[26/05/2010] News toscana

Rapporto tra i piani territoriali, adozione del Piano paesaggistico, partecipazione, energie rinnovabili: incontro tra l’assessore Marson e la VI commissione regionale

FIRENZE. Evolvere ed implementare con più efficacia alcune parti della legge 1/2005 sul governo del territorio, con particolare focus sullo scottante tema del rapporto tra Piani strutturali e Regolamenti urbanistici, ma anche rafforzare gli strumenti di partecipazione dei cittadini e giungere all'adozione del Piano paesaggistico, che è parte integrante del Pit e che deve ancora essere perfezionato a livello di intesa col ministero.

Sono questi gli argomenti affrontati stamani nell'incontro "di presentazione" tra il nuovo assessore regionale all'Urbanistica Anna Marson (un "tecnico" sostenuto dall'Idv - nella foto) e la commissione regionale Territorio e ambiente. Per quanto riguarda le questioni che più sono legate alle scelte del governo nazionale, è stata citata da parte dell'assessore l'attesa per l'emanazione delle linee guida per le energie rinnovabili.

Argomento centrale dell'incontro è stata comunque la diatriba su quanto sta avvenendo in alcune località della val di Cornia (Venturina, Campiglia, Suvereto), dove le previsioni edificatorie pluriannuali contenute nei rispettivi Piani strutturali stanno venendo "interpretate", in sede di Regolamento urbanistico, in direzione di una più intensa e più veloce crescita edilizia (vedi link a fondo pagina). O meglio, più che di "previsioni contenute nel Ps" appare più adatto parlare di "ipotesi" derivanti da esso, poiché come noto il Ps non ha una natura prescrittiva, ma - almeno per certi versi - una prevalente natura di indirizzo su scelte che poi trovano effettiva applicazione a livello di Regolamento urbanistico.

Ed è proprio l'ipotesi di un più evoluto rapporto tra Ps e Ru (questione che certo non riguarda solo la val di Cornia, ma la tenuta dell'intera struttura della legge 1/05 su scala regionale) che ha tenuto banco nell'incontro di stamani, assieme alla questione analoga che investe il rapporto tra il Pit (che rispetto ai Ps comunali riveste una natura ancora più "vaga", in termini di prescrittività delle scelte compiute dall'amministrazione, in questo caso rispetto al rapporto Regione-comuni) e i documenti di pianificazione/progettazione/gestione territoriale prodotti dalle singole municipalità.

Un argomento su cui l'assessore aveva sostenuto ieri, sulle pagine del "Corriere fiorentino", che «di sicuro nel rapporto tra Piano strutturale e Regolamenti urbanistici c'è qualcosa che non funziona: non so  - ha proseguito - quanta sia la responsabilità di chi ha scritto quella legge o se il problema stia nel fatto che non sono stati realizzate linee di indirizzo adeguate sul come applicare la norma. Certamente, dovremo riprendere in mano l'intera questione, ma non è detto che sia necessario rivedere la legge, anche se le critiche su questo aspetto della normativa regionale arrivano da più parti. Prima voglio sentire tutti i soggetti coinvolti, anche perché alcune valutazioni sono condivise dagli stessi comuni».

A questo proposito, nell'incontro di stamani il consigliere Monica Sgherri (Fed. Sin.-  Verdi) ha chiesto che il Pit imponga ai comuni «di non poter esaurire la capacità edificatoria del Piano strutturale in un solo anno», con chiaro riferimento al caso di Venturina, mentre Marta Gazzarri (Idv) ha auspicato che «la Regione si riappropri di una programmazione e di un controllo più stretti e vincolanti». Correttivi «per ri-bilanciare le discrepanze emerse tra i Piani strutturali e i Regolamenti urbanistici» sono stati chiesti anche da Ardelio Pellegrinotti (Pd), che ha poi contestato l'intervento di Paolo Marceschi (Pdl) in cui si chiedeva l'apertura di «una fase di discontinuità rispetto agli atti che la Regione ha adottato in passato» in direzione «della sburocratizzazione e della trasparenza». Secondo Pellegrinotti, ciò che serve non è la discontinuità con la politica della giunta precedente, poiché negli anni di Martini «la Toscana ha promosso innovazioni importanti nel settore, diventate modello anche per altre Regioni».

Infine, il presidente della VI commissione Vincenzo Ceccarelli (Pd) ha affermato di ritenere che «su alcune questioni serve, più che una discontinuità, una manutenzione delle norme, ma soprattutto non serve che la Regione torni ad essere dirigista». Inoltre, non va perso di vista «il cuore del'urbanistica toscana, quello delle valutazioni preventive» di una serie di provvedimenti che hanno ricadute incisive sui territori. Anche per Ceccarelli, comunque, il punto centrale è la discrasia tra Ps e Regolamenti urbanistici, ma non sono mancati nel suo intervento cenni alla necessità di pervenire all'adozione del Piano paesaggistico e interventi nel settore delle rinnovabili, dove secondo il presidente di commissione «esiste in sostanza una grande anarchia».

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