[10/05/2010] News toscana

Lo strano sondaggio del primatologo padovano sul Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano

E' veramente impressionante leggere sul Tirreno i risultati del cosiddetto sondaggio sul Parco nazionale dell'Arcipelago toscano e sulle sue attività sul territorio che sarebbero state condotte da un gruppo di ricercatori dell'Università di Padova, coordinati dal professor Andrea Camperio Ciani (un primatologo, cioè un ricercatore che si occupa di scimmie), in collaborazione con l'associazione internazionale per lo studio e la conservazione degli ecosistemi (Aps Gea onlus).

«Della ricerca, che risalirebbe al 2003, che quindi sarebbe stata svolta tra la presidenza del professor Giuseoppe Tanelli e il commissariamento del sindaco di Capoliveri Ruggero Barbetti voluto dall'ex ministro Altero Matteoli, e che viene "rivelata" solo oggi, nessuno al Parco ne sapeva niente - dice Umberto Mazzantini, portavoce di Legambiente Arcipelago Toscano, che fa parte del direttivo del parco dal 1997 e che è stato consulente di Barbetti per molto tempo - Forse, dato che l'Ente "indagato" non è stato sentito, si capiscono anche alcune clamorose cantonate prese dagli studenti-ricercatori padovani». Lo studio, che lo stesso primatologo asserisce essere sull'evoluzione della personalità degli abitanti delle piccole isole, diventa improvvisamente uno studio sul gradimento del parco, anche se il professore scrive: «Sono autore di un modello di evoluzione della personalità mediante il gene flow che condurrebbe gli abitanti che vivono in ambienti ristretti ed isolati a sviluppare generazione dopo generazione aspetti di personalità particolari particolarmente adattati alla vita sulle piccole isole. Con l'aiuto di oltre 400 volontari ho campionato tutte le isole tirreniche dal Giglio alle pontine, alle eolie fino alle Egadi», ma poi in una lettera aperta inviata al ministero dell'ambiente si dice: «Oggi l'opposizione della popolazione al Parco è passata da un 50% a un 90-95%». I motivi di questa avversità sarebbero varie «la proliferazione di cinghiali e mufloni a danno delle attività agricole, l'attivazione di aree marine protette che hanno favorito, anziché limitato, il fenomeno della pesca di frodo, la disparità di trattamento percepita da alcune categorie economiche (anzitutto gli albergatori) per chi lavora dentro i confini del Parco ed è sottoposto a vincoli e limitazioni ai quali non corrispondono benefici, per non parlare delle persone, infuriate per la gestione ambigua della questione degli elettrodotti».

C'è veramente da rimanere allibiti che una squadra così folta di studenti capeggiati dal professore non si sia accorta e non sappia che i cinghiali siano stati introdotti all'Elba dai cacciatori negli anni ‘60, che i mufloni siano stati importati ben prima dell'istituzione del parco, su richiesta di un Comune, a "fini ornamentali" e che da quando esiste il parco la cattura e l'abbattimento di questi due ungulati sia aumentata moltissimo (smentendo le cifre date dai cacciatori che parlavano di un numero di capi molto minore); così come è incredibile che dei ricercatori non sappiano che con il parco non siano state istituite aree marine protette (che non istituisce il Parco), ma confermati i vincoli carcerari che già esistevano, o i decreti risalenti addirittura agli anni '70-'80-‘90, nelle isole di Gorgona, Capraia, Pianosa, Montecristo e Giannutri.

Veramente comico il tentativo di screditare il parco riguardo ai sentieri (senza peraltro indicare quali e se fossero davvero nel territorio protetto dal parco o nel 47% che ne è escluso) , i ricercatori forse non sanno che il parco ha ripulito o riaperto letteralmente centinaia di km di sentieri abbandonati e che prima del parco non erano assolutamente segnalati, se non per alcuni percorsi dove esistevano, ed esistono, i segnali bianco-rossi del Cai. E che dire del percorso dell'elettrodotto, per il quale per ora l'interramento è previsto solo nel Parco e solo grazie alla presenza del Parco? Oppure dell'avversità degli albergatori (nemmeno 10 su 300!) che hanno le loro attività nel Parco e che potranno fare molto di più che fuori-parco con il progetto eco-turismo contenuto nel Piano del Parco approvato a dicembre?

Che dire di Pianosa) «Ci ha lasciato sorpresi e sconcertati - si legge nella lettera - per il suo stato di abbandono». Peccato che l'abbandono non dipenda dal Parco, ma da altri Enti che sono i proprietari del patrimonio edilizio dell'Isola e quindi i custodi del suo patrimonio storico-architettonico, compreso quel Governo al quale i ricercatori scrivono scandalizzati e che sul recupero di Pianosa non ha mai investito un euro, ma che ha invece pesantemente tagliato i bilanci del Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano e di tutte le aree protette italiane.

Mazzantini dice: «E' incredibile che di tutto questo non ci sia traccia nella corrispondenza intercorsa tra il primatologo e il presidente del Parco Mario Tozzi che fino ad ora ho potuto vedere, dopo averne chiesto copia come componente della Giunta del parco. Mi risulta che Camperio Ciani chiedesse, prima di inviare la sua indignata lettera al ministero e ai giornali, un'autorizzazione per una visita per una giornata sull'isola per il suo corso di Etologia e Psicologia Evoluzionistica, (41 studenti e 5 formatori) "per condividere un'emozione di che cosa voleva dire vivere su una secca battuta dal vento, di un pugno di chilometri quadrati", ma il gruppo doveva essere accompagnato dalla Guardia Costiera e dai Carabinieri, oppure con un'imbarcazione propria a noleggio. A quanto mi risulta il parco rispose che bisognava fare come tutti gli altri e magari andare con la nave di linea a Pianosa che parte tutti i martedi da Piombino. Sarà anche un caso, ma solo dopo questa risposta i toni cordialissimi del professor Camperio Ciani si sono trasformati in una spietata accusa contro il parco, basata su dati mal posti e mi pare ancor meno meditati, all'interno di una ricerca che mi sembra, da come viene descritta (anche con prelievi di sangue) meritoriamente destinata allo studio antropologico e delle popolazioni isolane e non certo alla polemica politica contro un parco».

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