[12/05/2010] News

Stategia per la biodiversità: il documento del governo si dimentica delle aree protette

ROMA. Da una prima lettura complessiva del documento emerge da subito una grande lacuna in riferimento alle Aree Protette e al loro indiscutibile ruolo come strumenti di attuazione di qualsiasi strategia di conservazione della biodiversità e sviluppo sostenibile. Ruolo riconosciuto dalla stessa CBD, sia nel testo stesso della Convenzione che nel suo specifico Programma di Lavoro sulle Aree Protette, laddove si sancisce che un sistema di aree protette attentamente pianificato e ben gestito è essenziale per la conservazione della biodiversità e il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

La quasi totale assenza di riferimento alle Aree Protette sembra riflettere un processo di preparazione non del tutto efficace e si auspica che le future riunioni del Comitato Nazionale per la Biodiversità siano tecnicamente più mirate e coinvolgano tutto il variegato mondo dei parchi.

Nell'intero documento non viene mai fatto alcun riferimento agli indirizzi contenuti nel Programma di lavoro sulle aree protette e nella Raccomandazione per le Opzioni per la mobilitazione di risorse finanziarie per la sua attuazione. Risulta dunque di difficile comprensione come si possa attuare una strategia nazionale di conservazione senza alcun riferimento a importanti strumenti di attuazione come le Aree Protette e senza alcun riferimento alle opzioni per una adeguata mobilitazione di risorse finanziarie.

A tal fine si richiama il punto 5 della Decisione della COP 7 della CBD laddove si richiede un maggior impegno delle Parti a predisporre e attuare un piano di azione per rafforzare la capacità nazionale per l'attuazione del Programma di Lavoro sulle Aree Protette.

Nel merito del documento "La strategia Nazionale per la Biodiversità" si rileva la totale assenza delle Aree Protette tra le Aree di lavoro, pertanto, si richiede un intero capitolo dedicato alle Aree Protette.

Parimenti, si rileva la totale assenza delle Aree Protette come principali interlocutori in tutte le aree di lavoro (Specie, habitat, Paesaggio, risorse genetiche agricoltura, foreste, acque interne, ambiente marino, infrastrutture e trasporti, aree urbane, salute, energia, turismo e ricerca ed innovazione), ad esclusione di un'unica area di lavoro all'educazione e informazione.

Inoltre, si rileva la totale assenza di informazioni sul sistema dei parchi, sia terrestri che marini. In particolare: non viene fatto alcun riferimento al sistema di classificazione (gli unici e pochissimi riferimenti riscontrati fanno riferimento ai parchi nazionali e riserve naturali), tra l'altro continui richiami sono riscontrabili in numerosi documenti della CBD a partire dall'ultima COP9 e, in particolare, nel Programma di Lavoro sulle Aree Protette; non vengono forniti dati in riferimento alla superficie protetta che mettendo a sistema Parchi e rete Natura 2000 arriva a ben il 21.8% dell'intero territorio nazionale (di cui solo le AP rappresentano il 12.5%); non vengono elencati il numero di parchi in Italia con relativa superficie protetta;

non vengono specificati gli enti di gestione delle Aree Protette, tagliando di conseguenza fuori tutti i variegati soggetti giuridici che a vario titolo gestiscono le Aree Protette (Consorzi di Gestione, Regioni, Comuni, Province, Comunità Montane, Associazioni, Università, Uffici del CFS, etc); non viene assolutamente messo in luce lo straordinario ruolo delle Aree Protette sia in termini di politiche di conservazione sia in termini di sviluppo sostenibile e della loro capillarità sull'intero territorio nazionale;

La strategia nazionale per la Biodiversità rappresenta una fondamentale occasione per gettare le basi di una politica delle Aree protette, politica ormai consolidata a livello internazionale sia alla luce degli obblighi della CBD sia alla luce degli indirizzi della IUCN.

