[05/05/2010] News toscana

Il parco della Piana tra partecipazione, gioco e comunicazione informale

FIRENZE. In occasione della mostra multimediale "Viaggio a Nord-Ovest, oltre le mura di Firenze" (già attiva dal 25 aprile, e che proseguirà fino al 4 luglio presso il castello dell'Acciaiolo a Scandicci- Fi nell'ambito del progetto "Cento itinerari più uno") avranno luogo due laboratori tematici sul Parco della Piana rivolti alla popolazione.

Il 22 maggio (ore 15-18) avrà infatti luogo l'iniziativa "Il Parco della Piana in scena", laboratorio d'improvvisazione teatrale dove si insceneranno brevi narrazioni che avranno per oggetto un parco immaginario, mentre il 29 maggio (ore 14-19) sarà il turno dell'incontro "Eco-design per il Parco della Piana", laboratorio di costruzioni creative dove la "materia prima" sarà costituita da materiale di scarto delle aziende della Piana. Entrambi i laboratori sono prevalentemente intesi come diretti a giovani e bambini residenti nel territorio della Piana.

Tra urbanistica e teatro, quindi, e tra partecipazione e didattica del recupero/riutilizzo dei materiali: in entrambe le occasioni, comunica lo staff del progetto, «sarà presente un tavolone che riproduce la mappa aerea dell'area del Parco e sul quale i partecipanti potranno scrivere, disegnare e lasciare i loro commenti e idee. Nelle due giornate i ragazzi e le loro famiglie, oltre ad apprezzare i lavori in mostra, potranno (quindi) conoscere meglio il progetto del Parco della Piana e le attività di partecipazione in corso».

Il "tavolone" (vedi immagine) è lo stesso che è stato, in questi mesi, trasportato in vari incontri e kermesse tenutisi in Toscana, dal festival della Creatività dello scorso ottobre fino al seminario dedicato all'approvazione del Masterplan del parco, recentemente svoltosi a Poggio a Caiano (Po). Si tratta di uno strumento dove i cittadini possono apporre dei post-it e/o scrivere direttamente con pennarelli sopra la zona dove ritengono sia da svolgersi un qualche tipo di intervento o miglioramento. Le indicazioni sono poi riunite dai tecnici in documenti specifici, e il tavolo viene ripulito e messo a disposizione per gli incontri successivi.

E, in questo "riassunto" di alcune delle più significative iniziative attuate all'interno del percorso partecipato, non vanno dimenticate le quattro (per ora) "passeggiate nella Piana" che, previste nelle diverse stagioni e già svoltesi per quanto riguarda l'autunno (ottobre) e l'inverno (gennaio) hanno inteso fornire agli stakeholder intervenuti una visione diretta di che cosa sia la Piana, a seconda delle variabili condizioni climatiche e quindi ambientali: anche l'itinerario "la Piana in primavera" ha già avuto luogo, il 18 aprile scorso.

Il comune denominatore tra tutte queste diverse iniziative verte intorno alla sostanziale informalità degli incontri che hanno avuto luogo. Anzi, spingendoci più oltre possiamo evidenziare, oltre alla natura informale, una vera e propria impostazione "ludica" che ha caratterizzato - e caratterizzerà in futuro, accompagnandosi agli aspetti più formali come la completa messa a disposizione dei documenti di indirizzo e proposta finora stipulati - tutte le pratiche partecipative citate.

E in questo senso, possiamo dire che "il gioco è una cosa seria": la natura informale e ludica delle pratiche partecipative è infatti quella indicata in molti casi come determinante sia nella letteratura accademica italiana relativa alla partecipazione (citiamo in questo senso l'ampia opera letteraria di Marianella Sclavi, docente di Etnografia urbana e Gestione creativa dei conflitti presso il Politecnico di Milano e ispiratrice del gruppo "Avventura urbana" che, insieme a "Sociolab", gestisce la parte tecnica del processo partecipato per il parco) sia nelle esperienze sia pratiche sia didattiche attivate in questi anni in diversi paesi europei (Belgio, Regno Unito, Bulgaria, Finlandia in primis).

E va sottolineato che, se ovviamente l'impostazione ludica è prevalentemente orientata all'educazione dei bambini e degli adolescenti (o meglio, alla "educazione reciproca e permanente" tra stakeholders civili, imprenditoriali, tecnici, politici e istituzionali come indicato da vari esperti di prospettiva continentale come Ann van Herzele del dipartimento di Ecologia umana dell'università di Bruxelles), essa va intesa come diretta anche agli adulti che prendano parte al processo.

E' infatti - o meglio, è da molti considerata - proprio l'informalità del contesto la chiave fondamentale per aprire un vero dialogo e una vera partecipazione civica al processo decisionale, e in questo senso - basta pensare alla differenza, in termini di coinvolgimento potenziale, tra la partecipazione ad una tradizionale "assemblea" e quella ad un laboratorio teatrale o comunque ad un ambito di espressione creativa, spontanea - qui sta la fondamentale divergenza tra quello che possiamo chiamare semplice "consultazione" della cittadinanza e l'attivazione di pratiche "partecipative" comunemente intese.

Poi occorre vedere se il sistema della "democrazia partecipativa" è effettivamente obiettivo praticabile all'interno della società italiana, e occorre anche ribadire che il contesto ludico/informale è considerato da altri studiosi (possiamo chiamarli "scettici") come una sostanziale perdita di tempo e di risorse economiche ed umane, che penalizza e non facilita la riuscita del processo partecipativo. Ma è ovvio che, una volta che la regione Toscana si è - prima tra tutte le regioni italiane - dotata di una normativa organica sulla partecipazione civica e amministrativa ai processi decisionali (la lr 69/07), va anche sperimentata quella impostazione che è comunque indicata da alcuni tra i massimi esperti del settore e che, nelle esperienze effettivamente compiute, è stata poi valutata come elemento determinante della positiva conclusione del processo partecipativo. E svariate iniziative poste in atto per il Parco della Piana vanno esplicitamente, e in modo sistematico e non puntuale, proprio in questa direzione.

 

 

 

Torna all'archivio