[04/08/2009] News

Le nuove regole Imo salveranno le balene dell'Antartide dai giapponesi?

LIVORNO. Secondo il Sydney Morning Herald le nuove regole per la navigazione adottate dall'International maritime oganization (Imo) potrebbero mettere in grandissima difficoltà la Nisshin Maru, la nave sulla quale si basa la flotta baleniera giapponese in Antartide. La Nisshin Maru, che é la vera e propria mecelleria galleggiante della flotta baleniera giapponese, é indispensabile al proseguimento del programma di "caccia scientífica" in Antartide e soprattutto per la seconda fase del Piano "Japanese whale research program under special permit in the Antarctic (Jarpa II) che nasconde la ripresa della caccia alle balene sotto la dicitura "Monitoring of the Antarctic Ecosystem and Development of New Management Objectives for Whale Resources", ma questa "finzione scientifica" potrebbe essere resa impossibile dal tipo di combustibile utilizzato o dalla nave nipponica che é diventato proibito con le nuove regolamentazioni approvate dall'Imo e perché lo scarico a mare degli scarti dei cetacei catturati sarà proibito nelle acque dell'Antartide.

La Nisshin Maru, una macelleria galleggiante da 8 mila tonnellate appartenente alla compagnia Kyodo Senpaku che é a sua volta di proprietà dell'istituto di ricerca sui cetacei del Giappone, da 22 anni é la base dalla "caccia scientifica" alle balene in Antartide e nel Nord Pacifico, finanziata dal governo di Tokyo. La nave ha il compito di "confezionare" la carne di balena che, con la scusa della ricerca scientifica, viene prelevata dal Santuario Australe delle balene per rifornire i supermercati giapponesi.

Secondo l'Instituto de conservación de ballenas de Argentina (icba) il Giappone cattura ogni anno 900 balene tra l'Atlantico meridionale e il Nord Pacifico, tutto questo dovrebbe finire entro il 2011 grazie alle nuove regole su combustibili e rifiuti approvate dall'Imo e  Roxana Steimberg, dell'Instituto de conservación Santuario ballenero austral, sottolinea che «Al di là della protezione delle acque, la regolamentazione rappresenta un freno al programma di caccia scientifica alle balene che si attua ancora il Giappone».

Naturalmente la Nisshin Maru non é la sola responsabile della strage dei grandi cetacei, ma negli ultimi anni ha assunto un ruolo anche simbolico, con una storia segnata da assalti di associazioni ambientaliste ed incidenti a raffica, l'ultimo dei quali ha lasciato l'imbarcazione alla deriva che si é avvicinata poericolosamente alle maggiori colonie di pinguine di Adelia, minacciando il delicatissimo ecosistema del Mare di Ross con la possibile fuoriuscita di migliaia di tonnellate di combustibile causate da un possibile naufragio.

Il comitato ambientale dell'Imo che si é recentemente riunito a Londra ha adottato una decisione che proibisce l'utilizzo di combustibili "pesanti" nell'area del Trattato Antartico, e le attività della Nisshin Maru saranno così impossibili, a meno di improbabili deroghe, entro il 2011.

Un ulteriore ostacolo potrebbe venire da quanto ha approvato il comitato di sicurezza dell'Imo riguardo al tipo di imbarcazioni che potranno operare nelle acque polari, deliberazioni che dovranno essere apoprovate entro l'anno dall'assemblea generale dell'Imo.

La Nisshin Maru potrebbe adeguarsi ad alcune dellle misure adottate dall'Imo ma, a differenza di altre imbarcazioni che operano in acque polari, non avrebbe le caratteristiche richiesta per scafo e resistenza al ghiaccio, infatti non é dotata di doppio scafo e secondo la compagnia di assicurazioni Lloyd Register non ha nessun tipo dei rinforzio o contro i ghiacci alla deriva. Nonostante questo, secondo gli stessi giapponesi e la International whale commission (Iwc) la nave.macelleria naviga regolarmente in acque con ghiacci ed iceberg alla deriva.

Secondo il Centro de conservación cetacea del Cile «Le linee dell'Imo per le operazioni delle navi nelle acque coperte di ghiaccio, sollecitano le industrie ad applicare le migliori pratiche contro gli "scarichi operativi", normative che rafforzano il Trattato Antartico, che vieta lo scarico di rifiuti in mare. Tuttavia, la flotta baleniera giapponese getta ogni anno migliaia di tonnellate di carne e di organi di balena nell'Oceano Australe durante la stagione della "caccia scientifica"».

La direttice del Centro cileno, Elsa Cabrera, spiega che «Durante gli ultimi anni é risultato evidente che la flotta baleniera nipponica costituisce una minaccia per l'ecosistema antartico e per la sicurezza dei propri equipaggi. In solo due anni suiamo stati testimoni di ncendi, esplosioni e morti collegate alla flotta giapponese in Antartide, perciò speriamo che le nuove regole proibiscano effettivamente una nuova tragedia ambientale e/o umana da parte della flotta baleniera del Giappone».

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