[04/05/2010] News toscana

Bilancio sociale Mps 2009: -34% emissioni CO2, -25% carta

FIRENZE. Una riduzione delle emissioni di CO2 pro-capite del 34% (dai 1858 kg del 2008 ai 1226 del 2009), oltre ad un calo del 25% (da 103 a 75 kg pro capite) dell'uso di carta, cui si aggiunge un maggiore utilizzo di carta eco-compatibile e un maggiore riciclaggio dei toner. A questo si sono aggiunte una sperimentazione di mobility management per gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti, una crescita dei finanziamenti a progetti per l'utilizzo di rinnovabili dai 320 milioni di euro del 2008 ai 379 dell'anno passato e, tra le altre cose, l'attivazione di due nuovi ambiti di policy di matrice ambientale: il ramo "sostenibilità nella catena degli approvvigionamenti" ha portato alla definizione di un rating di sostenibilità dei fornitori (a cui, su una scala da 1 a 10, è stato attribuito per il 2009 un valore di 4,7) e ad una quantificazione (mai effettuata finora) dell'incidenza degli acquisti "green" nel fabbisogno logistico, che per il solo 2009 è stata valutata intorno al 4%, per un'incidenza totale stimata del 15% sul totale del catalogo. Riguardo al ramo "energia e cambiamenti climatici", i finanziamenti hanno riguardato oltre 1000 progetti di installazione di Fer, mentre erano stati 546 nel 2008.

Sono alcuni dei dati più significativi che, dal punto di vista più strettamente inerente alla sostenibilità ambientale, emergono dall'analisi del Bilancio sociale 2009 del gruppo Monte dei Paschi di Siena (Mps), che intende così valutare (o meglio, in parte auto-valutare, in parte riportare i giudizi attribuiti dalle agenzie di rating secondo i criteri del "Global reporting initiative" - Gri - del 2008) il suo stato di Corporate social governance (Csr - responsabilità sociale d'impresa) in conclusione di un'annata che, in piena crisi, ha visto il gruppo entrare a far parte del Dow Jones sustainability index world (Djsi), indice che valuta soprattutto la responsabilità sociale dell'impresa ma che nella sua definizione investe tutte le componenti  - sociale, ambientale, economica - della sostenibilità.

Lasciando da parte, come detto, le questioni inerenti alla sostenibilità sociale (tra le altre cose, l'aumento dell'occupazione femminile - dal 43 al 44% - all'interno dell'organigramma, le attività di "migrant banking", il sostegno al microcredito, l'avvio della cessazione del ramo armamenti di banca Antonveneta, recentemente assorbita dal gruppo), il bilancio in termini di sostenibilità ambientale dell'attività 2009 del terzo gruppo bancario italiano - 3088 filiali, di cui 606 in Toscana, 403 in Lombardia, 357 in Veneto - è stato definito privilegiando «l'inclusione di informazioni quali-quantitative direttamente misurabili, evitando il più possibile il ricorso a stime». Dal perimetro di rendicontazione sono stati esclusi il ramo assicurativo, il comparto di gestione del risparmio, oltre alle filiali e alle banche estere. Una verifica finale esterna del bilancio è stata effettuata anche dalla società di revisione contabile Kpmg, che ha fornito anche un supporto nella stesura e ha verificato l'adesione ai criteri indicati nelle linee guida "Sustainability reporting guidelines & financial services sector supplement" definite dalla già citata Gri.

Più specificatamente, la politica di miglioramento del bilancio ambientale delle attività del gruppo ha avuto come principali ambiti di intervento, da una parte, quello relativo al miglioramento dell'efficienza di utilizzo delle risorse e delle materie prime in tutti i settori di attività (in un'ottica di Life cycle assesment) oltre ad una riduzione delle emissioni e dei rifiuti. Dall'altra parte, sono stati rafforzati il «contributo ad attività economiche e tecnologie eco-efficienti, realizzabile attraverso l'offerta bancaria» e l'analisi dei «possibili riflessi negativi sul credito di un eventuale profilo deficitario di eco-compatibilità dell'impresa e del progetto finanziato».

In termini energetici, è prevista per il bilancio 2010 una più precisa rendicontazione: i dati 2009 indicano comunque un lieve calo, a perimetro costante (p.c.), dei kwh consumati, che scendono dai 231 miliardi circa del 2008 ai 229 del 2009, anche se in termini globali l'utilizzo energetico è cresciuto fino a 232,3 miliardi di kwh. Molto significativa, in questo senso, l'incidenza dell'utilizzo di Fer, che cresce dal 64% all'87% derivando soprattutto dal comparto idroelettrico. In generale, ragionando sempre a perimetro costante, la riduzione complessiva annuale dei consumi è stata nell'ordine dell'1%: in questo senso, «l'obiettivo è ridurre progressivamente questo dato, con una strategia di Energy Management che, in costante coerenza con le previsioni della legge 10/1991, sarà ulteriormente potenziata nei prossimi anni».

Infine, è da riportare che a livello di dettaglio (e di applicazione diretta di tecnologie a Fer) sono per ora stati «completati l'installazione e l'attivazione in due filiali di impianti fotovoltaici da 3kW (e) sono stati avviati i lavori per realizzare un impianto di 40 kW presso il maggiore centro direzionale di Siena».

In crescita invece il consumo di acqua, sia in termini assoluti (da 957mila mc a 1,02 milioni a p.c, 1,03 milioni globalmente) sia pro-capite (da 123 litri/giorno a 135 a p.c.), mentre si è avuto un forte calo emissivo in termini di CO2, dalle 58mila t del 2008 a 37mila a p.c, 41mila globalmente, -35,9% in termini percentuali. Per i rifiuti speciali, la produzione è scesa da 3,6 milioni di t a 2,8 (3 milioni a perimetro non costante), mentre il dato pro-capite è sceso da 134 a 108 kg a p.c.

Il documento, pubblicato ormai da vari anni, è da considerarsi tra i più evoluti nel settore dei bilanci sociali, ed è positiva l'ottica che lo caratterizza, finalizzata a riportare, come citato, solo gli aspetti più direttamente quantificabili: non (o non solo) un coacervo di dati simbolici e buone intenzioni, quindi, ma una vera e propria "contabilità ambientale" (oltre che sociale, anche se da questo punto di vista il discorso si complica ulteriormente), sia pure di matrice sperimentale, la cui attendibilità è testimoniata anche dall'avvenuto inserimento nel prestigioso Djsi.

Il difetto principale del bilancio di Mps, come di tutti i documenti analoghi prodotti da imprese di ampia prospettiva, risiede però proprio nella significativa componente di autovalutazione, che non può essere completamente azzerata dagli elementi di controllo sovra-societario citati. Certo, il problema è ampio, e investe anche responsabilità istituzionali e non solo le libere scelte dell'impresa, che anzi - avendo tutto da guadagnare da un'adeguata pubblicizzazione delle azioni di Corporate social governance intraprese - ha esplicitamente cercato di rendere il più possibile oggettive e verificabili le azioni intraprese.

E' chiaro comunque che nei prossimi anni, se com'è da attendersi il percorso di progressiva quantificazione delle esternalità ambientali negative (e in generale delle interazioni col capitale naturale) proseguirà e si intensificherà su scala globale, anche il concetto di "bilancio sociale" subirà una progressiva evoluzione, ad oggi ancora probabilmente non immaginabile, soprattutto in direzione di una più forte oggettivizzazione delle valutazioni riportate, in particolare per quanto riguarda gli aspetti ambientali.

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