[06/08/2009] News

Wwf: Siamo in piena "grey economy"

FIRENZE.  Greenreport continua ad auspicare che l'economia del Paese da domani si tinga di verde per uscire e rimanere fuori dalla crisi non producendo ulteriori danni al territorio, anzi investendo per riqualificarlo. Certo se guardiamo a quanto accaduto ieri in relazione al Piano Casa governativo e alle sue declinazioni regionali o ancora ci rivolgiamo più indietro ad esempio agli ultimi quindici anni come ha fatto il Wwf, vediamo che il colore dell'economia è grigio come il cemento e rosso sbiadito come il colore del mattone.

Non se ne esce: questa è stata (ed è) la strada battuta per muovere denaro in modo lecito e talvolta anche percorrendo vie illegali. E' una fotografia impietosa del Belpaese quella scattata dall'associazione ambientalista e riportata nel dossier "2009. L'anno del Cemento",  elaborato con l'ausilio di Bernardino Romano e Corrado Battisti dell'Università dell'Aquila.

«Un territorio quasi saturo, frammentato, cosparso a macchia d'olio da case, strade e capannoni, una specie di città diffusa che sembra più una metastasi che una città, con oltre 3,5 milioni di ettari (di cui 2 milioni di terreni agricoli), divorati dal cemento negli ultimi 15 anni (una superficie grande quasi quanto il Lazio e l'Abruzzo messi insieme, a un ritmo di 244.000 ettari all'anno); oltre 8.000 comuni e 8.000 piani regolatori diversi, 12,8 milioni di edifici, 27 milioni di unità abitative (per il 20% non abitate!) e una serie di piani casa in corso di definizione- sottolineano dal Wwf- Il tutto collegato da più di 200.000 km di strade che frammentano il territorio come fosse un mosaico, e un piano di "infrastrutture strategiche" (la Legge Obiettivo) che danneggerebbe 84 aree protette e 192 Siti di importanza comunitaria (Sic), tutelati dall'Unione Europea. Mentre dall'altro lato la crescita demografica è limitata se non assente (a Palermo la popolazione è aumentata del 50%, l'urbanizzazione del 200%)». Secondo lo studio di Wwf e Università dell'Aquila in Italia l'urbanizzazione, cresciuta del 500% dal 1956 al 2001, ha raggiunto un picco tale che ad ogni cittadino possono esserne attribuiti in media 230 m2. Più di 100 comuni hanno urbanizzato oltre il 50% della propria estensione e  solo il 14% del territorio nazionale dista più di 5 km da un centro urbano. Quasi il 60% dell'urbanizzazione si concentra nelle pianure, ma anche gli 8.000 chilometri di costa, le colline pedemontane, le aree lungo i fiumi e perfino le piccole isole e le aree agricole non vengono risparmiate.

«Un trend che, con la scusa di un rilancio economico che andrebbe a rafforzare un comparto edile in realtà costantemente in crescita- continuano dal Wwf- è destinato a degenerare in un effetto domino che apre allo scempio, con gravissime ripercussioni sul benessere di tutti gli italiani». Cementificare spiegano dall'associazione ambientalista non vuol dire solo deturpare il paesaggio ma anche causare la scomparsa di specie animali e vegetali, ridurre le materie prime che sono alla base della nostra economia, impedire la ricarica delle falde acquifere, aumentare i rischi di inondazioni, ridurre  la capacità di assorbimento del carbonio e quindi la di contenere le modificazioni climatiche «Il territorio, fondamentale per assicurare il benessere di tutte le forme viventi compreso l'uomo, è una risorsa esauribile e irrecuperabile. Ma in Italia il suolo continua a essere cementificato in maniera sempre più accanita, dalle pianure alle coste, fino ai luoghi più impervi. - ha sottolineato Gaetano Benedetto, co-direttore generale del Wwf Italia - Se la nostra classe politica ed amministrativa fosse in grado di comprendere le conseguenze di questi dati, certamente nessuno si azzarderebbe a proporre piani casa quali quelli che si stanno vendendo in queste settimane». Il nostro paese una dei più ricchi in Europa in termini di biodiversità ma anche uno dei più a rischio perdita del patrimonio biologico, sta dilapidando velocemente il tesoro di cui dispone (il territorio) per favorire un settore che rimanendo ai numeri forniti dal Wwf non pare proprio in crisi, o perlomeno non lo è più di altri. L'Italia è tra i primi Paesi produttori e consumatori di cemento in tutta Europa (47,5 milioni di tonnellate nel 2007, di cui il 70% destinato all'edilizia), un settore in cui operano 1796 imprese che danno lavoro a 14.000 addetti, e che ha creato in Italia un totale di 16.000 cave (di cui 10.000 abbandonate).

«Lo Stato deve riprendere il proprio ruolo - ha continuato Benedetto - Le competenze urbanistiche rientrano nel più vasto concetto di governo del territorio introdotto nel 2001 con la riforma del titolo quinto della Costituzione. Questo significa che la materia non è esclusiva competenza delle regioni, ma appartiene in parte anche allo Stato, che ha il dovere e il diritto di indirizzare e rendere coerenti gli interventi sul territorio. Lo Stato sino ad oggi non ha esercitato questa sua competenza e il risultato è un patchwork indigesto che aggrava una situazione pesante già preesistente e segnata da milioni di abusi, molti dei quali ancora con le pratiche di condono ancora aperto» ha concluso Benedetto.

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