[05/05/2010] News

Acqua: il punto sulla campagna referendaria

FIRENZE. La raccolta di firme sui tre quesiti referendari per l'acqua pubblica sta procedendo a gonfie vele. A livello nazionale dopo 9 giorni di campagna referendaria (iniziata il 24 aprile scorso), sono state superate le 250mila firme raccolte per ciascuno dei tre quesiti proposti. Quindi metà delle firme necessarie e un terzo dell'obiettivo che il Comitato promotore dei referendum si era dato per la fine della campagna.

«La velocità di raccolta firme è straordinaria e da tutti i territori, anche dai più periferici, arrivano dati eccezionali. Tra le regioni in largo anticipo sulla tabella di marcia ci sono il Lazio (32mila firme), la Puglia (oltre 30mila firme), la Calabria (10mila). In Abruzzo sono state raccolte più di settemila firme, quattromila solo negli ultimi due giorni» informano dal Comitato promotore nazionale.

Le cose stanno andando molto bene anche in Toscana considerato che al 2 maggio erano già state raccolte 26.883 firme, cioè circa il 60% dell'obiettivo regionale assegnato. Per quanto riguarda i dati delle singole province, particolarmente rilevanti le prestazioni di Arezzo (107,9%) e Grosseto (108,3%), dove i comitati provinciali hanno già raggiunto e superato l'obiettivo assegnato.

Leggermente indietro invece la raccolta firme in provincia di Lucca (27,5%) rispetto all'obiettivo, con dato più basso anche in assoluto (1320 firme raccolte). Firenze che ha l'obiettivo più impegnativo da raggiungere (oltre 12mila firme) è al 39,8%. Insieme ai numeri sono da evidenziare, ad oggi, anche altri dati certi di questa campagna referendaria sull'acqua: le file delle persone ai banchetti per firmare, ma anche per informarsi, parlare, discutere, nei modi più svariati di questo tema così importante; la "trasversalità" di questa campagna anche se nasce in seguito a provvedimenti presi da questo governo.

Molte persone che appartengono a partiti che non hanno appoggiato la campagna referendaria, hanno effettuato una scelta di "coscienza", e non solo si ritrovano a firmare, ma a trascinare altri verso l'obiettivo finale che si è posto il Comitato referendario.

Nel Pd i casi più eclatanti: in Friuli Debora Serracchiani, segretaria del partito in quella regione sta invitando i suoi ad andare a firmare: «Per opporsi allo scippo di un bene essenziale, il Partito democratico del Friuli Venezia Giulia si è subito mobilitato nelle sedi istituzionali, con le associazioni e tra i cittadini. Intendiamo proseguire questa battaglia anche sostenendo le iniziative promosse dal forum sull'acqua pubblica, che sabato 24 aprile ha iniziato a raccogliere le firme a sostegno del referendum contro la privatizzazione dell'acqua...».

In Toscana, Danilo Bianchi (Pd) sindaco di Anghiari, è uno dei 4 portavoce del Comitato promotore regionale dei referendum: «ad Arezzo abbiamo provato sulla nostra pelle cosa vuol dire essere privatizzati. Tariffe tra le più alte d'Italia, livello di investimenti non adeguato, consulenze tecniche lautamente pagate ai privati e ruolo predominante degli stessi nelle gestione sociale. Per questo è fondamentale riconoscere che il servizio idrico è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica e sul quale non è accettabile la logica del profitto. L'acqua deve essere gestita da enti di diritto pubblico e con il concorso della fiscalità generale anche per riaffermare pienamente la sovranità popolare e dare un senso e un contenuto vero alla parola democrazia».

Un ultimo dato certo è che nelle assemblee rappresentative (consigli comunali) si sta discutendo se modificare gli Statuti, dichiarando il servizio idrico servizio pubblico privo di rilevanza economica. In alcuni casi questa strada è stata già imboccata.

L'ultimo in ordine di tempo in Toscana è quello relativo al Consiglio comunale di Pisa che ieri, in prima votazione e quasi all'unanimità, con la maggioranza espressa dal voto favorevole di 29 consiglieri, ha approvato la modifica dello statuto comunale integrando il principio che "il servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l'accesso all'acqua per tutti ed al tempo stesso pari dignità umana a tutti i cittadini".

«Riconoscendo l'acqua come un bene privo di rilevanza economica, il comune di Pisa fa un passo deciso e importantissimo verso la gestione pubblica dell'acqua- hanno dichiarato dal Comitato referendario provinciale- Non possiamo quindi che felicitarci con la scelta effettuata dal Consiglio comunale di voler percorrere la strada della democrazia partecipata che migliaia di cittadini, lavoratori e enti locali sostengono per l'affermazione del diritto all'acqua».

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