[23/04/2010] News

Vendola contro le ricerche del petrolio nel mare delle Tremiti e del Gargano

 BARI. Il presidente della regione Puglia, Nichi Vendola, interviene sul parere positivo del Ministero dell'Ambiente alle trivellazioni nel mare tra il Gargano e le Isole Tremiti alla ricerca di petrolio, a 12 chilometri dall'arcipelago e a 11 dalla costa: «Sono un'avventura dissennata non solo per i profili ecologici ma anche per quelli economici - ha detto all'Adnkronos - Il rischio è quello del rilascio di inquinanti di prim'ordine, dal piombo al cadmio e ad altri, e di un danno irreparabile. Quindi la nostra opposizione é nel merito totale e radicale e nel metodo esprime una viscerale e indignata reazione a chi, mentre blatera di federalismo, opera secondo le regole di un centralismo autoritario che oggi produce una reazione preoccupata e indignata delle popolazioni pugliesi».

L'ufficio Via del ministero ha accolto le richieste della società petrolifera Petroceltic Elsa. Le compagnie petrolifere pagheranno allo Stato circa il 30% tra royalties e tasse, mentre alla regione resterà solo l'1%.

Sulla vicenda interviene oggi anche l'assessore pugliese all'ecologia, Onofrio Introna: «La posizione della Regione Puglia rispetto alle perforazioni esplorative in mare è sempre stata coerente con lo spirito di tutela dell'ambiente e delle sue risorse. Perciò il Comitato Via regionale ha espresso parere negativo, che è stato recepito con apposite delibere di giunta regionale. Lungo la costa pugliese ad oggi, risultano arrivate cinque richieste di perforazione per ricerca idrocarburi, di cui due alle Isole Tremiti e tre lungo la costa al largo di Monopoli. La Regione ha già fatto ricorso avverso le autorizzazioni concesse dal Ministero dell'Ambiente ed ha ottenuto la sospensione. La nostra posizione non è un prurito intellettuale, ma è fondata su diverse questioni».

«Il recente spiaggiamento dei cetacei sulle spiagge garganiche - continua l'assessore - ci induce ad adottare ulteriori elementi di cautela dal momento che vi è il sospetto che la morte di questi animali sia stata causata da embolia per una improvvisa risalita derivante da forte spavento (molto probabilmente causato dai sonar). In tal senso il Comitato Via regionale ha chiesto al Ministero dell'Ambiente l'esecuzione di approfondimenti sulla scorta delle risultanze analitiche e dei pareri e contributi acquisiti dal Ministero a seguito dell'evento eccezionale. Appare evidente che tali progetti non sottendono ad una visione globale delle caratteristiche e delle vocazioni dell'ambiente marino e della costa pugliese, nè tengono conto delle politiche ambientali, produttive e di sviluppo turistico che la Puglia persegue con determinazione. Lo scopo finale delle società petrolifere è evidente: installare lungo la costa infrastrutture destinate a rimanere in esercizio per decenni. Per questo, lo sfruttamento massivo e duraturo richiederebbe una valutazione ambientale integrata e non su porzioni di opera. Queste le motivazioni che ci inducono a valutare negativamente i progetti al netto di qualunque forma di strumentalizzazione. Nè può trascurarsi la circostanza che le richieste di prospezioni geosismiche risultano essere immediatamente a ridosso della "Area Marina Protetta Nazionale - Isole Tremiti" che come è noto è una meta internazionale del turismo marino e subacqueo e rappresenta una delle voci più significative che alimentano l'economia dell' arcipelago delle Diomedee».

Per sostenere questa posizione del Governo Regionale - ed aderendo all'invito del sindaco Giuseppe Calabrese - l'assessore Introna parteciperà martedì 27 alla riunione straordinaria del consiglio provinciale di Foggia presso il Centro Polifunzionale Comunale dell'Isola di San Domino sul tema: "Esame ed eventuali determinazioni a seguito delle indagini geosismiche per la ricerca degli idrocarburi al largo delle Isole Tremiti".

Per il vicepresidente di Legambiente, il pugliese Sebastiano Venneri, è «Una vergogna compromettere la bellezza dell'area. La Puglia è la regione capitale delle rinnovabili. Le isole Tremiti sono una ricchezza per l'Italia e comprendono una delle tre aree marine protette pugliesi. E' una vergogna pensare di deturpare l'area trasformandola in un distretto petrolifero con tanto di piattaforme, danneggiando il turismo, la salute dei cittadini e la pesca. Come si è battuta contro le piattaforme petrolifere nel Mar Grande a Taranto e al largo di Monopoli, Legambiente si opporrà a questo tentativo di scempio. Non è sul fronte degli idrocarburi, una fonte il cui utilizzo va in direzione opposta rispetto agli impegni presi contro il mutamento climatico che occorre investire per potenziare il nostro settore energetico. Con 95 MW di idroelettrico, 95,19 di solare fotovoltaico, 1128,75 di eolico e 139 di biomasse, la Puglia è capitale delle rinnovabili ed è questa la direzione giusta per lo sviluppo futuro».

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