[16/04/2010] News

Undp: «Cina ad un bivio. L’unico futuro possibile č a basso consumo di carbonio»

LIVORNO. L'United Nation Devlopment Programme (Undp) ha pubblicato, in collaborazione con l'università cinese Renmin, il rapporto sullo sviluppo umano della Cina "China and a Sustainable Future, Towards a Low Carbon Economy and Society" che evidenzia: «Se in Cina gli impatti negative dei cambiamenti climatici ed il degrado dell'ambiente non saranno oggetto di misure adeguate, i progressi sociali ed economici nei prossimi tre decenni correranno forti rischi di essere invertiti. La maggiore scelta strategica della Cina consisterà nell'orientarsi sulla via di uno sviluppo a basse emissioni di carbonio, che preserverà ed accrescerà le realizzazioni del Paese in materia di sviluppo umano nel corso degli anni a venire».

L'analisi della crescita cinese arriva prima della riunione prevista per questo mese a Washington sul futuro sostenibile della Cina e la possibilità di realizzare una società ed un'economia low carbon, ed affronta in maniera innovativa (e preoccupante per la propaganda del governo di Pechino) i legami sempre più evidenti tra crescita economica, emissioni di CO2 e lo sviluppo umano in Cina. L'Undp spiega che «Il rapporto propone alcune opzioni delle politiche per un Paese che, nel corso dei due decenni futuri, vedrà circa 350 milioni di abitanti delle sue regioni rurali migrare verso i suoi centri urbani». Uno spostamento biblico: un terzo della popolazione cinese che si muove verso le città, come se 7 italie cercassero in 20 anni lavoro, casa, scuola, cibo, acqua ed energia... 

Secondo Khalid Malik, coordinatore residente dell'Onu e rappresentante dell'Undp in Cina, «La Cina si trova ad un bivio del suo cammino, dove il modello classico di crescita non è più sufficiente ad accogliere le sfide emergenti e ad attenuare le pressioni alle quali il Paese fa fronte. Il riorientamento verso un modello di sviluppo a basse emissioni di carbonio è essenziale perché la Cina possa conciliare il suo futuro economico, la sostenibilità ambientale e la necessità di reagire alla minaccia che presentano i cambiamenti climatici».

Il rapporto sottolinea che «La maggioranza delle attrezzature consumatrici di energia necessarie entro il 2020 non sono ancora state costruite. Il successo dell'orientamento della Cina verso uno sviluppo a basse emissioni di carbonio sarà determinato dalle scelte dei tipi di investimento e delle tecnologie e delle decisioni organizzative che interverranno nel prossimo futuro. Con la crescita costante del tasso di urbanizzazione, il Paese dovrà adottare ed applicare delle norme stringenti di efficienza energetica per gli edifici e per le apparecchiature elettroniche, per ridurre le emissioni di carbonio nel settore residenziale. Dovrà anche sviluppare vigorosamente i trasporti pubblici, in maniera da prevenire un aumento massiccio della richiesta di energia e delle emissioni di carbonio nel settore dei trasporti».

L'armoniosa crescita cinese propagandata da Pechino non potrà quindi avvenire scimmiottando la crescita occidentale e ripetendone gli errori, anche perché la Cina deve fare i conti con la propria peculiare realtà interna: «Le disparità tra le diverse province in materia di emissioni di carbonio, risultanti dalle differenze di sviluppo economico, di struttura dell'economia, di livello di tecnologia  e di strategie economiche regionali, esigono degli obiettivi e delle priorità politiche diverse in tutto il Paese».

Rispetto all'impegno volontario preso dalla Cina a Copenhagen di ridurre le sue emissioni di CO2 per unità di Pil dal 40 al 45% entro il 2020, il rapporto è brutalmente chiaro: «Non ha altra scelta», solo riducendo le emissioni di gas serra riuscirà a portare avanti i suoi programmi di sviluppo senza avvelenare ulteriormente la sua crescita e a renderla più sostenibile socialmente ed ambientalmente.

Però, secondo i ricercatori dell'Undp e dell'università di Renmin, anche questo modello low carbon potrebbe avere dei rischi temporanei come la perdita di posti di lavoro, un aumento dei prezzi ed una riduzione delle entrate fiscali, ma «I vantaggi potenziali possono comprendere delle possibilità di lavori ecologici fissi, una competitività accresciuta nel campo delle nuove tecnologie, delle innovazioni tecnologiche, un miglioramento dello status del Paese nel mondo, una riduzione degli effetti nefasti sulla salute mana e la salvaguardia degli ecosistemi vitali».

Il rapporto dice che «La Cina dovrebbe trarre vantaggio dall'adozione di politiche a basse emissioni di carbonio per favorire la trasformazione della sua crescita economica ed una messa in regola dei suoi impianti industriali. Questo comporterà un'accelerazione dell'eliminazione progressiva delle attrezzature produttive, dei settori e dei prodotti obsoleti». Le previsioni sono che la Cina svilupperà fortemente energie rinnovabili come l'eolico, le biomasse e il solare e che darà la priorità al risparmio sia nel settore produttivo che in quello delle costruzioni. Inoltre l'Undpo è convinto che la Cina «Deve intensificare i suoi sforzi per la formazione, di rafforzamento delle istituzioni, di R&D (ricerca viluppo) e di supervisione nel settore low carbon». Il rapporto w evidenzia la necessità «di preparativi in vista dell'adozione di un sistema cap an trade a medio e lungo termine, sulla base di un obiettivo nazionale di intensità di emissioni di carbonio, così come di un sistema di monitoraggio e di applicazione». Raccomanda anche «l'istituzione di un sistema credibile e robusto di contabilità e statistica dei gas serra, come base per l‘elaborazione delle politiche, di monitoraggio e di applicazione delle misure de regolamentazione».

Per far questo gli autori dicono che il governo di Pechino deve rafforzare il coordinamento e l'integrazione delle politiche contro la povertà, per la riduzione delle emissioni di gas serra e l'adattamento ai cambiamenti climatici. Ma per far questo più che la propaganda sulla società armoniosa sono necessarie politiche fiscali ed economiche per attrarre competenze tecniche, modernizzare la gestione e favorire l'innovazione. Il rapporto sottolinea infatti «La necessità di un miglioramento dei programmi educative in material di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni, per sensibilizzare l'opinione pubblica sui vantaggi di uno sviluppo a basse emissioni di carbonio e di un riorientamento verso degli stili di vita sostenibili».

Il rapporto è consultabile in inglese: http://content.undp.org/go/cms-service/stream/asset/?asset_id=2471266

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