[30/04/2010] News

Assegnazione quote Co2, Legambiente: un regalo alle centrali pił inquinanti

LIVORNO. «Un regalo alle centrali più inquinanti che va contro gli obiettivi della direttiva europea in materia di gas serra. Il nostro Paese ha rinviato per l'ennesima volta un impegno serio nella direzione della riduzione delle emissioni, regalando alle imprese la gratuità nello sforamento delle emissioni e togliendo le risorse proprio agli interventi di riduzione della CO2 e di spinta agli interventi di efficienza energetica».

Così Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente, commenta la soluzione approvata in Consiglio dei Ministri che permette di soddisfare le richieste di assegnazione delle quote di CO2, a titolo gratuito, per gli operatori energetici ed industriali, per impianti entrati in funzione nel 2009, che complessivamente sforano la quota prevista nel piano nazionale di assegnazione delle emissioni.

«Il Governo - continua Zanchini - ha scelto la soluzione meno coraggiosa e lungimirante, certamente non facendo l'interesse dei cittadini né quello del Paese».

Legambiente sottolinea infatti, come le risorse che subito vengono anticipate alle imprese attraverso il provvedimento, provengano dalla futura vendita all'asta delle quote di emissioni di CO2, ossia dalla voce creata proprio per muovere investimenti nelle politiche industriali virtuose. Per l'associazione ambientalista questa scelta è un errore, mentre l'unica soluzione sensata sarebbe stata quella di premiare l'efficienza negli impianti entrati in funzione lo scorso anno, fissando una quota gratuita di emissioni per tutti gli impianti e facendo pagare la restante secondo un principio di chi più inquina più paga, come ad esempio le centrali a carbone.

«Invieremo un esposto all'Unione Europea - conclude Zanchini - per mettere in evidenza come questa decisione vada contro la Direttiva in materia di gas serra e contro le regole della concorrenza tra le imprese».

Legambiente ricorda, inoltre, come nel 2009 le imprese italiane abbiano emesso 22,8 milioni di tonnellate in meno di CO2, una quota inferiore a quanto imposto dalla direttiva Ets per via della crisi economica. In controtendenza rispetto al calo complessivo ci sono solo due settori: le raffinerie e le centrali termoelettriche a carbone, responsabili di oltre il 30 per cento delle emissioni generate per produrre elettricità. Nel 2009 gli impianti a carbone hanno sforato più di ogni altra attività industriale gli obiettivi della direttiva ETS, superando di ben 6,4 milioni di tonnellate di CO2 i limiti imposti.

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