[04/08/2009] News

Sabato la grande manifestazione "No ponte": le denunce e le proposte del Wwf

FIRENZE.  Mancano solo 4 giorni alla manifestazione contro la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina che auspichiamo possa essere la più partecipata possibile nonostante  si svolga nel pieno periodo delle ferie. La manifestazione organizzata dal movimento trasversale "No ponte" partirà alle 18 da Piazza Cairoli a Messina, percorrerà le strade principali del centro cittadino fermandosi davanti a Palazzo Zanca dove verrà organizzato un dibattito sulla grande opera.

 

Tra le moltissime adesioni al corteo-manifestazione anche quella del Wwf Italia: «il Ponte sullo Stretto di Messina è un'opera insostenibile dal punto di vista economico, produrrà effetti devastanti dal punto di vista ambientale, con pesanti impatti sulle migliaia e migliaia di uccelli lungo la principale rotta  migratoria, ed è un azzardo perché si troverebbe nell'area a maggior rischio sismico del Mediterraneo.  Un'opera che sarà in perdita come lo sono tutti i grandi collegamenti- continuano dal Wwf- dal Tunnel sotto la Manica al ponte tra Svezia e Danimarca, fino al dal Golden Gate, che perde 31 milioni di dollari l'anno. Meglio investire nell'ammodernamento delle reti viarie di Calabria e Sicilia e nella sviluppo di un sistema ferroviario moderno in Sicilia».

 

L'associazione in occasione della manifestazione torna a porre alcune domande al governo e al presidente del consiglio ma temiamo che facciano la fine dei quesiti che il quotidiano "la Repubblica" pone ormai da tempo a Berlusconi su un tema minor rilievo almeno per ciò che riguarda l'impatto ambientale. «L'opera costa 6,1 miliardi di euro  ma oggi il Governo ne rende disponibili 1,3 che servono per costruirlo (dovrebbero servire per la viabilità accessoria ndr), 800 milioni di euro in meno di quanto venne destinato quattro anni fa con la ricapitalizzazione della Stretto di Messina SpA. Chi mai metterà gli altri 4,4 miliardi di euro?».

 

Poi l'associazione ambientalista chiede al governo di informare ancora su due questioni: «Il costo dell'opera è di 2,2 miliardi di euro in più di quello con cui è stata vinta la gara (6,1 miliardi rispetto ai 3,9 miliardi di euro del maxiribasso presentato da Impregilo). Non è chiaro come lo Stato pensi di affrontare la ridefinizione dei rapporti con il general contractor capeggiato da Impregilo. Inoltre non risulta che siano stati superati tutti gli ostacoli tecnici di realizzazione di un ponte sospeso ad unica campata di 3,3 km  (nell'area a maggior rischio sismico del Mediterraneo) e di gestione di un'opera, concepita per 100.000 veicoli al giorno quando stime ufficiali al 2032 prevedono solo 18.500 vetture al giorno». Considerato quello che sta avvenendo nel sud nel settore dei trasporti e della mobilità (e non solo) quello del ponte pare un vezzo da togliersi, una sfida di "machismo" (io lo farò più lungo del tuo) con cui chi dirige il Paese si vuole porre all'attenzione internazionale. La cosa non meraviglia visto che l'argomento del "celodurismo", portato qualche anno fa alla ribalta dalla Lega, è ormai elevato a tema di governo. Intanto però informano dal Wwf «mentre siamo in piena crisi economica, e aumenta il debito pubblico, lo Stato decide di immobilizzare 1,3 miliardi di euro di fondi pubblici proprio quando: RFI sta smantellando progressivamente il servizio di traghettamento  tra la Sicilia e il continente; i cantieri della Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria come anche quelli della SS106 Ionica non vanno avanti per mancanza di fondi, per progettazioni sbagliate e per l'ipoteca della criminalità organizzata; per mesi Reggio Calabria non è stata raggiungibile in treno e la linea litoranea si è dovuta attestare a Lamezia Terme, a causa di una frana che l'aveva interrotta».

 

Per l'associazione ambientalista si deve proprio cambiare rotta e non limitandosi alla denuncia, propone le sue priorità: «Il rilancio del traghettamento dello Stretto e lo sviluppo razionale di un servizio pubblico locale di "metropolitana del mare" per i pendolari delle due aree urbane di Reggio Calabria e Messina; il completamento dei cantieri della A3 Salerno-Reggio Calabria e della SS106 Ionica, in un contesto di forte controllo e vigilanza degli organi dello Stato contro le infiltrazioni della criminalità organizzata; il miglioramento dei collegamenti stradali tra Catania, Siracusa e Gela; la riorganizzazione dei nodi ferroviari di Villa San Giovanni e Messina e il potenziamento, sul versante calabrese, della linea litoranea tirrenica tra Battipaglia e Reggio Calabria, e delle relazioni tra questa Taranto e Bari e, sul versante siciliano, delle linee ferroviarie di collegamento tra Catania, Messina e Palermo». Le proposte del Wwf sono tutte imperniate su alternative nel settore della mobilità ma con i soldi risparmiati dalla costruzione del ponte si potrebbe anche mettere mano ad un sistema di servizi inadeguato perfino in un Paese in via di sviluppo. Per fare un solo esempio pensiamo al sistema acquedotto-depurazione delle acque.

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