[20/04/2010] News

I Bin Laden salveranno la più grande raffineria dell’Africa occidentale?

LIVORNO. Il gruppo Saudi Bin Laden, appartenente alla famiglia del capo di Al Qaeda Osama bin Laden, è pronto ad investire 280 miliardi di franchi Cfa per ricapitalizzare la Société africaine de raffinage (Sar - nella foto). La notizia è venuta fuori in un incontro tra il direttore generale della Sar, Carmelo Sagna, e i parlamentari del Senegal che chiedevano la ricapitalizzazione e la modernizzazione di questa impresa, che Sagna ha definito «Un vero strumento di integrazione regionale».

La Société Africaine de Raffinage è situata in Senegal, nella baia di Mbao vicino alla capitale Dakar e può trattare 1,3 Mt/anno di idrocarburi. E' la sola raffineria del Senegal e la prima industria del Paese, nel 2005 aveva un giro di affari di 764. 147.000 dollari. Nel 2007 era classificata al centoseiesimo posto nella classifica della 500 migliori imprese africane. Produce diesel, gasolio, benzina, kerosene, petrolio lampante e gas butano a partire dal petrolio greggio importato, con un'efficienza energetica complessiva intorno al 95,4% nel 2005.

La Sar di Dakar è la prima raffineria costruita in Africa, è stata realizzata a partire dal 1961 per iniziativa del governo del Senegal , della Société africaine de pétrole (Sap), con il contributo di diverse multinazionali occidentali a partire dalla Total, è entrata in funzione nel 1963, ed è stata dotata di un capitale di un miliardo di franchi Cfa, ma è stata salvata dal fallimento solo dall'intervento dello Stato senegalese, che ha coperto un rimborso di circa 90 miliardi di debiti.

La  ripresa della raffineria dovrebbe passare attraverso una partecipazione del gruppo Bin Laden che acquisterebbe il 34% del capitale, versando 30 miliardi di franchi Cfa ed investendo altri 250 miliardi.

Il Senegal, che pensa di diminuire ulteriormente le sue quote nella Sar, considera però l'attività della raffineria come un elemento essenziale della sua sovranità economica e soprattutto nel rapporto con i Paesi vicini: come il Burkina Faso e la Sierre Leone che si approvvigionano di prodotti petroliferi raffinati proprio a Dakar.

Secondo Sagna «Un aumento della capacità di raffinazione dovrebbe anche consentire di risolvere i problemi della Sénélec (Société National d'Éléctricité du Sénégal, ndr), ma anche di creare uno strumento al servizio della sub-regione».

Quel che è certo è che l'intera infrastruttura energetica del Senegal e dei Paesi confinanti deve essere resa più efficiente riducendo i colossali sprechi energetici: il rendimento energetico complessivo delle centrali elettriche della Sénélec  e intorno al 30% e le sue perdite raggiungono i 446 GWh, cioè il  21,2% dell'energia che transita attraverso la sua rete elettrica. Il rendimento energetico della produzione elettrica degli "auto produttori" senegalesi è del 22,3%. Numeri che fanno pensare in un Paese dove il carbone da legna rappresenta ancora il 20% dell'intero consumo di energia.

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