nelle dichiarazioni in campagna elettorale si è spinto molto oltre). E va ricordata inoltre la discrepanza che sussiste tra l'auspicio di «favorire la riconversione di centrali elettriche inquinanti» (che è da inserirsi nel più generale obiettivo di «sviluppare un distretto energetico regionale per la produzione di energia, valorizzando in particolare le fonti rinnovabili ed adottando un piano regionale di efficienza energetica») e la - più volte dichiarata sulla stampa generalista - favorevole opinione del nuovo presidente riguardo all'utilizzo della controversa tecnologia del carbon capture and storage (ccs).

Una ampia mole di lavoro da svolgere, inoltre, investirà anche il settore acqua e rifiuti, a partire dalla questione più urgente posta dall'approvazione della legge nazionale sugli enti locali che abolisce gli Ato entro un anno. Un cambiamento che rischia di mettere a repentaglio la riforma introdotta dalla l.r. 61, che riorganizza la gestione del ciclo dei rifiuti. In Toscana gli Ato, già ridotti da 10 a 3, stanno infatti lavorando per indire le gare per il gestore unico, gare che rischiano di essere bloccate nel nascere. Il ruolo di definire a chi attribuire le funzioni tolte agli Ato spetta però ancora alle regioni che potrebbero optare per le province o farle rimanere di competenza diretta delle amministrazioni regionali. Si tratta allora di capire se Rossi vorrà mantenere fede alle intenzioni annunciate - a proposito di Ato - in campagna elettorale,  di andare a definire un unico ambito regionale per l'acqua e altrettanto per i rifiuti; una scelta che al di là della personalità giuridica (e del fatto che comunque, nel programma, si parla invece di «completamento del ciclo integrato dei rifiuti nella cornice dei 3 Ato previsti», e non di uno solo come per l'acqua) potrebbe quindi rimanere alla stessa regione in termini di attribuzione di funzioni. Ovvero potrebbe essere la regione a svolgere le funzioni che sino ad ora sono state attribuite agli Ato. Ma anche qui occorrerà vedere come dal programma e dalle dichiarazioni di intenti si passerà all'effettività dell'azione politica, così come sarà interessante vedere se e come sarà posto in pratica l'auspicio, riguardo agli impianti di termovalorizzazione, di «attuare con rapidità il piano regionale e porsi successivamente come obiettivo, in una logica di area vasta, la realizzazione di impianti meno numerosi e più efficienti, sostitutivi di quelli più piccoli e vecchi».

 

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