[25/05/2010] News

Il mondo discute di disarmo nucleare e intanto prepara la nuova guerra in Corea

LIVORNO. Quello che sta accadendo è paradossale: mentre a New York, all'Onu, si sta discutendo del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp) e di come fare a distruggere e mettere al bando le armi atomiche, dall'altra parte del mondo, nell'infido confine terrestre e marino tra Corea del Nord e Corea del Sud, si lucidano le stesse armi e si dispongono le truppe per quella che potrebbe essere la prima guerra nucleare del mondo, con uno scambio di tiri di missili tra due Paesi divisi da un interminabile armistizio voluto dall'Onu e garantito dalle due potenze economiche e militari del pianeta, Usa e Cina, allora nemiche ed oggi in affari.

Ieri il presidente sudcoreano Lee Myung-bak aveva detto che il suo Paese ricorrerà a misure di autodifesa contro ulteriori provocazioni militari da parte della Repubblica popolare democratica di Corea(Rpdc), colpevole di aver affondato il 26 marzo la nave da guerra sudcoreana Cheonan provocando 58 morti.

«La Corea del nord - ha detto Lee alla Tv sudcoreana - pagherà un prezzo corrispondente ai suoi atti provocatori. Continuerò a prendere delle misure severe ritenendo responsabile il Nord». Intanto le navi nordcoreane non sono più autorizzate a d entrare nelle acque territoriali sudcoreane, come era stato previsto dall'accordo intercoreano sui trasporti marittimi.

Seoul ora giudica la cooperazione con la Rpdc «Senza significato» e Lee ha detto che sospenderà il commercio e gli scambi tra le due Coree, ma intende proseguire negli aiuti umanitari all'affamato fratello stalinista di Pyongyang.

Intanto però il ministro della difesa sudcoreano ha annunciato l'iniziativa che farà imbestialire di più i dirigenti comunisti del nord: «La Corea del sud terrà delle esercitazioni anti-proliferazione contro la Rpdc per il naufragio della nave». Si annunciano battaglie navali sugli incerti confini marittimi delle due Coree.

Il portavoce del ministero degli esteri della Rpdc risponde attraverso l'agenzia ufficiale Kcna di avere il diritto di rafforzare la sua potenza nucleare per difendere i suoi «Interessi nazionali supremi. La Rpdc non è sottoposta ad alcun obbligo che le impedisca di accedere al nucleare perché ha lasciato il Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp). La Rpdc fabbrica legittimamente delle armi nucleari al fine di difendere la sovranità e la sicurezza del Paese contro la crescente minaccia nucleare da parte degli americani. Sono gli Stati Uniti che hanno spinto la Rpdc ad abbandonare il Tnp e ad accedere al nucleare».

La Corea del nord è uscita dal Tnp nel 2003. Poi, con la solita incredibile faccia di tolla dei nordcoreani, il portavoce ha dettato le condizioni di Pyongyang al mondo: «Il Tnp dovrà essere rimpiazzato da un trattato mondiale sull'eliminazione delle armi nucleari. Per costruire un monde senza armi nucleari, bisogna promuovere il disarmo nucleare». Chissà come si traduce in coreano "si vis pacem para bellum"?

La Rpdc accusa il presidente sudcoreano di aver ordito un complotto chiedendo alla Corea del nord di scusarsi per il naufragio della Le Cheonan. Il portavoce della Commissione nazionale della difesa (Ndc) ha detto che «Il discorso di Lee è stato un complotto per dissimulare la sua bassa manovra (la presa in giro) e la farsa cospiratrice. La commedia ha dimostrato che Lee è un piccolo traditore che tenta di bloccare l'unificazione della Nazione. Il discorso è stato una violazione dei precedenti accordi firmati dai due Paesi ed il rifiuto della Corea del sud di accogliere gli ispettori della Ndc per verificare le prove affermate di un coinvolgimento del Nord mirano ad evitare che la sua presa in giro non venga scoperta. Il gruppo di traditori della Corea del sud non schiverà mai la responsabilità di aver montato la farsa conto la Rpdc».

Mentre i nordcoreani ribollono di rabbia e minacciano, la Marina Usa getta benzina sul fuoco: ha annunciato che parteciperà a delle esercitazioni anti-sommergibili e di interdizione marittima  insieme ai sudcoreani, più o meno l'annuncio del blocco navale.

Il portavoce del Pentagono, Bryan Whitman, ha spiegato: «Pensiamo che sia un'area in cui, lavorando con la Repubblica di Corea, possiamo migliorare le nostre tecniche e capacità. Queste attività sono importanti per quel che noi potremo continuare a costruire per la nostra forte base di cooperazione e di dissuasione».

In un comunicato Casa Bianca ha espresso il «sostegno totale» di Barack Obama a Seoul per l'affondamento della Cheonan: «Gli Stati Uniti sostengono senza equivoci la difesa della Corea del sud e il presidente ha dato l'ordine ai suoi comandanti militari di coordinarsi strettamente con i loro omologhi della Repubblica di Corea per assicurare la disponibilità ad impedire delle aggressioni future».

La vicenda ha due spettatori tanto interessati quanto preoccupati: Cina e Giappone.

Pechino «Spera che tutte le parti daranno prova di calma e responsabilità al fine di trovare una soluzione appropriata dopo il naufragio di una nave da guerra della Repubblica di Corea, la Cheonan, e di evitare le tensioni e il precipitare della situazione» ha detto Ma Zhaoxu, il portavoce del ministero degli esteri cinese.

Cinesi e statunitensi hanno parlato della grana coreana durante il ciclo dei dialoghi strategici ed economici sino-americani tenutisi a Pechino. Secondo Zhaoxu, «La Cina si è sempre impegnata a mantenere la stabilità nell'Asia del nord e nella penisola coreana, a promuovere il processo dei colloqui a 6 e la denuclearizzazione della penisola». Quello che è certo è che Pechino non permetterà ai compagni nordcoreani di far saltare il banco della globalizzazione con un atto disperato, probabilmente non si andrà oltre l'annuncio dato dalla Rpdc di sparare sugli altoparlanti che la Corea del sud ha piazzato al confine con il Nord per fare guerra psicologica contro il regime stalinista; «L'esercito della Rpdc tirerà e li distruggerà», afferma bellicosa la solita Kcna.

La crisi coreana potrebbe essere invece la manna caduta dal cielo per il governo di centro-sinistra del Giappone, in crisi per non aver rispettato l'impegno di scacciare da Okinawa la base Usa che ospita anche navi e sottomarini armati di armi nucleari che, di fronte alla minaccia nordcoreana, diventano ora un deterrente formidabile. Il governo di Tokyo si è detto subito pronto a prendere misure punitive contro la Rpdc insieme a sudcoreani e statunitensi. Secondo Kyodo News «Il primo ministro giapponese Yukio Hatoyama ha dato le istruzioni ai ministri, durante un incontro di alto livello sulla sicurezza nazionale, di esaminare la possibilità di nuove sanzioni contro la Rpdc in relazione alla questione della nave sudcoreana».

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