[04/08/2009] News toscana

Nuova proposta di legge sugli agriturismi: semplificazione da una parte, vincoli sui prodotti locali dall'altra

FIRENZE. Su 18.000 agriturismi presenti in Italia, 4000 sono situati in Toscana. Il dato è contenuto nel comunicato con cui la Giunta regionale toscana presenta le sue proposte di modifica della lr 30/2003, finalizzate a sveltire le procedure per l'apertura di agriturismi (o per la modifica di quelli esistenti) e aggiornare la normativa dal punto di vista dei controlli, dei limiti dimensionali per le aziende e degli strumenti di promozione dei prodotti tipici toscani.

Secondo il presidente Martini, tre sono gli obiettivi della riforma: «rafforzare il legame fra ristorazione negli agriturismi e produzioni tipiche, dare più efficacia ai controlli da parte dei Comuni anche per combattere gli abusivismi, semplificare le procedure (..), sempre però nei limiti del concetto fondante le autentiche attività agrituristiche: la prevalenza dell'attività agricola».

Per quanto attiene alla semplificazione, due sono le misure più significative: anzitutto vengono eliminati alcuni passaggi burocratici ormai ridondanti, come la necessità del parere della locale Provincia per la verifica della cosiddetta "principalità", cioè il carattere di prevalenza delle attività agricole nel bilancio che costituisce condizione necessaria perchè la struttura ricettiva possa godere del nome "agriturismo" e delle relative facilitazioni. La principalità, secondo la proposta di legge, dovrebbe essere verificata direttamente tramite la già presente banca dati dell'Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura (Artea), con il duplice risultato di una velocizzazione delle procedure e di una maggiore possibilità di organizzare i controlli.

Interessante, anche se da analizzare con attenzione, è la proposta di eliminare i limiti massimi per i posti-letto e i posti-tavola negli agriturismi: secondo Martini, ciò «consentirà di valorizzare il criterio secondo cui le attività agricole devono restare principali e, quindi, sia di incrementare l'attività agricola stesse che di premiare gli imprenditori più attivi». In altre parole, la proposta intende permettere la crescita dimensionale di quella componente del bilancio delle aziende che è incentrata sull'attività agricola vera e propria, finora limitata proprio a causa dei vincoli imposti dalla normativa per la ricettività, vincoli che a loro volta limitavano indirettamente anche l'estensione della superficie assestata per le attività agro-pastorali. Questa specifica misura, come detto, è da accogliere con soddisfazione ma anche con attenzione, poiché (tra le possibili conseguenze che vengono in mente) essa potrà esporre il comparto produttivo dell'agriturismo alla penetrazione dei grandi marchi alberghieri e in generale facilitare potenzialmente forme di monopolio. Occorrerà quindi vigilare (ed eventualmente integrare la normativa) al fine di contrastare questa evoluzione, naturalmente tenendo presente l'orizzonte fondamentale della libertà di impresa (cui anche la nuova normativa proposta si ispira) ma comunque introducendo elementi di contrasto all'instaurazione di monopoli e tutelando le imprese a conduzione familiare.

Altro elemento significativo della proposta di legge prevede l'obbligo, per gli agriturismi, di somministrare prodotti alimentari toscani e in prevalenza quelli di produzione aziendale, e questa appare una proposta decisamente sensata, nella direzione di un sistema di promozione sempre più integrato tra due delle principali "attrazioni" turistiche della regione, e cioè il territorio e l'alimentazione tipica e di qualità.

Infine i controlli: secondo la proposta di legge, la Regione darà ai comuni il compito di effettuare controlli sul rispetto della principalità e sull'uso di prodotti locali, controlli che, per quanto attiene alle attività dotate di servizio di ristorazione, saranno effettuati su circa il 10-20% delle aziende ogni anno.

Una proposta di legge, quindi, finalizzata a conciliare due necessità impellenti non solo nel comparto agricolo, ma all'interno dell'intero sistema produttivo toscano: e cioè da una parte la richiesta, da parte degli imprenditori, di una maggiore libertà operativa (particolarmente stringente, visto il momento di crisi), e dall'altra l'imprescindibile necessità di adempiere alle richieste degli imprenditori senza con questo derogare agli step richiesti dal percorso verso la sostenibilità.

Quindi da una parte si semplifica, e questo è "bene", ma dall'altra lo si fa introducendo nuovi vincoli, più attuali e anche più comprensibili, nella loro evidente lungimiranza, da parte degli operatori del sistema: e questo è "meglio". Come detto, comunque, appare necessario approfondire maggiormente l'aspetto relativo alla caduta dei vincoli per il dimensionamento ricettivo, in modo da offrire maggiori garanzie di competitività per le aziende agrituristiche a conduzione familiare, cioè la grande maggioranza di esse.

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