[18/05/2010] News

Noaa: l’aprile 2010 è stato il più caldo dall’inizio delle misurazioni

FIRENZE. Anche lo scorso mese di aprile è stato, su scala globale, il più caldo mai registrato dall'inizio delle misurazioni attendibili, cioè dal 1880 secondo i parametri adottati dalla National oceanic and atmospheric administration (Noaa). E ancora più significativa, in termini di monitoraggio del trend climatico, è la constatazione che la Noaa avanza riguardo al periodo gennaio-aprile 2010, anch'esso il più caldo dall'inizio dei record ufficiali rispetto a tutti i 130 precedenti periodi analoghi.

Più in dettaglio, il report mensile pubblicato dall'ente dipendente dal segretariato al Commercio statunitense riporta che, per il mese di aprile, la temperatura media globale (calcolata come media ponderata delle temperature oceaniche e di quelle terrestri) è stata di 14,5° C, un valore superiore di 0,76° alla media climatologica del XX secolo, che è di 13,7° C. Per quanto riguarda il periodo gennaio-aprile, invece, la temperatura media (13,3°) è stata superiore di 0,69° alla media del secolo scorso.

Altri dati di interesse riguardano la copertura nevosa, elemento questo che, a causa della sua significatività in termini di comprensione delle dinamiche effettive del global warming, la Noaa descrive anche in via grafica attraverso un breve video (vedi link in fondo alla pagina). Se il dato sulla copertura nevosa dello scorso inverno (la seconda dal 1967 - anno di inizio dei relativi record ufficiali - per l'emisfero nord, la più ampia dal 1967 per il territorio statunitense), infatti, aveva fatto gridare molti alla "fine del problema-surriscaldamento", ecco che il dato relativo ad aprile ribalta la questione: la copertura nevosa nel mese passato è stata infatti, sul territorio statunitense, la minore di sempre, e anzi la Noaa sottolinea come l'anomalia di questo mese sia per gli Usa «la più ampia anomalia negativa, intesa come distanza dalla media, mai registrata in qualsiasi (in corsivo nel testo, nda) mese. Su scala nord-emisferica, la copertura di aprile è stata la quarta più bassa dal 1967.

Più in dettaglio, a dicembre nel territorio statunitense la copertura nevosa era (record positivo) di 1,5 milioni di miglia quadrate sopra la media. Dopo che tra gennaio e febbraio la copertura ha superato i 18 milioni di mq, il successivo rapido calo ha condotto al valore (record negativo) di aprile, allorché era coperta dalla neve una superficie di suolo statunitense inferiore alla media di 2,2 milioni di mq.

Davanti a questi dati, sarebbe facile dedurre che questo passaggio repentino tra record positivi e negativi è automaticamente legato all'estremizzazione del clima causata dall'aumento di calore (e quindi di energia) contenuto nel sistema terra-acqua-atmosfera. In realtà, questa non è una certezza, poiché resta una (pur vaga, davanti a valori senza precedenti in epoca moderna) possibilità che si sia trattato di un evento casuale e non legato alla fase di riscaldamento che il globo sta vivendo: certo è che questi fenomeni estremi, e questa sequela di record climatici (in entrambi i sensi: le nevicate-record, lo scioglimento più veloce, il mese più caldo) che prima resistevano per decenni e ormai cadono dopo pochi mesi, sono comunque pienamente coerenti con gli effetti che secondo i climatologi dovrebbero conseguire ad un riscaldamento del pianeta come quello in corso.

Riguardo alle calotte e alle banchise polari, la Noaa riporta che per l'Artico l'estensione della banchisa di aprile (inferiore alla media del 2,1%) è stata la 15° più bassa nei record, anche se è stata comunque la maggiore estensione mai registrata dal 2001. Per l'Antartico, invece, la superficie della banchisa è stata pure inferiore alla media, ma solo dello 0,3%.

Infine, particolarmente significativa appare la "scomposizione" che viene fatta dei dati sulle temperature in riferimento alle terre emerse e agli oceani: se, infatti, il mese di aprile ha visto temperature medie che per le terre emerse sono state il terzo valore record dal 1880 (anomalia positiva di 1,29° C), gli oceani hanno sperimentato il mese di aprile più caldo di sempre, con un'anomalia di 0,57°. E, per questioni di ampiezza di superficie, è il dato relativo ai mari a "trascinare" quello della media generale fino al citato record storico: in questo senso, sono da ricordare le proiezioni annuali emesse dal Met-office britannico, che ogni anno - prendendo come determinante fondamentale proprio la dinamica termica degli oceani, che ha una inerzia notevole davanti ai più repentini cambiamenti di temperatura atmosferica - pubblica una stima dell'andamento termico della stagione a venire. Proiezioni, quelle del Met-office, che negli anni passati hanno stupito molti esperti del settore a causa della loro dimostrata attendibilità, che per il 2010 sono state emesse a gennaio e che, per il 2010, hanno ipotizzato il verificarsi dell'anno più caldo di sempre. Una proiezione che, almeno da gennaio ad aprile, sta verificandosi in pieno, proprio a causa del forte trend di riscaldamento che investe i bacini oceanici.

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