[06/05/2010] News

Obama: alzeremo il limite degli indennizzi per le catastrofi petrolifere. Fino a 10 miliardi di dollari?

LIVORNO. Il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs , ha detto che il presidente Barack Obama è pronto a chiedere un «aumento significativo» dei 75 milioni di dollari del massimale di indennizzo per le imprese responsabili di sversamento di carburanti.

«Saremmo favorevoli a un rialzo significativo di questo massimale», ha risposto Gibbs ai giornalisti, senza però specificare se la Casa Bianca ha deciso di portare il limite a 10 miliardi di dollari come chiedono in molti. «Non ho delle cifre specifiche. Ripeterò quello quel che ha detto il presidente: La BP riceverà la fattura per iil recupero, la pulizia, ed i danni causati».

Bill Nelson, un senatore democratico della Florida, ha presentato un progetto di legge che sta per essere discusso che prevede di fissare il limite degli indennizzi a 10 miliardi di dollari e ieri Harry Reid, il leader dei democratici in Senato, ha annunciato il sostegno del partito alla proposta.

Secondo il portavoce di Obama, con la legge approvata dopo il disastro della Exxon Valdez del 1989 in Alaska, le compagnie petrolifere sono obbligate a pagare la pulizia ed i costi di smaltimento per ogni fuga di sostanze inquinanti dai loro impianti. «tuttavia la legislazione limita i danni pei quali è responsabile un'impresa a 75 milioni di dollari, a meno che la compagnia non sia colpevole di "flagrante negligenza"».

E proprio su questo, sulla responsabilità individuale, o del capitano e dell'equipaggio delle petroliere o del personale delle piattaforme offshore, che gli stuoli di avvocati delle multinazionali petrolifere si basano per cercare di pagare meno risarcimenti possibili.

I danni da pagare per la BP potrebbero essere molti di più delle sue più pessimistiche previsioni. Il direttore esecutivo di Sierra Club, Michael Brune, è arrivato sul luogo del disastro petrolifero e ha detto «Sapevo che l'impatto del disastro sarebbe stato cattivo. Non avevo idea che sarebbe così cattivo. Abbiamo visto porticcioli pieni di barche da ostriche legate ai moli quando dovrebbero essere fuori per lavoro. Abbiamo visto centinaia di reti per i granchi inattive. Abbiamo visto l'habitat di razze, delfini, tonnetti, squali e le prime aree di riproduzione dei gamberetti. Tutto questo è a rischio. Alcune delle zone di pesca più produttive del pianeta ed uno dei luoghi più belli del mondo d sono sotto assedio per lo spargimento di petrolio. Lo sversamento si estende per chilometri e chilometri. Per tutte le 76 miglia dal luogo dell'esplosione, si poteva vedere chiaramente la marea nera. Ci sono strisciate oleose arancioni visibili che viaggiano lungo tutta la superficie del mare. Il petrolio ha già imbrattato le isole esterne. Non è possibile guardare questo pasticcio e non essere arrabbiati con la BP per l'impatto ha avuto sul'intera regione».

E Brune mette in guardia sulle iniziative che ha iniziato a mettere in piedi la multinazionale: «Ora La BP sta procedendo ad una costosa campagna di pubbliche relazioni nel tentativo di mascherare l'entità del danno nel Golfo e ridurre al minimo le sue responsabilità. Dopo aver parlato con i residenti qui nel Golfo e vedendo l'inquinamento, è chiaro per me che la vastità dei danni non può essere minimizzata. La BP deve essere ritenuta responsabile per ogni centesimo dello sforzo di risposta e per ogni posto di lavoro perso. Questo disastro è un campanello d'allarme. Dobbiamo fermare subito l'espansione delle perforazioni offshore».

«Dobbiamo eliminare le sovvenzioni e i regali per le aziende come la BP, che ha fatto più di 5,5 miliardi di dollari di profitti solo nel primo trimestre del 2010. Abbiamo bisogno che i nostri leader adottino un piano per farci uscire del petrolio attraverso la promozione di soluzioni energetiche pulite. Soluzioni come quella di auto efficienti e pulite esistono già, basta la volontà politica di attuarle. E' chiaro che gli abitanti della Costa del Golfo dovranno fare i conti con questo disastro per gli anni a venire. Si tratta di una tragedia indicibile, non solo per le famiglie degli 11 operai scomparsi nell'esplosione, ma per tutti i residenti della Costa del Golfo che si affidano al mare per la propria sussistenza. Il presidente Obama deve spostare tutte le risorse disponibili per rispondere a questa catastrofe ambientale ed economica».

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