Dati che vengono confermati dall'analisi dei report nazionali in ottemperanza degli obblighi derivanti dalla CBD in riferimento al Programma di Lavoro per le Aree Protette laddove risulta che 27 Paesi hanno creato circa 6.038 nuove Aree Protette Terrestri e 802 Aree Marine Protette ricoprendo approssimativamente 112.39 milioni di ettari di superficie terrestre e marina. La maggior parte dei report nazionali delle Parti Contraenti hanno indicato piani per stabilire nuove aree protette e di adottare obiettivi specifici per le aree protette. Questi obiettivi sono stati inclusi in tutte le politiche rilevanti ambientali, strategie nazionali per lo sviluppo sostenibile, strategie nazionali per la biodiversità, piani di azioni e programmi di conservazione.  Non si comprende il perché della loro totale esclusione dalla Strategia Nazionale per la Biodiversità.

LA POSIZIONE DI FEDERPARCHI PER L'ATTUAZIONE DELLA STRATEGIA NAZIONALE PER LA BIODIVERSITA'

Il valore intrinseco della biodiversità e la sua importanza per la vita sulla terra e a sostegno dei servizi eco sistemici è oramai un dato evidente e considerando che oggi siamo nel 2010 la Federparchi non può non esprimere la sua più profonda preoccupazione per le crescenti minacce per la biodiversità e le lacune e incoerenze contenute nella Strategia Nazionale per la Biodiversità, preoccupazione ancora più forte per l'allarmante tasso di perdita di biodiversità, compresi i suoi servizi eco sistemici, per la fauna selvatica e degli habitat.

Ad oggi ancora permangono sfide significative, tra cui la mancanza di adeguati e sostenibili finanziamenti per le aree protette, una limitata sensibilizzazione tra gli stakeholders rilevanti per le aree protette e la necessità di migliorare le conoscenze di coloro che sono coinvolti nella gestione delle aree protette. Vi è anche una importante necessità di affrontare le molteplici dimensioni di governance e di equa distribuzione dei costi e dei benefici. La Federparchi rileva l'urgente necessità di mettere a punto misure più efficaci e un adeguato sostegno tecnico e finanziario per istituire e gestire meglio le aree protette e in questo contesto la comunità imprenditoriale gioca un ruolo importante, ivi comprese le piccole e medie imprese. Riferimenti completamente assenti nel Documento della Strategia Nazionale per la Biodiversità.

Federparchi rileva che un sistema di aree protette attentamente pianificato e ben gestito è essenziale per la conservazione della biodiversità e il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile e l'adozione del Programma di lavoro sulle aree protette (PoWPA) della CBD del 2004 - che incorpora le raccomandazioni chiave contenute nel V Congresso Mondiale IUCN dei Parchi del 2003 - consolida il ruolo delle aree protette al centro degli sforzi da parte dei governi nazionali di raggiungere gli obiettivi di sviluppo del Millennio.

Indubbiamente le denominazioni internazionali come i Siti Patrimonio Mondiale (WH), Siti Ramsar e Riserve della Biosfera forniscono strumenti molto utili ed efficaci per la creazione e il consolidamento della gestione delle aree protette, pertanto, Federparchi incoraggia un migliore recepimento della CBD e delle altre Convenzioni internazionali rilevanti per la biodiversità all'interno della Strategia Nazionale per far sì che si attuino molto più di quanto avviene oggi. In particolare, la Convenzione UNESCO potrebbe svolgere un ruolo più importante nello sviluppo di sistemi di Aree Protette e fungere da "piattaforma di apprendimento" e "portabandiera" per l'innovazione e lo sviluppo delle conoscenze.

Uno sguardo particolare la Federparchi lo dedica alle aree marine protette e alle isole e alle numerose minacce che incombono sulla biodiversità nelle piccole isole, tra cui il cambiamento climatico e l'associato aumento del livello del mare così come la presenza di specie invasive e la debole capacità di gestione e di conservazione e ne reclama un maggiore spazio all'interno della Strategia Nazionale per la Biodiversità.

