[14/05/2010] News

Golfo del Messico: il balletto delle cifre sul petrolio che fuoriesce ogni giorno

FIRENZE. Certezze non ce ne sono: ma da più parti si afferma che la perdita di petrolio originata dall'esplosione della piattaforma nel golfo del Messico potrebbe essere molto maggiore di quanto stimato dal Noaa (l'organismo federale americano che si occupa della tutela ambientale delle acque e delle coste marine).

Quanto di più è praticamente impossibile da capire e gli esperti forniscono numeri anche molti distanti. Del resto comunque i dati sul quantitativo di petrolio fuoriuscito sono andati via via crescendo: la stima iniziale fornita dalla Bp era di 1000 barili al giorno, alzata dal Noaa a 5000 solo una settimana dopo la tragedia. Ian McDonald, oceanografo della Florida State University prova ad ipotizzare qualche numero: «Ho fatto una stima sulle immagini satellitari, e il risultato è 4-5 volte maggiore di quanto detto finora».

Ma dall'Inghilterra vengono i dati più preoccupanti. Secondo Steve Werely, esperto della Purdue University, che ha utilizzato una tecnica chiamata velocimetria di particelle per immagini, il flusso giornaliero non sarebbe di 5 mila barili di petrolio al giorno ma di una cifra che va dai 56 mila agli 84 mila.

«Nel video si vedono molti vortici che si formano alla fine del condotto, e ho usato un programma informatico per tracciarli e misurare la velocità con cui esce il petrolio - spiega Werely al Guardian - da qui è molto semplice calcolare qual è il flusso, che risulta molto più alto di quello indicato ufficialmente».

Un altro esperto inglese Alun Lewis, non fornisce stime ma rileva: «la cifra fornita dal governo americano è stata ottenuta con un metodo chiamato "Bonn Convention" basato sui colori dell'acqua, che sono usati per stimare lo spessore della macchia di petrolio: ma questo protocollo è specificatamente non raccomandato per le macchie molto grandi; inoltre una sua applicazione corretta dovrebbe dare un intervallo di quantità».

Capire di che numeri stiamo parlando realmente non serve per l'inserimento in annali statistici ma può aiutare nell'opera di mitigazione dell'impatto sull'ambiente. "Forse" il governo americano dovrebbe fare qualche approfondimento in merito.


Con la speranza che la "campana ridotta", che verrà calata sulla falla nel fine settimana possa funzionare, intanto il Nooa informa che sono stati spruzzati 712 mila litri di sostanze disperdenti e disposte a difesa delle coste oltre 600 chilometri di barriere di contenimento e assorbenti, per la cui realizzazione offre un contributo operativo anche l'Italia. A produrle l'azienda Resinex di Brescia, che ha già spedito il primo carico di circa 1,2 chilometri ed ora lavora a pieno regime per riuscire ad inviarne il più possibile in Louisiana. «Stiamo cercando di arrivare ad una produzione di 2 chilometri alla settimana - ha affermato Maurizio Prestini, amministratore delegato dell'azienda - dagli Usa ce ne hanno chieste il più possibile, perché ormai hanno finito le scorte».

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