[21/05/2010] News toscana

Il gruppo del Pd in Consiglio regionale fa le sue proposte per la gestione dell'acqua

FIRENZE. Il gruppo consiliare del Partito democratico in Regione Toscana, prova a fare chiarezza e dettare la linea presentando un pacchetto di proposte per la gestione della risorsa idrica. Il capogruppo Vittorio Bugli e Matteo Tortolini, responsabile Pd per le politiche del territorio, ambiente e infrastrutture (rivolgendosi prevalentemente all'interno del partito ndr) hanno illustrato un documento, che costituirà la "bussola" del democratici toscani su uno dei temi principali della legislatura appena iniziata.

In Toscana come nel resto del Paese alcuni dirigenti, consiglieri regionali, sezioni locali hanno non solo firmato i questi referendari per l'acqua pubblica promossi da associazioni, forum e comitati, ma stanno anche sostenendo la campagna referendaria. Non pensiamo che con ciò si sia voluto disattendere la linea indicata dal partito, ma il tema probabilmente è stato riconosciuto tale da invocare la libertà di espressione e di coscienza. Del resto un pezzo di strada tra quanto proposto dal comitato referendario e quanto indicato dal Pd può essere considerato comune.

«L'acqua è un bene pubblico e tale deve rimanere. E' una risorsa essenziale ed insostituibile per la vita, che necessita di essere gestita rispettando i principi di equità e di solidarietà, nonché di sostenibilità ambientale a garanzia dell'uso per le future generazioni- viene ribadito nel documento del Pd- C'è oggi un reale disorientamento che ha spinto molti a sottoscrivere i quesiti referendari, con l'obiettivo di manifestare insofferenza e contrarietà alle posizioni del governo. Tuttavia dobbiamo uscire da una doppia ideologia (pubblicistica o privatistica) concentrandosi sulle reali necessità dei cittadini: rete efficiente, acqua di qualità, costi equi».

In merito ai quesiti Bugli e Tortolini spiegano in dettaglio: «il Pd Toscano condivide i contenuti posti dal primo quesito referendario, coerentemente con la battaglia parlamentare contro l'ideologia della privatizzazione ma sugli altri due quesiti occorre chiarezza nel dire che sono il frutto di un'impostazione ideologica e si pongono in contrasto con le scelte fatte in Toscana in questi anni. La cosiddetta ripubblicizzazione alla base del secondo quesito referendario, infatti prefigura il ritorno al passato, alle vecchie gestioni comunali in economia che tanto hanno dimostrato in quanto ad inefficienza e a impossibilità di realizzazione degli investimenti che sarebbero ancora maggiori in questa fase a causa dei limiti imposti dal patto di stabilità; ciò comporterebbe, insomma, un aggravio dei costi per i cittadini e per i comuni, oltre ad una carenza di investimenti e di efficienza».

Quello che succederà dopo, anche qualora vi fosse la vittoria del referendum (su tutti i quesiti posti) da parte del vasto raggruppamento promotore, è difficile prevederlo, ma non ci pare che venga riproposta una gestione diretta in economia da parte dei comuni ma semmai una gestione pubblica attraverso ad esempio Aziende speciali in grado di poter assolvere a compiti gestionali anche per un servizio con caratteristiche di tipo industriale.

Per il Pd invece è necessario continuare sulla strada tracciata «Il "modello toscano", che vede aziende di gestione a maggioranza pubblica, con partner industriali partecipati da soggetti privati, costituisce una buona base che può essere migliorata ma che già garantisce un livello importante di investimenti e di adeguamento del servizio idrico integrato».

Nel corso di questa legislatura il Pd sosterrà una legge regionale del settore imperniata su i seguenti punti:

• Controllo e programmazione in ambito regionale con il coinvolgimento e la presenza dei territori nelle scelte, attraverso la costituizione di un soggetto unico toscano anche come superamento degli attuali Ato.
• Innovazione e crescita del profilo industriale del settore idrico toscano rispetto al quadro attuale anche attraverso la presenza di privati, comunque in posizione di minoranza, per conferire know-how e rafforzare gli investimenti
• Un forte programma di investimenti aggiuntivo rispetto ai piani di ambito approvati, per rispondere alle esigenze della dotazione infrastrutturale del servizio idrico integrato.
• Una forte regolazione che consenta di definire standard di servizi, verificare i risultati rispetto agli obiettivi posti, per una gestione improntata a criteri di efficienza ed efficacia.
• Un quadro normativo chiaro ed un sistema che permetta una maggiore semplificazione rispetto a quello attuale consentendo modalità di intervento più rapide e procedure semplificate per l'attuazione degli investimenti.
• Una tariffa come corrispettivo del servizio idrico integrato, che tenga conto della tariffa sociale con agevolazioni a determinate fasce di reddito ed ai nuclei familiari bisognosi.
• Metodi di gestione, costante campagna di sensibilizzazione, rivolti alla necessità di un maggior risparmio idrico, considerando l'acqua come risorsa limitata e quindi la necessità di una maggiore attenzione alle ricadute ambientali nel suo utilizzo
• Forme innovative di reale controllo sulla qualità ed il costo del servizio da parte del cittadino utente e azioni che prevedano anche forme di rimborso da parte del gestore in caso di inadempimenti

Da parte nostra rileviamo che a parte il primo punto, nessuna novità di rilievo rispetto alle proposte già avanzate in passato.

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