Dalla lettura del documento non emerge il ruolo chiave delle Aree Marine per la salvaguardia della biodiversità marina e, soprattutto, non vengono risolte le ambiguità di competenze Stato-Regioni a mare (Conferenza Stato-Regioni) in assenza di chiare Linee guida per la gestione dei siti marini da parte del Ministero dell'Ambiente.

Sebbene tutte le difficoltà del settore, l'esperienza italiana nelle AMP deve essere positivamente valutata e inserita come base di qualsiasi strategia nazionale per l'ambiente marino.

Federparchi è profondamente preoccupata per la lentezza dei progressi compiuti finora verso il rispetto degli impegni già concordati a livello internazionale ed europeo in materia di Aree Marine Protette, nonostante i ripetuti appelli per un'azione urgente e la crescente e anzi schiacciante evidenza scientifica e politica della sua necessità.

Federparchi per una effettiva ed efficace attuazione della Strategia Nazionale esprime il proprio impegno a rafforzare le aree protette come uno strumento fondamentale per la conservazione della biodiversità e per lo sviluppo sostenibile mantenendo l'attenzione su un numero limitato di temi chiave, come ad esempio l'efficacia di gestione, la governance, l'equità e benessere e il finanziamento sostenibile che devono essere continuamente presenti nell'agenda politica e in qualsiasi strategia.

Federparchi sottolinea l'importanza della gestione adattativa delle aree protette, in particolare in riferimento al cambiamento climatico e auspica l'istituzione di meccanismi più espliciti all'interno della Strategia Nazionale a sostegno dell'attuazione degli indirizzi internazionali e comunitari, tra cui l'accento sul rafforzamento di piani d'azione nazionali e regionali.

Federparchi richiede che la Strategia fornisca chiari indirizzi per una maggiore mobilitazione di risorse finanziarie per l'attuazione degli obiettivi delle aree protette rilevandone l'importanza dei loro benefici sociali, culturali ed economici al fine di giustificare un aumento del finanziamento delle aree protette e auspica l'inserimento di meccanismi di compensazione della biodiversità come importanti meccanismi di finanziamento a lungo termine per l'efficace gestione delle aree protette.

Federparchi chiede che la Strategia presti maggiore attenzione e metta meglio in evidenza come le aree protette contribuiscano non solo alla conservazione della biodiversità ma anche alla riduzione della povertà, alla mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, alla salute umana e, infine, al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio e sostiene la necessità di comunicare con più efficacia i risultati degli investimenti nelle aree protette alla comunità nazionale e mondiale per avere un maggior supporto per il finanziamento delle aree protette.

Federparchi auspica che la Strategia fornisca un importante quadro di riferimento per incrementare, diversificare e stabilire i flussi finanziari verso le aree protette e la conservazione della biodiversità prevedendo appropriati incentivi e supporti per l'implementazione dei diversi meccanismi finanziari e la gestione efficace dei costi relativi alle aree protette terrestri, marine e zone umide così da assicurare che gli obiettivi di conservazione a lungo termine siano completamente raggiunti.

Federparchi richiede un'adeguata valutazione dei beni e dei servizi offerti dalle aree protette in modo tale che le decisioni sullo sviluppo economico siano prese con una piena comprensione dei costi così come dei benefici e degli effetti sociali che ciò comporta, assicurando che le aree protette, la popolazione e le comunità locali siano i primi beneficiari.

Federparchi auspica che il governo, attraverso la Strategia nazionale per la biodiversità e attraverso specifici Piani di Azione, aumenti i flussi finanziari alle aree protette riducendo e reindirizzando la raccolta fondi attualmente assegnata a sussidi per la pesca, l'agricoltura e altri settori, specie laddove le pratiche contribuiscono al degrado ambientale e alla perdita di biodiversità.

Le aree protette sono un importante elemento per qualsiasi politica territoriale e forniscono un indubbio beneficio non solo alla conservazione della biodiversità ma anche all'economia nazionale e al benessere delle popolazioni locali e, di conseguenza, finanziare il sistema delle aree protette significa sostenere la biodiversità e lo sviluppo sostenibile, significa sostenere il futuro.

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