[26/05/2010] News

Il presidente della Guyana: «Serve lo sviluppo low carbon. No modello Paesi ricchi»

LIVORNO. "Nemo propheta in patria" viene da dire leggendo quel che sta succedendo in Guyana, dove il presidente Bharrat Jagdeo (nella foto), fresco vincitore del 2010 Champion of the Earth Award dell'Onu, è sotto attacco da parte del maggior partito dell'opposizione, il People national congress reform-One Guyana (Pncr-1G), e dell'Amerindian People's Association (Apa) che considerano la sua Low Carbon Development Strategy (Lcds) «Una farsa e un trucco politico del People's progressive party/Civic (Ppp/C)».

Jagdeo risponde che la Lcds è una necessità e che si basa su accurati studi della situazione ambientale e sociale della Guyana che nel corso degli ultimi 10 anni ha perso il 10% del suo prodotto interno lordo a causa delle inondazioni: «La necessità di difendere la linea costiera e l'aumento dei rischi per la salute diventeranno ancora più grandi. Tenendo a mente questo, la Lcds è indispensabile. Se valutiamo solo i danni nel mondo, ma i danni per il nostro paese da parte del cambiamento climatico che è già in atto nel mondo con l'attuale livello di emissioni di gas a effetto serra, siamo in grado di disegnare uno scenario da incubo per il futuro dei Paesi come il nostro. Nessuna strategia di sviluppo può essere realizzato oggi per la Guyana se si ignora l'impatto del cambiamento climatico, quindi questa è proprio una necessità».

Poi il presidente della Guyana ha attaccato frontalmente l'opposizione ex socialista ed ora filo-liberista: «Non dobbiamo abbandonare il nostro paese e il suo futuro a quei pochi tra noi che sono negativi su ogni singola cosa sulla terra ... Sono sempre negativi, e molti di loro, francamente, sono persone molto anziane. Sono sempre le stesse cinque persone ricorrenti sui giornali con la loro negatività. Cinque persone molto vecchie... che hanno vissuto una vita molto amara: Il futuro non appartiene a nessuno, esso appartiene a voi, persone positive ed ai vostri figli e devono essere coinvolti».

All'opposizione ed all'associazione dei popoli amerindi che chiedono uno sviluppo di tipo occidentale in uno dei Paesi più poveri del Sudamerica, Bharrat Jagdeo risponde che «I modelli di sviluppo attualmente in uso da parte dei Paesi sviluppati o industrializzati non possono essere utilizzati», poi ha indicato la strategia necessaria per migliorare il livello di vita in Guyana dando allo stesso una mano a salvare il pianeta: «Questo deve essere per tutto il nostro popolo, per realizzare una vita migliore per il nostro popolo, per il nostro posto nel mondo e per come interagiamo con quel mondo, che tipo di futuro vogliamo costruire qui in Guyana e che vogliamo per le generazioni a venire, e come i nostri figli e nipoti crescano qui».

per Jagdeo il cambiamento climatico è la più grande sfida di fronte alla Guyana, ma anche una delle sue più grandi opportunità: «Nel caso della Guyana, il settore verde può emergere come il più grande settore nella nostra economia. Probabilmente, in futuro, se i prezzi del carbonio andranno come dovrebbero andare, e se il modello di sviluppo mondiale valuterà le esternalità dei combustibili fossili al giusto prezzo, potremmo guadagnare milioni di dollari all'anno da questa industria».

l presidente ha assicurato che il suo governo nazionalista di sinistra utilizzerà i fondi ricevuti con la Lcds per lo sviluppo del paese, compresi gli investimenti in centrali idroelettriche e la ricerca sulla biodiversità nella regioni interne e più povere: «L'entroterra è stato ignorato in passato, il governo del Ppp/C manterrà la sua promessa di sviluppo». Jagdeo ha già destinato una parte del Champion of the Earth Award, 40 mila dollari, per la comunità amerindia e ha fatto notare che dei 30 milioni di dollari previsti nell'accordo con la Norvegia per la salvaguardia della foresta vergine della Guyana, 8 milioni di dollari saranno destinati alle comunità degli indios.

Nonostante le proteste e il pessimismo dell'opposizione, la Low Carbon Development Strategy della Guyana è considerata dalle istituzioni internazionali che si occupano di cambiamento climatico come il primo vero modello "low carbon economic". Secondo uno studio dell'agenzia di consulenza Britannica Mc Kinsey, la foresta della Guyana può produrre fino a 600 milioni all'anno con la vendita di carbon credits, una vera miniera di oro verde.

Jagdeo ha annunciato anche che molto presto il primo ministro di St Lucia, Stevenson king, convocherà una conferenza della Comunità dei Caraibi (Caricom) alla quale parteciperanno i ministri dell'ambiente e i più noti ambientalisti dell'area caraibica, per discutere di come i Caraibi possono usufruire di una parte dei 10 miliardi di dollari che a Copenaghen i Paesi sviluppati si sono impegnati a dare come aiuti ai Paesi più vulnerabili del mondo per adattarsi ai cambiamenti climatici.

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