[22/04/2010] News

Referendum mondiale sul clima il 22 aprile 2011

TIQUIPAYA (Bolivia). Il Gruppo di lavoro  4 della Conferencia Mundial de Pueblos sobre el Cambio Climático (Cmpcc) in corso a Tiquipaya-Cochabamba, in Bolivia, ha deciso che il referendum mondiale sul cambiamento climatico si terrà il 22 di aprile  2011, anche per celebrare la Giornana mondiale della Madre Terra. Probabilmente la data precedentemente proposta per ottobre 2010, che avrebbe avuto il  vantaggio di precedere (e condizionare) il summit mondiale sul clima dell'Unfccc di Cancun di novembre-dicembre, era troppo ravvicinata per poter organizzare un evento che si annuncia gigantesco, visto che punta a coinvolgere almeno 2 miliardi di persone.

«Ora che abbiamo definito la data ci toccherà lavorare duramente per la realizzazione di questo referendum - ha detto un po' scherzando e un po' sul serio la presidente della Mesa 4 della Cmpcc, Amalia Coaquira. - Il nostro lavoro per organizzare questa consultazione mondiale, come concordato, inizierà questo 23 aprile, domani,. Sarà arduo, però riusciremo a realizzare questa consultazione. Alla Mesa 4 sul referendum mondiale hanno partecipato rappresentanti di organizzazioni e movimenti sociali di Colombia, Equador, Perú, Argentina, Brasile, Usa e Bolivia, tutti d'accordo di svolgere questa consultazione mondiale secondo i vari usi elettorali dei diversi Paesi: «Governi, reti, organizzazioni e movimenti di ogni popolo  definiranno, insieme, il modo per elaborare questo referendum, però si sa che sarà in tutto il mondo», ha spiegato la Coaquira.

La Mesa 4 della Cmpcc ha deciso anche l'organizzazione di un comitato internazionale che lavori unicamente ed esclusivamente per l'organizzazione del referendum sul cambiamento climatico.

Al dibattito hanno partecipato anche i dirigenti del Consejo Nacional de Ayllus y Markas del Qullasuyo (Conamaq), una delle principali proposte degli indios è stata quella che, anche se alcuni governi non appoggeranno il referendum, lo si faccia in ogni modo con l'appoggio delle organizzazioni sociali ed universitarie di quei Paesi.

L'attivista ambientalista statunitense Joel Marsden ha detto al quotidiano boliviano La Razon: «Senza duibbio, questa è stata la migliore conferenza sul cambiamento climatico. E' ora che si ascolti il popolo. Siamo molto soddisfatti di quello che abbiamo fatto. Abbiamo un anno per organizzare un voto mondiale e per raggiungere tutti i popoli».

I risultati della Consultazione saranno presentati all'Onu e il documento sul referendum verrà discusso al summit di Cancún. La Cmpcc ha anche deciso che la Bolivia sarà la sede del Tribunale internazionale di giustizia climatica. La Mesa 5 della Conferencia Mundial de Pueblos sobre el Cambio Climático ha chiesto alle oerganizzazioni sociali l'istituzione di una commmissione per sostenere la creazione di questo nuovo organismo giudiziario: «La formazione del Tribunal Internacional de Justicia Climática è in atto. Le organizzazioni sociali dovranno lavorare per la creazione dell'entità. Su richiesta generale della Conferenza dopo la sua urgente realizzazione il Tribunale si incaricherà di stabilire carenze e sanzioni. Dopo la sua realizzazione, questo Tribunale dovrà adottare procedimenti internazionali, vincolanti, per legalizzare le sanzioni ai Paesi contravventori, in materia penale e civile, e fare in modo che questi, sia che siano nazioni, Stati, Transnazionali, multinazionali e/o persone giuridiche o naturali, responsabili di danneggiare la Terra, si sottomettano alle decisioni dell'istanza giudiziaria». Secondo la Mesa 5 «tutte le infrazioni devono essere demandate al Tribunal Internacional de Justicia Climática. Le richieste potranno essere poste da governi, popoli, nazioni, nazionalità, Stati o persone naturali e giuridiche che si vedono colpite dal cambiamento climatico».

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