[20/04/2010] News toscana

A Viareggio il parco sta stretto?

PISA. Il comune di Viareggio vorrebbe rivedere i confini del parco di San Rossore per quanto lo riguarda. Non è il primo comune che lo fa e non sarà sicuramente l'ultimo. Per i leghisti dell'Arcipelago quel parco, ad esempio, andava addirittura abrogato, quindi nessuno scandalo se Viareggio vuole riparlare dei confini.

Certo dopo 30 anni l'idea appare piuttosto singolare. Nel 2005 la regione inopinatamente aveva pensato di ‘restituire' ai comuni le aree cosiddette contigue. Non se ne fece fortunatamente di nulla d'accordo con i comuni. E chi guarda a cosa si è fatto proprio in quelle aree in questi 5 anni ha la conferma di quanto saggio sia stato allora non accogliere la proposta originaria della legge regionale. Non solo i comuni non ci hanno rimesso qualcosa ma hanno potuto gestire con il parco interventi e progetti che da soli sicuramente non avrebbero potuto realizzare altrettanto validamente specie sul litorale e per la nautica.

Ma singolare è anche il momento di questa sortita. Sono freschi di stampa importanti studi nazionali dell'ISPRA sulle coste e il ruolo delle aree protette marino-costiere e un ampio documento del ministero dell'ambiente sulla biodiversità che sarà discusso nei prossimi giorni in tre appuntamenti nazionali prima di essere discusso e approvato dalla Conferenza stato-regioni in cui Viareggio se vuole può senza fatica verificare quanto il suo territorio è interessato e come grazie al parco potrà fare meglio la sua parte. Potrà farlo per quanto riguarda le dune, il suo litorale e le sue pinete. Vedrà che stare nel parco non solo non è lesivo della sua ‘autonomia' ma potrà permettergli di assolvere meglio al suo ruolo.

Un parco interprovinciale permette, infatti, ai comuni e alle province di quel territorio di collaborare e non su aspetti settoriali o minori ma sulla base di un piano approvato dalla regione. Nessun'altro ente o strumento oggi permette tanto. Perché rimetterlo in discussione proprio ora? Non c'è nessuna buona ragione insomma per dare una mano specie in questo momento a chi i parchi stanno sullo stomaco solo perché rendono più difficile far carne di porco dell'ambiente.

Torna all'archivio