[12/04/2010] News

Parchi e aree protette marine; cosa ancora non funziona

PISA. La istituzione di nuove 4 aree protette marine tra cui quella della Meloria è stata accolta con comprensibile soddisfazione da più parti e specie da chi per questo ha lavorato nei tanti anni trascorsi. Perché neppure la Salerno -Reggio Calabria ha registrato tanti rinvii quanti ne hanno registrati le nostre aree protette marine alcune delle quali previste già dalla del 1982 ossia 9 anni prima della legge quadro del 91. Certo meglio tardi che mai, ma.....

Si, il primo ma riguarda il fatto che nonostante l' enorme ritardo, vere novità non se ne vedono. A nessuno sarà sfuggito che negli ultimi tempi al posto delle riforme di cui si parla tanto si procede a colpi di tagli; consiglieri, assessori, consigli di quartiere, comunità montane, ma le Commissioni di riserva della aree protette marine inventate quando le istituzioni non erano ancora entrate in campo con la legge 394, sopravvivono imperterrite.

Eppure la Meloria sarà affidata in gestione al parco di San Rossore dotato di un ente che da poco ha festeggiato il suo trentennale, un direttore, un autorevole comitato scientifico; non bastano? Dove sono finiti i semplificatori e i potatori di turno?

Ma non si tratta solo di questo che pure è un segnale non positivo. Basta leggere recentissimi documenti ufficiali e studi anche di fonte ministeriale per trovare conferma che irrisolto rimane il problema della integrazione terra-mare su cui da anni insiste anche con nuovi e recenti interventi l'Unione europea.

Insomma noi a differenza di paesi anche a noi vicini non abbiamo risolto ancora questo problema perché il ministero non intende sottoporre le aree protette marine a quel tipo di gestione integrata che pure anche un recente studio dell'Ispra ed un ancor più una recente bozza ministeriale sulla biodiversità che sarà discussa in maggio in più appuntamenti nazionali oltre che alla Conferenza stato-regioni ricnoscono ormai indispensabile ed urgente.

Sordi a tutto questo mentre ristagnano colpevolmente e inspiegabilmente situazioni come quella dell'Arcpelago Toscano dove il parco nazionale è da anni in attesa di una perimetrazione a mare non separata, al Senato si sta discutendo un progetto di legge che riguarda soltanto le aree protette marine. La separazione insomma continua.

Eppure ci sono situazioni assurde; prendiamo l'area protetta marina della Tavolara a cui è stato dedicato anche un bel volume discusso lo scorso anno a Parco Libri. L'area marina riguarda esclusivamente il mare tanto che non può mettere bocca neppure sul primo ombrellone. L'assurdità è palmare ma al senato di discute non della legge quadro ma di un comparto che proprio la 394 rispetto alla legge sul mare ha ricondotto al sistema istituzionale complessivo. Si chiama legge quadro proprio per questo, perché riguarda lo stato, le regioni e gli enti locali che solo in leale collaborazione possono assicurare quella integrazione ossia superamento della attuale separazione tanto richiesta ma finora inutilmente. E non paghi di questo mentre il governo annuncia che presenterà una proposta di legge complessiva sui parchi hanno pensato di tagliare fuori del tutto le regioni dalla gestione delle aree protette marine.

Ecco perché i 4 decreti istitutivi non chiudono il discorso che resta aperto in maniera allarmante. Ecco perché continuo a dire che la legge in discussione è una fregatura.

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