[05/05/2010] News

Italia: sul Pm10 è arrivato l'ultimo avvertimento da Bruxelles. Ora ci aspetta la Corte di Giustizia

FIRENZE. E' arrivata oggi all'Italia, una forte tirata d'orecchie da parte di Bruxelles, un ultimatum riguardante i livelli di inquinamento da particelle sottili (Pm10) i cui valori limite sono stati superati in numerose città. «L'inquinamento atmosferico continua a causare ogni anno più di 350.000 morti premature in Europa. In Italia sono ancora troppi i luoghi dove, per ogni 10.000 abitanti, più di 15 persone muoiono prematuramente solo a causa delle particelle sottili» ha dichiarato il commissario europeo all'ambiente Janez Potoknik.
L'infrazione, riguarda l'applicazione della direttiva Ue sulla qualità dell'aria che è entrata in vigore nel giugno 2008 e che autorizza gli Stati membri a chiedere, nel rispetto di certe condizioni e per determinate parti del paese, una proroga di durata limitata per l'adeguamento alle norme in materia di Pm10 in vigore nel 2005. «L'Italia come altri Stati membri - informano dalla Commissione- ha inviato richieste di proroga riguardanti circa 80 zone situate in 17 regioni e province autonome, richieste respinte in gran parte in quanto le zone non soddisfacevano tutte le condizioni previste dalla direttiva, in particolare la garanzia del rispetto dei valori limite Ue entro il termine della proroga». Quello di oggi sarà l'ultimo avvertimento scritto nella procedura di infrazione che la Commissione europea ha aperto lo scorso anno nei confronti all'Italia: «se l'Italia non prende le misure necessarie per conformarsi alla normativa, la Commissione potrà adire alla Corte di giustizia europea». "Avvertimenti" del genere sono stati fatti all'Italia in altri settori (vedi depurazione delle acque) e la pericolosità delle polveri sottili per la salute è ben nota anche a noi, soltanto che a livello territoriale quando si devono prendere provvedimenti sul traffico ci si concentra più facilmente sulle conseguenze delle limitazioni della mobilità più che sulla tutela del diritto alla salute dei cittadini. E siccome si tratta di interventi di emergenza ritenuti, probabilmente a ragione, poco incisivi (ma sono gli unici possibili) si rimanda in attesa dei tanto auspicati interventi infrastrutturali per la mobilità pubblica che prima o poi saranno realizzati. Più poi che prima considerata la limitata disponibilità di risorse economiche e la lentezza dei processi decisionali e realizzativi almeno in Italia.

 

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