[18/05/2010] News toscana

La Toscana investe 44 milioni nelle foreste. 600 posti di lavoro, almeno 200 nuovi

FIRENZE. La giunta regionale della Toscana ha approvato un piano straordinario di investimenti per i boschi da 44 milioni di euro in tre anni per «Tenere in ordine la montagna e i suoi boschi per ridurre il rischio di frane ed alluvioni in pianura, ma anche per sviluppare una vera economia verde e creare, stabili nel tempo, seicento posti di lavoro», come si legge in un comunicato della regione

La giunta investirà quindi sugli 1,2 milioni di ettari che fanno della Toscana la regione più boscata d'Italia, con oltre il 50% del territorio coperto da foreste. Il piano straordinario deciso dalla Toscana riguarda il biennio dal 2011 al  2012., con 32 milioni  che si vanno ad aggiungere ai circa 30 milioni di risorse ordinarie annue del Programma forestale regionale: 10 milioni per le sistemazioni forestali, 6 milioni per lo sviluppo della produzione di energia, altri 6 per la selvicoltura sostenibile, 4 per la promozione dell'attività zootecnica ed altri 6 per la filiera del legno recuperando usi e tradizioni locali. A questo si aggiunge un altro stanziamento straordinario di 12 milioni da spendere per le foreste quest'anno. La regione coordinerà gli interventi dei vari enti competenti.

Il provvedimento è stato illustrato direttamente dal nuovo presidente della Toscana, Enrico Rossi, durante il briefing settimanale con i giornalisti: ««Storicamente i boschi della Toscana sono ben tenuti: spendiamo poco, molto meno di altre Regioni, e con ottimi risultati. Vantiamo pure una lunga tradizione di politica di mantenimento ed attenzione: dai granduchi dei Medici al presidente Bartolini, a cui va il merito di aver creato una rete di associazioni di volontari per la difesa dei boschi. Resta il fatto che la montagna è coltivata meno di un tempo. Molti l'abbandonano. E questo produce ripercussioni negative  a valle. Il piano straordinario che mettiamo in campo è un provvedimento di green economy a tutto tondo ed aiuterà anche a rallentare questa fuga:  sviluppando la produzione di energia con le biomasse, promuovendo la selvicoltura ma anche l'attività zootecnica, intervenendo per prevenire futuri dissesti, sviluppando filiere locali del legno e creando in questo modo seicento posti di lavoro, di cui almeno duecento nuovi».

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