[26/04/2010] News

Il Dna svela che le orche sono (almeno) tre specie diverse

LIVORNO. Lo studio "Complete mitochondrial genome phylogeographic analysis of killer whales (Orcinus orca) indicates multiple species", pubblicato recentemente su Genome Research, svela che le orche non appartengono ad una sola specie: i campioni dei tessuti di 139 orche provenienti da tutto il mondo ha permesso di capire che ci sono almeno tre specie distinte di orche. I biologi sospettavano da tempo che le diverse colorazioni varianti tra il nero e il grigio e  le forti differenze di dieta delle varie popolazioni fossero più di sottili differenze. «Per esempio, una delle nuove specie di orche dell'Antartide si ciba di foche, mentre un'altra mangia pesce -  ha spiegato Phillip Morin del Southwest Fisheries Science Center della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) di La Jolla, California, che ha condotto la ricerca - Il patrimonio genetico dei mitocondri nelle orche, come negli altri cetacei, cambia pochissimo nel corso del tempo, il che rende difficile rilevare se si sia evoluta qualsiasi differenziazione recente delle specie senza guardare l'intero genoma. Ma utilizzando un metodo relativamente nuovo chiamato "highly parallel sequencing" abbiamo mappato l'intero genoma dei mitocondri delle cellule da un campione di orche a livello mondiale, siamo riusciti a vedere differenze chiare tra le specie». Secondo i ricercatori statunitensi anche altri tipi di orca potrebbero essere specie o sottospecie distinte, ma ci vorranno ulteriori analisi per esserne sicuri.

Per ora le tre differenti orche dell'Antartico sono designate con nomi provvisori:  Type A; Middle; Type B; Bottom ; Type C designata da Pitman and Ensor, J. Cetacean Research and Management.

Il Typo-B  "pack ice killer whale" dall' Antartico si distingue per la grande macchia con due tonalità di grigio vicina agli occhi. E' specializzata nella caccia alla foche, che spesso buttano giù dal ghiaccio galleggiante per catturarle.

Type-A "killer whale from the Antarctic", nota per la netta colorazione bianco e nera. Vive in mare aperto e si nutre principalmente di altri cetacei.

Il Type-C "Ross Sea killer whale" dell'Antarctico si differenzia per una macchia oculare molto ridotta e angolata. E' la più piccola dei 3 tipi di orche antartiche e si ciba di pesci che si trovano soprattutto sotto la banchisa polare, approfittando soprattutto dello scioglimento dei ghiacci durante l'estate australe.

La NE Pacific Transient killer whale dell'Alaska ha una colorazione ed un aspetto molto simile all' Antarctic Type A killer whales, ma è geneticamente distinta da loro. Le orche "Transient" si nutrono di tutti i tipi di mammiferi marini, tra cui altri cetacei, delfini e foche e leoni marini.

I ricercatori della Noaa che hanno sequenziato il Dna mitocondriale delle orche che si trasmette con poche modifiche da madre a figli,  spiegano che «Le orche (Orcinus orca), attualmente comprendevano una  sola specie cosmopolita, con una dieta diversificata. Tuttavia, gli studi degli ultimi 30 anni hanno rivelato popolazioni di "ecotipi" simpatrici con discrete differenze in preferenze di prede, morfologia e comportamenti. Anche se questi ecotipi evitano interazioni sociali e non sono noti per incrociarsi, gli studi genetici finora hanno trovato livelli estremamente bassi di diversità nel controllo della regione mitocondriale, e pochi chiari modelli filogeografici in tutto il mondo. Questo basso livello di diversità è probabilmente dovuta ai bassi tassi di mutazione mitocondriale che sono comuni per i cetacei. Usando le orche come caso di studio, abbiamo sviluppato un metodo "readily sequence", assemblando e analizzando completamente il genoma mitocondriale da un gran numero di campioni, per valutare con maggiore precisione filogeografia e i tempi di divergenza stimati. Questo rappresenta un importante strumento per la gestione della fauna selvatica, non solo per le orche ma per molti taxa marini. Abbiamo usato high-throughput sequencing per rilevare tutte la variazioni del genoma mitocondriale di 139 campioni del Nord Pacifico, dell'Atlantico del nord e degli oceani del sud. L'analisi filogenetica ha indicato che ciascuno degli ecotipi noto rappresenta un clade fortemente sostenuto con tempi di divergenza che vanno da circa 150.000 a 700.000 anni fa. Pensiamo di poter indicare che i tre cosiddetti ecotipi possano essere elevati interamente a specie, e che i restanti tipi, possano essere riconosciuti come sottospecie in attesa di ulteriori dati. La definizione di adeguate  denominazioni tassonomiche facilitano notevolmente la comprensione degli impatti ecologici e le esigenze di conservazione di questi importanti predatori marini. Prevediamo che le phylogeographic mitogenomic diventerà un importante strumento per migliorare le statistiche della filogeografia e per fare stime più precise dei tempi di divergenza».

Le orche come specie singola non sarebbero da considerare una specie in pericolo, ma alcune popolazioni di questi cetacei sono a forte rischio e godono di forme di protezione, la stessa Noaa ha designato una popolazione di orche che vive nel Pacifico al largo della costa dello stato di Washington, come in via di estinzione. La nuova suddivisione in più specie può modificare questa situazione e spingere ad una maggiore salvaguardia di quelle che fono ad ora si consideravano poco più di "tribù".

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