[21/05/2010] News

Cambiamenti climatici: gli enti locali "sostenibili" chiedono maggior ascolto in vista dell'appuntamento di Cancun

FIRENZE. Le conseguenze dei cambiamenti climatici globali sono "vissute" anche localmente e quindi ormai da tempo, anche se inascoltati, i rappresentanti locali dei cittadini hanno avanzato le loro proposte di contrasto e mitigazione. Ora, in vista della prossima conferenza Onu sui cambiamenti climatici, i sindaci delle città sostenibili alzano la voce. Questa volta non chiedono solo di poter contare di più nei negoziati ma anche di essere rappresentati in modo più incisivo dalla UE.

Questo in sintesi il messaggio che si evince dal documento finale elaborato dai sindaci riuniti al Summit europeo delle città sostenibili che si è chiuso oggi a Dunkerque, dopo 3 giorni di dibattiti. «In seguito al fallimento di Copenhagen - sottolinea Emanuele Burgin, presidente del Coordinamento di Agenda 21 in Italia - è evidente che il pianeta non si può permettere di arrivare nuovamente impreparato all'appuntamento di Cancun. Per questo motivo il movimento degli enti locali chiede non solo di essere riconosciuto come un vero attore ma anche che venga predisposta sin d'ora una politica internazionale più incisiva da parte dell'Unione europea».

Il timore dei sindaci "sostenibili", già evidenziato anche in un incontro tenuto nei mesi scorsi a Perugia, è che, come lo scorso dicembre, si arrivi alla prossima Conferenza dell'Onu sul clima senza un quadro di riferimento per il post Kyoto sufficientemente chiaro da consentire una definizione di impegni vincolanti per i diversi paesi. «Dopo la mancata definizione di parametri specifici all'ultima Cop - ha continuato Burgin - gli enti locali, che sono i primi a dover dare una risposta ai cittadini, si sono sentiti abbandonati. Per questo motivo, forti dei programmi incisivi che portano avanti sul fronte del cambiamento climatico, hanno ritenuto importante non solo rimarcare la richiesta di essere formalmente riconosciuti come attori al pari dei Governi nazionali ma anche sottolineare quanto sia fondamentale che l'azione diplomatica riprenda rapidamente e in modo molto più forte e che l'Unione europea faccia da traino per gli stati meno attivi sul fronte del clima» ha concluso il presidente del Coordinamento di Agenda 21 in Italia.

Il Copenhagen accord che pone come obiettivo quello di limitare il riscaldamento globale non oltre i due gradi, è tenuto in considerazione da molti Stati che si muovono nella giusta direzione, ma complessivamente il loro impegno è chiaramente non sufficiente ad assicurare il risultato, sostengono i sindaci. Per questo a loro avviso è necessario un salta di qualità "bottom up".

 

 

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