[13/04/2010] News toscana

Eolico, la crescita (a singhiozzo) in Toscana

LIVORNO. Sono 23 le domande in esame in Regione per la realizzazione dei parchi eolici nel territorio toscano presentate da parte di società private. Tante. Per alcuni, troppe. Dal 2004, infatti, delle 45 domande presentate al settore Via degli uffici regionali, ne risultano approvate solo 8 e respinte 14. Per le altre, sono stati richiesti documenti a integrazione del progetto. Uno sviluppo, per la fonte di energia rinnovabile più pulita in assoluto, frenato dall'esigenza di tutela del paesaggio, dal rispetto di alcune specie di uccelli e dalla presenza di strutture come antenne o altri edifici che si trovano in prossimità della zona dell'intervento. Una marcia lenta che ha portato allo stand by del raddoppio (altre 4 torri da 2 megawatt) per il Parco Eolico di Gello - che "confligge" con l'antenna-rilevatore interferometrica Virgo -, ma anche alla recente approvazione di tre impianti: quello nel comune di Fiorenzuola (Carpinaccio, 17 torri per 14,45 Mw), a Santa Luce (Fattoria Eolica Santa, 13 torri per 26 megawatt), e a Lajatico (Poggio alle Palancole, 10 torri per 20 Mw). Gli ultimi due, hanno ricevuto il parere favorevole nelle ultime settimane di marzo.

Di prossima approvazione, il Parco eolico di Poggio Malconsiglio nel comune di Riparbella dalla potenza di 34 Mw e quelli di Poggio Ceraso e del Macchione nei Comuni di Cascina e Santa Luce. A una impasse, infine, la richiesta per Barberino del Mugello, dove  il proponente European Windfarm Italy ha fatto ricorso al Tar.

Non è la prima guerra di carte bollate contro o a favore delle torri. La prestigiosa cantina Biondi e Santi si oppose a quello che riteneva uno sfregio, una ferita per il paesaggio delle colline di Scansano. Ora, la società belga Windfarm, colosso delle rinnovabili, si oppone allo stop del progetto per l'impianto nel Comune di Barberino del Mugello. Sotto accusa ci sono i tempi per l'avvio delle procedure per le quali dovrebbero essere sufficienti, secondo l'azienda, 180 giorni. E invece, prima di vedere un passo avanti, passano mesi. E c'è poi il rispetto del monitoraggi per l'avifauna: è a spese del proponente, dura 12 mesi e viene richiesto anche per aree contigue - seppur escluse - dalle aree protette. 

Qualche punto debole il Pier, in effetti, ce l'ha. Per dare l'ok a un impianto eolico la procedura (legge R 39/2005 e relative disposizioni attuative) prevede che: a) nel caso di impianti fino a 5 chilowatt sia sufficiente una comunicazione al Comune; b) per parchi con potenza da 5 a 50 chilowatt è necessaria una Dia; c) per impianti al di sopra di 50 chilowatt, la competenza e del settore Via regionale. Bene, tutto chiaro, nessuna incertezza. Le verifiche, prima di intervenire in territorio ci devono essere. Rimane però un dubbio, non tanto sull'iter specifico, quanto sull'inquadramento dello stesso all'interno del documento di programmazione regionale rispetto ad altre autorizzazioni: per una centrale a biomasse, è prevista "la competenza provinciale per il rilascio dell'autorizzazione". Che arriva con una determina dirigenziale. Anche qui, le integrazioni sono molte, soprattutto per gli impianti oltre i 50 megawatt. Per i quali è richiesta la Via, ma non sempre, come nel caso del centrale della Porto Energia, non viene effettuata. Ma soprattutto, se si ritiene giusto dare uniformità agli interventi e utilizzare un parametro unico per i parchi eolici, potrebbe essere utile farlo anche per il proliferare di centrali che in teoria dovrebbero rappresentare il futuro delle rinnovabili. Ma poi si scopre che: o non rispettano la filiera corta, o non redigono una Via, o peggio ancora non seguono le prescrizioni dell'Arpat sulle emissioni e sui filtri.

Tornando all'incremento dell'eolico, la Regione, in particolare dopo l'approvazione del Pier, ritiene comunque soddisfacenti i risultati ottenuti. Secondo i dati forniti ufficiali, la crescita di produzione di energia con la forza del vento, dal 2008 (anno di approvazione del Pier) è aumentata del 378,6%. Una percentuale che però tiene in considerazione la potenza autorizzata e non quella effettivamente installata. Un  obiettivo  ritenuto apprezzabile perché la produzione di energia eolica, ad oggi, è pari al 35% dell'obiettivo del Pier (300 megawatt per il 2020). Secondo i calcoli degli uffici regionali, infatti, se tutte le domande in esame (le 23 citate) venissero accettate, ci troveremmo ben oltre gli obiettivi fissati dal documento approvato nel corso della legislazione di Claudio Martini.

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