[08/04/2010] News

Il Madagascar mette al bando il taglio e commercio di legname pregiato

LIVORNO. Il Madagascar è ancora in pieno caos politico dopo il colpo di stato militare di un anno fa, continuano gli scontri nelle strade, la fame aumenta anche a causa degli uragani che colpiscono a ripetizione le zone costiere, l'autorità dello Stato è sempre più debole e fioriscono i traffici illegali di legname, materie prime ed animali. Uno spreco di una biodiversità unica che potrebbe essere la ricchezza della grande isola. Nonostante le sanzioni contro il Paese funzioni per quanto riguarda altri settori, il saccheggio delle foreste pluviali del Madagascar continua impunito ed carichi di legni duri pregiati, tra cui palissandro ed ebano, prendono indisturbati il mare verso i Paesi occidentali e l'Asia.

«Decine di migliaia di ettari sono stati danneggiati, anche nei parchi nazionali di Marojejy, Masoala, e Makira - denuncia Salva le Foreste, l'osservatorio indipendente sulle foreste primarie - Il disboscamento illegale alimentato anche lo sviluppo del commercio di selvaggina, di cui hanno fatto le spese migliaia di lemuri, finiti nei ristoranti. Il traffico di legname ha coinvolto bande armate che si sono impossessate di fette di territorio, soprattutto nei parchi nazionali, ai danni del turismo, una fonte fondamentale di reddito diretto e indiretto per molti malgasci». Non sono mancate le intimidazioni, le violenze ed i pestaggi a chi cerca di opporsi a questi traffici illegali.

Qualcosa però sembra muoversi, la crescente pressione internazionale ha costretto il governo di transizione del Madagascar a ripristinare il divieto di taglio di palissandro e della sua esportazione. La protesta è esplosa quando la società francese Delmas ha ripreso a caricare i legname nel porto di Vohemar, nel nord-est del Madagascar, dove ci sono ancora vaste aree a palissandro. Dopo che il Wwf aveva denunciato la ripresa in grande stile delle esportazioni, il gruppo di cyberattivismo Ecological Internet ha avviato una massiccia campagna di protesta via email, mentre Global witness e Environmental investigation agency (Eia) hanno lanciato un appello pubblico ai governi di Francia e Madagascar. Gli ambientalisti sono così riusciti ad ottenere visibilità sulla stampa nazionale e internazionale, convincendo il governo di transizione del Madagascar ad approvare una nuova moratoria sull'esportazione di legname.

Secondo quanto scrive il Madagascar Tribune, Il ministro dell'Ambiente del Madagascar ha firmato un decreto che vieta tutte le esportazioni di palissandro e legnami preziosi per un minimo di due anni, ed ha anche dichiarato (forse un po' avventatamente, visto le dimensioni del fenomeno) di aver già predisposto un piano per sconfiggere il commercio illegale di legname.

Per la verità, i dubbi sulla reale intenzione del governo golpista di Antananarivo sono molti, sarà difficile che facciano rispettare la moratoria qui consiglieri di primo piano del governo e dei militari che sono sicuramente coinvolti nel lucroso commercio illegale di legname

Mongbay spiega che «Con l'entrata in vigore del divieto di esportazione, resta incerto il destino delle 10.000-15.000 tonnellate di palissandro in attesa di esportazione . Le associazioni che si erano battute contro la ripresa delle esportazioni di legname illegale, hanno accolto con prudenza il provvedimento».

Derek Schuurman, del Madagascar Conservation Journal and Traffic dice che «La moratoria è una vittoria enorme sul fronte palissandro. La protesta globale oltre a bloccare il commercio di palissandro, ne ha vietato il taglio e ha costretto il governo a prendere provvedimenti». Per Lucienne Wilmé, uno scienziato francese impegnato nel monitoraggio del commercio palissandro, «C'è ancora molto da fare ... ma il primo passo è stato mosso».

Andrea Johnson di Eia, una Ong che documenta il traffico di legname, ha detto a Mongabay.com che è troppo presto per dire se la moratoria avrà un reale effetto sul commercio illecito del palissandro del Madagascar: «Siamo fiduciosi perché questa moratoria segna la decisione del governo di transizione di prendere in considerazione il valore a lungo termine delle risorse naturali del Madagascar e la fine allo sfruttamento selvaggio della foresta per il rapido profitto. Ci piacerebbe che questa fosse in realtà l'inizio di un nuovo libro, non solo l'inizio di un altro capitolo della triste storia recente di corruzione e di saccheggio delle insostituibili foreste del Madagascar».

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